Capitolo 36

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-Harry POV-

Mi svegliai per via della luce che entrava dai grandi finestroni della mia camera. Non mi rendevo ancora realmente conto di quando fosse grande la casa e la mia camera. Arredata completamente con mobili semplici ed eleganti sui toni del nero e del bianco. C'era una grande televisione di fronte al letto, una porta che portava alla cabina armadio e un'altra che portava al bagno. La moquette era morbida e grigia, mi alzai e mi infilai una maglietta. Mi andai a sedere sul divanetto dal quale riuscivo a vedere perfettamente tutta la città di Seattle. Ad un tratto bussarono alla porta.

"Avanti." Dissi con voce roca.

La porta si aprì ed entrò una donna bionda dagli occhi castani e stanchi sulla quarantina. Indossava una divisa e portava in mano un vassoio pieno di tutti i cibi che preferivo da colazione. Una tazza di tè, un bicchiere di spremuta, i French toast ricoperti di marmellata, probabilmente alla fragola, e gli shortbread inglesi.

"Buongiorno Signorino Harry, sono Miss. Clark, per qualsiasi cosa può chiedere a me." Si avvicinò e appoggiò il vassoio sul tavolino di fronte a me.

"La signora Lewis ha detto di scendere appena sarà pronto, vi porterà a fare un giro della città" mi istruì ed io ascoltai attentamente. Quando vide che non avrei detto niente si avviò verso la porta.

"Aspetta un attimo." Dissi frettolosamente. "Posso darti del tu?" Chiesi appena si voltò.

"Certamente, signorino Harry" annuì educatamente.

"Per favore, non chiamarmi più signorino, basta semplicemente Harry" annuì. "E... Ho una domanda, sarai qui anche quando ci trasferiremo?"

"Sì, Harry... Qui io entro al mattino presto e esco la sera dopo aver preparato la cena, a meno che tu non voglia cucinare." Fece una pausa. "Il che non sarebbe un problema" mi sorrise.

"Okay, allora domani scendo io per colazione, non c'è bisogno che me la porti e probabilmente qualche volta cucinerò io. Posso sapere il tuo nome?" Chiesi così da non doverla chiamare Miss. Clark.

"Non c'è bisogno, puoi chiamarmi Miss. Clark e basta. Oh... Ancora una cosa, Gemma ha detto, testuali parole, e mi scuso anticipatamente per il linguaggio: 'Dobbiamo parlare e avvertimi la prossima volta che scopate' " finì di parlare arrossendo dal collo in su.

"Ti prego, dille di non parlarti mai più così e grazie di tutto, Miss. Clark" sorrisi anche imbarazzato dalle parole di mia sorella.

"Nessun problema, per qualsiasi cosa io sono in cucina, Harry" e uscì lasciandomi solo con me stesso.

Mangiando la mia colazione pensai a moltissime cose. Sentivo già la mancanza di Bella e non solo, di tutti i miei amici. Sarà sicuramente difficile allontanarmi da loro, di sicuro Niall e Louis mi sarebbero venuti a trovare, ma Bella no. Lei non avrebbe neanche saputo dove sarei andato.

Le sue piccole mani su di me, le sue gambe lunghe e magre intrecciate alle mie mentre dormivamo, la sua voce, i suoi capelli al profumo di cocco e il suo sapore di Vaniglia. Tutte queste cose mi sarebbero mancate e non solo. Probabilmente le prime settimane avrei dovuto fare dieci docce fredde al giorno.

Finii il secondo French toast e gemetti per il sapore squisito. Tutto su quel vassoio era fantastico, adoro Miss. Clark solo per la colazione che mi ha preparato, ma non mi farò servire e riverire, mi basta solo che lei mi faccia la colazione. Per il resto mi arrangerò, anche se so che mia Zia non lo permetterebbe. L'uomo con cui si è sposata si chiama Robert Lewis e dirigono l'azienda di mio nonno insieme, per questo porta ancora il nome "Styles" cioè il cognome da nubile di Arabella.

Da mio nonno avevo accettato solo i soldi per comprarmi la casa a Brighton e non ne avrei accettati altri. Adrian, mio nonno, era un uomo fantastico e avrei davvero voluto diventare come lui, e assomigliare il meno possibile a mio padre.

Love Hurts ||Harry StylesWhere stories live. Discover now