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Il tragitto verso casa park fu abbastanza tranquillo per jeon jungkook,la quale assorto dalla strada retta e lunga dalla provincia marittima al centro Seoul si era solo concentrato al ricordo del biondo,preoccupato per le continue telefonate che puntualmente non prendeva.
Ebbene fece oltre un ora di strada in sella alla sua motocicletta di un nero corvino,preso da quella speranza di una riunione.

Voleva così tanto un suo abbraccio,un suo bacio,una semplice carezza che comunque racchiudeva quel sentimento così forte che stavano prevalendo man mano i due ragazzi.
Era veramente curioso su quella faccenda,sulla loro storia ora resa certa agli occhi di chi li conosceva.
Quella storia così assurda era un inizio per una nuova Realtà?
Lo sperava così tanto il moro oramai nelle strade della confusionaria Seoul.

Decise di chiamare un ultima volta colui che era ne suoi pensieri infrangendo una sua regola personale:tartassare la gente di telefonate.
Ebbene fece la sua 50esima chiamata inviata ma mai presa da colui che teoricamente aveva il numero di park jimin.

Sbuffò arreso con una lucidità nelle sue iridi non del tutto compresa a quella confusione che portava con sé jeon jungkook.
Scese dalla sella percorrendo di corsa la stradina sterrata raggiungendo l'abitazione dei park.

Salì i scalini con fretta incominciando a bussare in quella porta non del tutto sicura.
Bussò cercando di calmarsi, ispirando procurandosi della calma interiore.
Il suo labbro inferiore impercettibilmente sembrò tremare senza rendersene veramente conto.

Bussò nuovamente con più audacia scoppiando a piangere a quella vera e propria situazione di puro ignoro alla sua persona.
《JIMIN! CHE CAZZO APRI QUESTA DANNATA PORTA! MERDA》
Era scoppiato.

Era annegato nelle sue lacrime più salate pronunciando il nome di colui che era entrato nel suo cuore con una rabbia tale da accecare quel tormentabile senso di oppressione.
《APRI QUESTA PORTA JIMIN!!》
Non si rese nemmeno conto di quanto stesse urlando sotto quella nuvolosa giornata di inizio ottobre.

Fu solo quando scese di un gradino allontanandosi dalla sua postazione furiosa che vide la porta aprirsi con timore.
Gli occhi arrossati di jungkook captarono la figura tremante del piccolo hyunje,tra le mani il pupazzo kookie a renderlo ancora più piccolo alla sua figura.
Si catapultò sul bambino reso quasi piangente portandoselo alla sua altezza.

Accarezzò il suo capo nero abbracciandolo per renderlo più emotivo in quel momento.
《Piccolo,c è il tuo hyung qui?》
《N-no...mi aveva promesso che sarebbe tornato qualche minuto ma sono passate d-due ore》

Il bambino singhiozzò a quelle parole cercando con disperazione la figura del suo amato hyung.
《N-non avevamo molto in casa e lo hyung voleva comprare qualcosa per me, è rientrato da scuola e correndo mi aveva promesso che sarebbe tornato in poco tempo...》
《È andato a fare la spesa quindi?》

《Credo di si, ma a quest'ora sarebbe tornato a casa...sarebbe tornato da me》
《Lo aspettiamo dentro mh? Non prendere freddo adesso》
Disse il moro prendendo tra le proprie braccia il bambino piangente.
《M-mi manca...》
《Tornerà vedrai》
《È uscito per colpa mia hyung....dovevo starmi zitto..》

Disse il bambino appoggiandosi sul petto caldo del più grande.
Abbracciò il bambino avvolgendolo nelle sue forti braccia procurandogli quel calore mancatogli nelle ultime ore.
《Non avevo mangiato,in verità non c è nulla in casa 》
《Jimin non lo sapeva vero?》
Chiese il moro sedendosi nel vecchio e non del tutto comodo divano.

《No non lo sapeva, avrà preso così tanto freddo...》
《Tranquillo piccolino,per voi ci sarò sempre io mh?》
Il bambino cercò di sorridere a quella situazione riuscendo a ricevere ciò che tanto voleva,puro ed affetto personale.
Per quanto si possa parlare di un semplice bambino di 8 anni, park hyunje racchiudeva ciò che jeon jungkook cercava,la spensieratezza,la voglia sempre di non buttarsi giù e la gioia nelle piccole dimostrazioni.

Quel bambino sicuramente avrebbe dato lezioni di vita a chiunque, dalle persone più adulte a noi, sarebbe stato un ottima guida per chi si era focalizzato sulla monotonia della vita.
Hyunje era colui che tanto ammirava jungkook,un ragazzo che di felicità ne aveva vissuta accanto alla madre,colei che dopo qualche anno fu la causa della sua collera e rabbia repressa.

La sola vicinanza di jimin gli ricordava i dolci momenti con la madre,e forse per questo era diventato talmente innamorato del biondo da non rendersi conto che in quelle poche settimane aveva finalmente trovato colui che l avrebbe diretto alla felicità.
Perché si,jeon jungkook era follemente innamorato di park jimin.

Se ne rese conto piano piano,a piccoli passi.
Forse lo era sempre stato,forse doveva solo conoscere la verità.
Ma la verità è che doveva solo incontrarlo nella sua vita per avere ciò che tanto aspirava: la felicità .
E fu quando sentì la porta di casa park gli si crollò il mondo.
Vi era un bagnato park jimin,occhi rossi e lucidi, fradicio e reso infreddolito mentre tra le mani sopportava il peso delle buste della spesa.

Ci fu un silenzio alquanto drammatico che prese possesso la casa mentre jimin rimase di fronte a coloro che rimasero sbigottiti a quello stato tanto frastornato.
Ci fu solo un boato, un corpo privo di forze a cascare sul parquet di casa reso oramai rosso dal sangue fuoriuscito dal suo naso.

L urlo di hyunje non si sentì nemmeno nelle orecchie ovattate di jungkook,la quale si catapultò sulla sua figura oramai resa priva di conoscenza.
Urlò il suo nome rompendo quell atmosera di solo silenzio, o almeno per lui.
Sembrava quasi che non sentisse più,solo un rumore lineare ad accompagnare il suo udito.

Parlò,urlò, e si atteggiò in modo disperato a quella nuova realtà.
Jimin pareva non volersi svegliare e non ne potette capire il motivo.
Comprese una volta che si ritrovò nelle tasche di colui ora cullato dalle sue braccia,tra le mani adesso si ritrovò una bustina contenente una specie di polvere resa di un colore bianco latte.
Non seppe cosa ne contenesse ne tanto meno capire il motivo per il quale ce l aveva jimin,molto sicuramente adesso ingerita nel suo fragile corpo.

Il bambino rimase piangente in un angolo,accasciato tra le sue gambe guardando come oramai il cielo scuro della sua città accompagnava quella terribile scena.
Il sangue parve non volersi rassegnare fuoriuscito nuovamente dal naso arrossato del giovane park.

Si guardarono per qualche istante,il moro e il bambino.
Non sapevano cosa fare e di certo la miglior soluzione non era rimanere in quello stato.
Jungkook prese di corsa il suo cellulare annunciando ciò che era successo alla voce della donna ovattata dal suo pianto isterico.
Disse ciò che sapeva, sperando in una corsa veloce dell autoambulanza.

Aveva tra le mani il corpo turgido e biancastro della persona che amava, cercando di procurargli più affetto e amore possibile sperando che riuscisse a sentirlo.
Se avesse assunto droghe? Era palese.
Il motivo? Di certo jungkook non lo sapeva.
Ma la verità è che quella sera park jimin voleva farla finita portando un ultima volta le necessità che aspiravano i suoi familiari.
Che ci fosse riuscito al suo intento?

Questo non lo sapeva.

[....]
Im baaaaack Guys!
Scusate l assenza ma Non ho completamente avuto tempo per dedicarmi al continuo della storia.
Penso sia palese oramai dirvi che la storia sta prendendo una strada non del tutto rosa e fiori e questo vorrà dire che le tematiche saranno abbastanza pesanti.
Ci saranno un susseguirsi di momenti che andranno man mano a concludere la storia...
Spero vi sia piaciuto...e...curiose sullo stato di jimin?🤔

REFLECTIONHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin