17. «Dobbiamo parlare.»

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Namjoon.




Avevo provato a chiamare Jimin più volte per congratularmi con lui e per scusarmi per l'ennesima volta per non essere stato in grado di essere presente alla sua laurea ma non mi aveva mai risposto. Ecco perché non appena il mio telefono cominciò a squillare pensai immediatamente fosse lui ma quando vidi un altro nome lampeggiare sullo schermo, il mio cuore si fermò.

Erano le dieci di sera e Seokjin mi stava chiamando.

Non lo avrebbe fatto se non fosse successo qualcosa di importante o di primaria importanza. E se non fosse stato lui a chiamarmi ma qualcun altro? E se lo avessero trovato e ora mi stavano chiamando dal suo numero per chiedermi un riscatto? E se invece fosse stato in Giappone e fosse venuto a cercarmi? Troppi -se-, troppa paura per rispondere e poi il mio telefono smise di suonare, aveva messo giù. Mi appoggiai al muro e decisi di uscire in terrazza per prendere un po' di aria, chiusi gli occhi e deglutii ma non ebbi il tempo di tranquillizzarmi perché Seokjin mi stava chiamando di nuovo.

Presi un respiro profondo e decisi di rispondere, ero abbastanza grande e pronto per affrontarlo, magari non sarebbe andata così male.

"Jin."

"Namjoon. Hai risposto."

Tremai appena al suono della sua voce, Dio se mi mancava.

"Ho risposto."

"Dobbiamo parlare."

"Di cosa?"

Sentii un sospiro e lo conoscevo abbastanza bene da aver già capito che fosse irritato o spaventato per qualcosa, probabilmente un fatto che mi riguardava e stava cercando di trattenersi.

"Devi andartene da Osaka. Il prima possibile."

"Perché?"

"Perché se non te ne vai entro un paio di settimane sei morto, i Kim stanno venendo a prenderti e io non so se voglio pagare 135 milioni per te."

Rimasi scioccato e senza parole a quella affermazione perché non avevo idea di che cosa si stesse riferendo.

"I Kim? I genitori di Taehyung? E perché vogliono 135 milioni? Per me? Da te?"

"No, idiota. I Kim. Quelli che hanno ucciso i tuoi genitori quando hanno provato ad uscire dal giro di traffico e spaccio di droga."

Congelai sul posto e sgranai gli occhi. Le gambe mi tremarono e dovetti sedermi a terra, strusciando contro il muro perché non avevo neanche le forze per tenermi in piedi.

"T-tu...tu lo s-sai? Come lo sai?"

"Kim Jongin, l'ex coinquilino di Jimin. È loro figlio. È successo un casino che non ho né tempo né voglia di spiegarti, Yoongi si occuperà di questa situazione però per quanto riguardata te, lui si è rivolto a me perciò ora dammi almeno una buona motivazione per salvarti il culo, Namjoon."

Non voleva pagare per me pur essendoci di mezzo la mia vita. Sentii il mio cuore frantumarsi in mille pezzi.

"Mi odi così tanto? Davvero ti ho deluso così profondamente?"

"Deluso? Mi hai spezzato il cuore. Per mesi mi sono sentito sbagliato, solo, abbandonato. Mi hai deluso tante volte e io ti ho sempre perdonato perché ti amavo però non questa volta. Potevi parlarmene, avremmo potuto trovare una soluzione insieme come abbiamo sempre fatto per tutto e tu invece hai preferito scappare da codardo, mentirmi, tenermi all'oscuro."

Perché mi amava. Tempo passato.

"Jinnie, ascoltami-"

"Non chiamarmi così. Mi dai fastidio. Sappi che è stato Hoseok a convincermi a chiamarti e a parlare come due persone civili per capire cosa cazzo ti è successo prima di prendere la mia decisione quindi non giocare con la mia pazienza."

Be my heavenly scenery | taekookWhere stories live. Discover now