25. «Tu non te lo meriti.»

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Jungkook.




Calore. Percepivo uno strano calore e mi sentivo intorpidito.

“Jungkook?”

La voce di Taehyung mi chiamò e a quel punto pensai che forse stavo sognando, poteva essere l’unica spiegazione. Ero ancora nel mondo dei sogni e dal momento che lui non lasciava la mia mente neanche per cinque secondi, era venuto a trovarmi ancora una volta mentre dormivo. Lo avevo sognato tantissimo in quei giorni, avevo rivissuto moltissime esperienze fatte insieme, varie vacanze o semplici cene sul divano di fronte alla tv. In ogni mio bel ricordo c’era sempre e solo Taehyung.

“Guk? Ehi…”

Percepii una mano tra i capelli, del fiato caldo contro la fronte. Quel sogno cominciava a sembrare un po’ troppo reale. Mi mossi di poco e lentamente cominciai ad aprire gli occhi ma la mia vista era annebbiata.

“Buongiorno.” Lo misi a fuoco, era lì a pochi centimetri da me e mi aveva appena dato il buongiorno. “Mi si è addormentata una gamba, potresti lasciarmi andare almeno quella?” Sbattei un paio di volte le palpebre e poi improvvisamente mi colpì la consapevolezza di essere praticamente disteso sopra Taehyung.

“Oh mio Dio.” Imprecai, alzandomi di scatto senza aver ben capito in che punto del letto eravamo finiti e se un secondo prima era sul materasso, quello dopo mi ritrovai per terra e col gomito dolorante a causa della botta che avevo preso contro il comodino.

“Jungkook? Oh? Ti sei fatto male?” Si sporse dal letto e allungò una mano verso di me ma io istintivamente mi allontanai e lo guardai stordito. Non capivo cosa fosse successo, non poteva essere stato tutto un sogno, la litigata, lui che se ne va, non potevo aver dormito così tanto. “Jungkook…stai bene?” E poi mi ricordai, il mio cervello si attivò ed elaborò l’informazione di Mark Choi che viene scarcerato, il mio attacco di panico, Taehyung che mi coccola, Taehyung che mi bacia, io che bacio lui.

“H-hyung-“ Posai le braccia a terra per farmi forza per alzarmi ma il gomito mi diede un po’ fastidio. “Mi dispiace…i-io non volevo avvinghiarmi così, non me ne sono reso conto giuro.” I suoi occhi erano fissi su di me ed erano dolci, comprensivi. Avrei voluto che mi guardasse così sempre. “Mi dispiace di averti costretto a rimanere con me stanotte. Mi sembra di sbagliare tutto ultimamente, non faccio altro che chiederti scusa.” Abbassai lo sguardo, non riuscendo più a reggere il suo.

“Torna qui.” Sussurrò ed io tornai a guardarlo con fare interrogativo.

“Qui? Lì?” Indicai il letto e lui annuì. “Ma sei sicuro? Cioè i-io posso anche-“

“Smettila di parlare, quanto parli la mattina? Puoi per favore tornare a distenderti a letto in parte a me?”

Non aggiunsi altro e mi precipitai sul materasso, posizionandomi di lato per poterlo osservare meglio. Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti, ci guardammo e basta e io approfittai della situazione per prestare attenzione a quei piccoli dettagli che non vedevo da ormai una settimana e che mi mancavano, tipo i suoi due nei, uno sul naso e uno sotto l’occhio, i suoi occhi sembravano più piccoli da appena sveglio ma avevano comunque quel taglio particolare. E poi il mio sguardo cadde sulle sue labbra, volevo che parlasse, sentivo il bisogno fisico e mentale di osservare la sua bocca muoversi.

“Buongiorno.” Gli dissi sperando che mi dicesse qualsiasi cosa.

“Buongiorno. Ti fa male il gomito?”

Scossi la testa. “Non troppo.”

“Hai dormito bene?”

Annuii e non resistetti più. Mi spinsi in avanti e raggiunsi le sue labbra ma feci appena in tempo a sfiorargliele perché lui si spostò, tenendomi a distanza. Non disse niente, non mi guardò neanche. Semplicemente mi rifiutò così mentre io morivo dalla voglia di baciarlo e avrei dato qualsiasi cosa pur di essere ricambiato.

Be my heavenly scenery | taekookWhere stories live. Discover now