33.«Dimmi che mi ami.»

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Taehyung.




Jungkook mi aveva scritto per sapere se preferivo mangiare qualcosa di particolare a cena ma io gli avevo semplicemente detto di stupirmi. Mi aveva fatto male il fatto che avesse visualizzato senza rispondermi e anche per questo motivo, appena portate a termine tutte le mie mansioni al lavoro, mi ero precipitato a casa e il mio cuore aveva ripreso a battere veloce quando avevo notato la sua macchina parcheggiata al solito posto, il suo posto.

Non ero riuscito a smettere di ragionare sulle sue parole. Mi chiedevo come avesse fatto a capire il mio stato d'animo mentre eravamo a chilometri e chilometri di distanza, come era riuscito ad immedesimarsi in me anche se lo avevo ferito. Aveva perfettamente capito cosa mi era successo, perché avevo reagito in quel modo, non era furioso con me, non era arrivato ad odiarmi per quello che gli avevo fatto solo perché era consapevole che tutta quella mia rabbia non era rivolta a lui. Aveva compreso la situazione però io sentivo comunque il bisogno di dirglielo con le mie parole, magari tenendolo per mano.

Volevo abbracciarlo ancora, stringerlo a me per tutta la notte. C'era una crepa nel mio cuore e lui era l'unica medicina che avrebbe potuto guarirmi.

Entrai in casa col cuore in gola e immediatamente vidi la luce della cucina accesa così mi tolsi le scarpe e lo raggiunsi. Era di schiena, aveva già preparato la tavola e stava tirando fuori dai contenitori la nostra cena.

"Ehi." Gli dissi e lui scattò spaventato, non aspettandosi la mia presenza.

"Tae-" mi sorrise, portandosi una mano sul cuore. "-mi hai fatto spaventare."

"Pensavo avessi sentito la macchina o la porta aprirsi."

"Ero...ehm...concentrato su altro. Ho preso il sushi. Tiger roll e Uramaki di altri due gusti per te."

"Perfetto." Mi avvicinai. Sapeva esattamente i miei gusti, non avevo neanche dovuto dirgli cosa avrei preferito, come se fossimo collegati, come se tutto quel dolore non ci avesse mai realmente toccati.

Cenammo chiacchierando semplicemente di lavoro, gli spiegai quali sarebbero stati i prossimi preparativi per l'esportazione delle vecchie collezioni in Francia, il fatto che non avrei dovuto ripartire a breve e che Sebastien era perfettamente in grado di cavarsela da sola, l'importante era far figurare il mio nome per mantenere alta la qualità della casa di moda.

Quando finimmo, lo aiutai a riordinare e con tacito assenso ci spostammo in soggiorno, seduti sul divano, ai due lati opposti anche se io avrei voluto averlo vicino a me, sentire la sua presenza al mio fianco.

"Mi sono portato via una tua maglia." Cominciò lui dopo lunghi e insensati minuti di silenzio. "Appena mamma la lava e la stira te la riporto."

"Perché te la sei portata via?"

"Perché mi mancavi, Taehyung." Alzò lo sguardo e lo incastrò nel mio. "Mi sono sentito soffocare. Letteralmente." Quell'ultima parola fece male perché era colpa mia, ero stato io a provocargli un attacco di panico, forse uno dei peggiori che avesse mai avuto e per la prima volta non ero rimasto al suo fianco per aiutarlo a riprendere fiato. Abbassai la testa e mi morsi la guancia interna.

"Mi dispiace davvero, Jungkook. Ho sbagliato molte cose."

"Posso cominciare io?" Mi chiese ed io lo osservai per bene, mi soffermai sulla sua espressione, i suoi lineamenti duri, la sua serietà. Era agitato ed io volevo che si sentisse a suo agio quindi se voleva parlare prima lui, glielo avrei lasciato fare.

"Certo."

"Okay...ehm-" Tirò su le gambe e le incrociò sul divano, poi prese a giocare nervosamente con gli anelli che aveva sulle dita. "Salterò la parte in cui ti spiego che all'inizio non ti ho parlato di Jaehyun per la tua gelosia perché ne avevamo già discusso." Mi guardò ed io annuii, incentivandolo a continuare. "I-io...pensavo davvero potesse funzionare in amicizia tra me e lui, ho voluto credere che fosse cambiato. Ho pensato che passare un po' di tempo con un amico che prima o poi sarebbe ripartito per l'America non sarebbe stata la fine del mondo. Tu dici che ti fa soffrire il fatto che io abbia preferito lui a te e posso capirlo, ora lo capisco davvero però in quel preciso momento io pensavo solo al fatto che tu c'eri già, tu saresti rimasto, eri lì per me mentre Jaehyun se ne sarebbe andato di nuovo e ho...preferito, anche se non è la parola corretta, lui o comunque la sua compagnia. Sono stato cieco, non ho voluto vedere, non ho voluto soffermarmi sul suo modo di fare, a quanto fosse facile per lui infilarsi tra di noi. Ho aperto io lo spiraglio, gli ho permesso io di entrare. Ti ho voltato le spalle e ne sono profondamente pentito."

Be my heavenly scenery | taekookUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum