Capitolo 39

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Ero sicuro che sarei uscito dall'Università con una buona media di cui andare fiero, ma mai mi sarei aspettato di uscire addirittura con la lode. Avevo passato le ultime settimane dopo "l'incidente" a studiare e studiare come un mulo armandomi di litri di caffè super zuccherato per rimanere il più sveglio possibile. E finalmente dopo tre anni, ero riuscito ad arriva dove volevo, a dove avevo puntato, ed ero sicuro, che da qui in poi la mia carriera sarebbe stata tutta in discesa. Avevo reso orgogliosi i miei genitori, i miei amici che neanche per un istante avevano dubitato sulle mie potenzialità e speravo con tutto il cuore, che anche la mia dolce nonna da lassù foste orgogliosa di me. Mi mancava come l'aria e mi sentivo in dovere di fare qualcosa anche per lei per questo avevo deciso di spostarmi a Seoul per studiare e renderla fiera. Volevo essere qualcuno, e non mi sarei fermato.

-"Taetae ti sei portato la casa dietro per il weekend?" Sbuffo mettendo la valigia nell' auto di Jimin, e poi salgo sul lato del passeggero allacciando la cintura -"sai come sono fatto nanetto" gli tiro un buffetto sul capo e lui ridacchia -" devo essere sempre pronto a qualsiasi evenienza" rotea gli occhi e mette in moto. Ci aspettano parecchie ore di auto. L'ansia di rivederlo mi sta mangiando vivo.

Il viaggio è stato più o meno tranquillo, per fortuna non abbiamo trovato traffico e abbiamo ammazzato il tempo parlando dei nostri progetti futuri adesso che abbiamo finito l'università e ci siamo messi d'accordo su Tokyo. Si perché il giorno dopo aver letto la lettera di Jungkook, io e Jimin abbiamo fatto domanda ad un agenzia pubblicitaria per fare un tirocinio di sei mesi. Sono stato io a convincerlo che sarebbe stata una buona idea staccare un po' da Seoul e dai nostri rispettivi problemi d'amore. Perché per quanto il mio amico faccia finta di nulla, io l'ho notato che essere stato rifiutato da Yoongi gli ha spezzato il cuore, e beh, io sono la persona più adatta per capire che un cambiamento gli possa fare solo che bene. Io, d'altro canto, ho cercato di farmi forza e anche se la notte è ancora un momento duro per affrontare i giorni passati lì dentro, l'essere stato drogato, l'essere stato sparato ed essere stato abbandonato dalla persona che amavo, e che amo ancora, le crisi di panico sono passate e ho cercato con tutto me stesso di vivere. Di tornare a vivere, anche se con una parte di cuore in meno.

-"Tae siamo arrivati" annuisco stanco e mi stropiccio l'occhio. Avrò dormito un'oretta; ho cercato di stare il più sveglio possibile per tenere compagnia a Jimin, ma dopo tante ore così, inevitabilmente, mi sono addormentato. -" i miei dovrebbero essere già a casa" mi stiracchio e scendo dall'auto seguito dal mio amico, e, dopo aver preso le nostre valige, ci avviamo verso il vialetto che ci divide dal portone della villetta. I suoi genitori ci hanno accolto con abbracci e baci. Non era assolutamente la prima volta che venivo qui, anzi un anno abbiamo anche, passato tutti insieme le vacanze di natale a casa del mio amico quindi è come una seconda casa per me dato la mia forte amicizia con il nanetto. I genitori dopo una super accoglienza fatta di caffè e cioccolatini, ci hanno lasciato soli per andare a fare un po' di spesa. Io e Jimin ci siamo sistemati nella camera e dopo esserci dati una sciacquata, siamo scesi in soggiorno -" Tae quando eri a fare la doccia ho scritto ad un mio vecchio amico per chiedergli se avesse sentito il cognome Jeon" rimango fermo immobile non pronunciando alcun suono, lui si avvicina a me con sguardo premuroso e mi accarezza -" vuoi sapere se lo ha trovato?" Mi mordo il labbro cercando di calmare il mio cuore impazzito -" hai già notizie?" La mi voce esce flebile come se avessi paura della risposta, e lui annuisce. Cerco di prendermi un momento coprendo il viso con le mani e quando sento che il mio battito si fa quasi normale lo invito a parlare con un gesto del capo -" lo ha trovato" sospira e il fiato mi manca -" lavora in un ristorante a cinque minuti da qui e abita in una villetta di qualche isolato più in là " mi prende le mani e le stringe -" io so che è difficile ma siamo venuti qua anche per questo no? Potrai finalmente avere le risposte che ti meriti e poi deciderai cosa fare" mi abbraccia forte e io mi lascio andare sulla sua spalla piangendo e buttando fuori tutta la mia ansia e tristezza che ormai fa parte di me.



-" Chim io non credo di farcela io sto per avere un infarto" mi porto la mano al petto e il mio amico mi prende il viso tra le sue mani -" fai dei respiri profondi Tae io sono qui e non vado da nessuna parte" guardo in cielo cercando qualcosa, qualcuno che mi dia la forza e poi porto il mio sguardo davanti a me. Siamo andati al ristorante dove lavora e il capo ci ha avvisato che era il suo giorno libero e che quindi saremo dovuti tornare domenica; ma Jimin, testa dura con me, dopo essere usciti dal ristorante, mi ha preso per mano tirandomi senza darmi la possibilità di capire e portandomi davanti ad una casetta avvisandomi che qui è dove abita. -" io ti aspetto qui Tae" scuoto la testa e mi aggrappo alle sue spalle -" no ti prego accompagnami " una lacrima mi scende e lui annuisce riassicurandomi. Arriviamo molto lentamente davanti alla porta e quando leggo due cognomi alzo un sopracciglio -" di chi è l'altro?" Jimin alza le spalle confuso quanto me e con la mano tremante suono trattenendo il fiato. Dopo qualche minuto di silenzio la porta si apre e una ragazza con i capelli lungi e biondi ci apre -"posso aiutarvi?" Rimango con le labbra socchiuse bloccato e Jimin, notando la mia espressione, fa un passo avanti -" ciao scusa qui abita Jungkook?" La ragazza annuisce sorridendo e con occhi curiosi si avvicina -" si Kookie è dentro che si sta facendo la doccia voi siete?" Si sposta una ciocca dietro l'orecchio continuando a sorridere mentre dalle mie labbra esce un "Kookie?" Scioccato. La gamba inizia a tremare e una brutta sensazione al petto cresce fino a farla uscire anche nella mia espressione -"siamo degli amici di Seoul è da un po' che non lo vediamo" il mio amico mi tira una gomitata senza farsi vedere e annuisco ancora spaesato -" oh che bello non mi ha mai raccontato dei suoi amici anzi cercava sempre di deviare il discorso" ridacchia e apre di più la porta -" entrate pure sicuramente kookie sarà felicissimo"
Già Kookie Sara felicissimo...



La ragazza che da come ha detto si chiama Sana, ci ha portati in soggiorno facendoci accomodare ed è tornata con vari dolci che io ho riufiutato cordialmente. Sono troppo in ansia per mangiare è ancora non ho capito che tipo di relazione c'è tra lei e il mio Jungkook. Sana inizia una conversazione per intrattenerci ma l'unico che sembra stare ad ascoltarla e Jimin. Io sono troppo preso a mordermi il labbro fino a farlo sanguinare per scaricare la tensione. Poi, la sua voce mi risveglia facendomi sobbalzare -" Ei Sana con chi stai parlando?" Jungkook scende le scale guardando il telefono, un nuovo telefono, senza alzare il viso. Il mio cuore smette di battere. I capelli sono sempre lunghi e mossi, ma ha fatto un codino anche se si nota che è appena uscito dalla doccia, ha solo un pantalone addosso e un'asciugamano sulle spalle. La faccia rilassata e gli occhi non hanno nessun brutto segno di occhiaie che molto spesso lo caratterizzava. Mi sembra diverso, quasi rinato -" Kookie ci sono i tuoi amici di Seoul" sbarra gli occhi ancora con la testa sul telefono e il tempo sembra fermarsi per me. Jimin mi guarda ma io non riesco a fare a meno di cercare un contatto visivo con lui e, quando succede, il mio cuore riprende a battere così veloce da farmi spaventare -" Taehyung" la sua voce sussurra il mio nome e lentamente si avvicina -" non mi hai mai parlato di loro Kookie" non risponde alla ragazza ma si ferma davanti a me dopo aver dato uno sguardo a Jimin -" che ci fai qua?" Sembra veramente scioccato ma per mia fortuna non è infastidito, anzi, sembra quasi stupefatto -" io-io" deglutisco sentendo le lacrime agli occhi e lui si abbassa sui talloni per essere alla mia altezza -" io sono venuto qui a casa di Jimin per festeggiare la laurea e" mi blocca con un verso sorpreso sorridendo facendomi tremare -" ti sei laureato?" Annuisco e mi schiarisco la gola secca -" già c'è l'abbiamo fatta" Jimin fa un verso felice ma il moro, continua a guardare solo me -" bravissimo" sorrido lievemente prima di essere interrotto da Sana -" volete rimanere per cena?" il mio amico mi guarda per farmi rispondere affermativamente ma io scuoto la testa -" no grazie noi eravamo solo passati per salutare Jungkook " mi mordo il labbro e abbasso la testa -" come hai fatto a trovarmi?" Mi alza il mento e io mi perdo nei suoi grandi e lucenti occhi come se fosse per la prima volta -" ha importanza?" Lo sussurro talmente piano ma Jungkook mi sente e mi lascia il mento solo per accarezzarmi la guancia con le mani calde -" no tigrotto non ha importanza sono felice di averti rivisto" una lacrima mi scende, e anche se sento la ragazza chiedere a Jimin il perché delle mie lacrime, non riesco a trattenermi -" non piangere Tae" mi copro il viso e inizio a singhiozzare -" Sana, Jimin potete lasciarci soli?" Sento dei passi allontanarsi e il moro, mi prende le mani per scoprire i miei occhi -"perché?" Rimane in silenzio e io, anche se preso da una crisi di pianto, alzo il viso e lo guardo chiedendogli disperatamente di darmi delle risposte -" te l'ho scritto nella lettera" si morde il labbro e mi prende una mano -" non dovevi decide tu per me" gli stringo la mano e rimaniamo a fissarci. I suoi occhi sono completamente sani. Nessuna pupilla dilatata, nessun rossore -" hai smesso vero?" Annuisce e il pianto mi travolge di nuovo alle sue parole -" l'ho fatto per te, per non aver reso vano il tuo tentativo di aiutarmi a vivere " mi abbraccia e anche se meno esplicitamente, lo sento piangere sulla mia spalla -"Io ti ho rovinato la vita ma tu hai aggiustato la mia"

YOUR LIGHTWhere stories live. Discover now