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"Lo scrittore vi racconta la sua verità, celandola tra righe di bugie."

12 parole,3 righe,un significato.
Erano stampate di un inchiostro indelebile su quella pagina totalmente bianca con su scritto tali parole in mezzo a quella singola pagina di libro.

Park jimin aveva mentito, non si trovava al ritrovo bensì alla biblioteca accanto,immenso spazio di cultura e parole che tanto lo avevano affascinato.
Dopo la discussione con jungkook non ci fece molto caso al suo sesto senso,inebriato da un instabile voglia di quel posto.
Era silenzioso,grande e con porte finestre in gran parti dei spazi studio,ottimo per lui.

Quell atmosera di cultura saccente era ciò che jimin cercava nella sua più totale confusione .
Se prima si perdeva nei suoi pensieri come un vegetale adesso in essa aveva solo e pura confusione..
Non aveva mentito a jungkook,assolutamente, era vero il suo senso di oppressione con il nulla e questo gli recava timore, si chiedeva spesso perché a lui.
Sfogliò tal volta il libro nelle sue mani,appoggiato tra una delle assi degli alti scaffali.
Si perse nel suo silenzio amando come le persone passanti non facevano caso alla sua figura disposta in mezzo ai divisori.
Essi erano in pura pace e silenzio,ciò che bramava tanto il biondo .

Voleva tanto non pensare a nulla,tornare a pochi giorni prima dove si ritrovava in quel letto ospedaliero solo per il senso di vuoto che sentiva,oltre le perdite di memoria.
Eppure si sentiva così affranto,così stanco da quello che doveva essere il continuo della sua vita.

Non gli importava più,non importava granché il suo rinomato nome all interno della struttura scolastica,ne tanto meno la mancanza di soldi sui suoi fondi.
Gli importava solo ed esclusivamente il parere di jeon jungkook,che per quanto provasse a staccarsi da quei sentimenti era sempre li,punto ed accappo.
Non riusciva a toglierlo dalla testa,non riusciva a non pensare a lui.

Come non riusciva a non pensare alle mani di quell uomo su di lui.
Faceva cosi male ricordare,come i segni ancora impressi sulla sua pelle.
Sapeva che il moro aveva visto,ma non comprendeva perché non facesse domande.
Forse perché sarebbe stato inutile visto che non ne voleva parlare,il che era comprensibile.
Sentiva che il suo amato stava scoppiando,sentiva come piangeva,sentiva la voglia bramante delle sue labbra al tocco con il suo,ma jimin rimaneva impassibile volendo solo stringersi a lui.
E jungkook ne stava soffrendo a vederlo in quel modo.
Capi anche il suo strano ed impacciato modo di arrabbiarsi per essere uscito quella giornata senza dirgli nulla...ma sentiva di scoppiare.

Aveva i minuti contati e già il libro sulle sue mani gli aveva stufato.
Sembrava che lo volesse far sentire in colpa con tutte quelle citazioni di bugiardi e traditore.
Lui non era un traditore,lui era l esempio flagrante di ciò che rimaneva della sua anima.
E se non ci fosse stata la comparsa di jungkook poco ma sicuro sarebbe riuscito nel suo intento giorni prima.

Ebbene provò il così detto "suicido" quella sera,tanto stanco della sua vita.
I suoi calcoli mentali erano stati ben predisposti, avrebbe garantito un posto sicuro per la madre se veramente sarebbe rimasta in cura allo stato,certo sarebbe stata allontanata dal figlio hyunje ma lui era l unico che poteva puntare in alto.

Essendo minore poteva garantire ad un futuro migliore,magari sarebbe riuscito a farsi adottare da qualche famiglia benestante e chissà se ne poteva ricavare della felicità.
I suoi ricordi nel corso del tempo sarebbero dissolti come sabbia,come se la sua vita fosse stata sempre perfetta.
Direte pure che è un vero e proprio discorso da egoista ed ipocrita senza un lume di ragione.
Ma nella sua testa sembrava così perfetta come teoria.

La sua morte sarebbe stato la svolta decisiva per far cambiare la vita di ciò che amava.
Jungkook non avrebbe riscontrato problemi con il padre,si sarebbe sposato con una bella donna e avrebbe messo su famiglia,come nella sua vita era già stato prevenuto .

Insomma poteva garantire al meglio se veramente avrebbe accettato quel posto in Nuova Zelanda.
Eppure sapeva che fosse successo qualcosa,sapeva che se ne fosse andato di casa,o addirittura cacciato,era immaginabile visto che non rientrava da giorni a casa,ne tanto meno aveva le continue chiamate del padre.

Voleva stargli vicino con il suo piccolo,ma il suo stato mentale era ad un livello rischioso e questo era sotto agli occhi di tutti.
I suoi pensieri si interruppero solo quando nella sua corsia incontrò colei che doveva essere una bibliotecaria.
《le serve aiuto signorino?》
Disse la ragazza con i lunghi capelli neri raccolti in una cosa bassa.

Essa poteva avere poco più di 22 anni,ammirevole come una giovane donna era amante di così tanta bellezza.
《N-no credo di aver finito 》
《Ottima scelta,un po narcisista come opera ma abbastanza facile da capire》
Disse lei squadrando il libro ancora nelle mani di jimin.
《S-si..ha ragione,una scelta un po presa sul momento 》

《Non ti vedo spesso qui,sei nuovo?》
《Diciamo che non sono della zona ecco,ma è affascinate questo posto》
《Non posso che darti ragione,vengo presa da topo da biblioteca da tutta una vita,ma solo chi sa interpretare questo posto potrà trovare una meritata pace interiore 》

《Hai perfettamente ragione,piacere jimin》
《piacere mio, chiamami pure lus》
《Senti..lus,posso chiederti una cosa?》
《Certo dimmi pure》

《L altro giorno ho avuto il piacere di conoscere una tua collega,vorrei tanto chiederle un informazione su un libro》
《Ricordi il suo nome?》
《N-no...era una signora di mezza età con lunghi capelli rossi raccolti in una coda,portava degli occhiali da vista neri》

《Non credo ci sia del personale così qui,sei sicuro che era una mia collega?》
《Portava il tesserino e stava sistemando uno scaffale della sezione H》
《Impossibile mio caro,la sezione vecchia è chiusa da oltre un mese per restaurazioni, è una delle più antiche e prime di questa grande struttura,improbabile che tu sia riuscito ad arrivare li》

《A-allora si sarò confuso...scusami》
《Yah sono più grande di te di qualche anno,non essere cosi teso,adesso devo andare...spero vivamente di trovarti nuovamente qui jimin》
《ti ringrazio ancora lus...arrivederci 》
La ragazza gli sorrise compiaciuta prima addentrarsi sulla sua altra tappa.

Nel mentre jimin rimase impalato lì cercando di capire ciò che la giovane donna gli disse qualche minuto prima.
Come era riuscito ad entrare in una sezione del tutto estrania di quella biblioteca.
E chi diamine era la donna dai lunghi e ricci capelli rossi?
Era ciò che si chiese jimin in quel momento.

Non rimase allungo a pensarci visto che una notifica gli arrivò sul cellulare.
Era un tweet,tweet di jeon jungkook.

Sorrise di rimando a quella dolcezza,aveva acquisto delle rose solo per lui,per quella sera tanto speciale per lui

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Sorrise di rimando a quella dolcezza,aveva acquisto delle rose solo per lui,per quella sera tanto speciale per lui.
Voleva tornare alla normalità,davvero,e sapeva che forse accompagnato da jungkook ci sarebbe riuscito.

Aveva i minuti contati e decise di mollarsi da quella postazione.
Usci quindi dalla struttura salutando le dolci bibliotecarie sempre disponibili nell entratino non volendo pensare minimamente a quella nuova scoperta.

Che ci entrasse di mezzo il destino?
Probabile.

REFLECTIONWhere stories live. Discover now