38. «Voglio essere tuo di più.»

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Be my heavenly scenery ha raggiunto le 100 mila lettura e non è neanche ancora completa, quando ho concluso Be my rich bitch era a 33 mila lettura e ora è quasi a 200 mila, io davvero non ho più parole per ringraziarvi. Grazie perché ci siete sempre e anche se non ci conosciamo di persona, vi amo davvero moltissimo. Non sarei mai arrivata a fare questi numeri senza di voi, siete incredibili.

Buona lettura <3








Namjoon.




Ero arrivato al luogo dell'incontro con mezz'ora d'anticipo ed ero tremendamente agitato.

Jimin mi aveva proposto di chiamare Hoseok dal suo telefono per essere sicuri che rispondesse e poi gli avevo velocemente detto che non ero tornato per mettere zizzania nella sua relazione, che mi dispiaceva per come mi ero comportato e che volevo solo che mi desse una possibilità, che mi offrisse un'ora del suo tempo per ascoltarmi e almeno provare a capirmi. Aveva accettato ed ora lo stavo aspettando seduto in uno dei tavolini esterni di un bar in centro, lontano da occhi indiscreti, lontano dagli occhi di Seokjin. Avevo bisogno di rimettere in ordine un tassello alla volta, prima Hoseok, poi il resto sarebbe venuto da sé.

"Namjoon-" Sentii una voce e alzai la testa che fino a quel momento avevo tenuto china per scrollare la timeline di twitter sul telefono.

"Hyung!"

"Sei in anticipo tu o in ritardo io?"

"Oh tranquillo, sono in anticipo io."

Annuì e si sedette. Ordinammo lui un caffè nero ed io un succo all'ace e parlammo del più e del meno mentre aspettavamo le nostre ordinazioni. Mi chiese se avevo trovato Busan cambiata, quali erano le differenze sostanziali tra il Giappone e la Corea, come mi ero trovato ad Osaka negli ultimi due anni e mezzo.

Solo dopo che la cameriera se ne fu nuovamente andata, tra di noi cadde un imbarazzante silenzio. Lui non si azzardava a chiedere ed io mi ero improvvisamente dimenticato tutto il discorso che avrei voluto fargli e che mi ero ripetuto nella testa fino a qualche minuto prima.

"Non ho detto a Seokjin che ci saremmo visti." Disse dopo un interminabile silenzio.

"Perché?"

"Perché non volevo che influenzasse la mia opinione."

"Avete chiarito?"

"Non c'era niente da chiarire, non avevamo litigato, solo discusso. Comunque non l'ho visto né ieri né oggi, impegni lavorativi per entrambi."

Annuii. Certo perché loro non vivevano insieme quindi non si vedevano tutti i giorni, avevano ognuno la propria vita, ognuno il proprio lavoro. Stavano insieme ma non si sforzavano di passare tutto il tempo insieme, avevano i propri spazi e i propri ritmi. Io non avevo mai avuto un vero e proprio ritmo mio personale, ero sempre stato soggiogato dalle tempistiche di Jin. Non che avessi avuto molte altre possibilità in ogni caso.

"E oggi lo vedrai? Stasera?"

"Dipende da quello che mi dirai."

Immediatamente abbassai lo sguardo. Ovvio che voleva sapere cosa avrei voluto dirgli e quindi mi feci coraggio e parlai, dopo tutto sembrava ben predisposto nei miei confronti, il suo tono di voce era gentile, mi aveva anche offerto il succo e non aveva voluto sentire ragioni. Mi fidai di lui e mi lasciai andare.

"Non sono tornato per lui, te lo posso assicurare. Sono qui per Jimin, per il matrimonio. Anche se sarà tra dieci mesi voglio esserci per il mio amico, non ho mai avuto altri amici al di fuori di Jimin e Jungkook e voglio davvero recuperare tutto il tempo perso. Quella sera sono...mi sono presentato a casa di Seokjin solo perché non avevo altro posto dove andare, se lo avessi chiamato non mi avrebbe risposto. Il tuo numero non ce l'ho neanche in realtà. Non volevo disturbarvi, mi devi credere."

Be my heavenly scenery | taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora