Capitolo 30

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Quella mattina, sin dalle prime luci dell'alba, sul veliero pirata alleggiava un'insolita aria che rendeva nervosi ed eccitati tutti i suoi componenti: aria di cambiamento.

Le grotte di Ehsul, la meta che avevano avuto per quei quasi due mesi di viaggio, era finalmente sopra le loro teste. Così vicina, così spaventosa, così affascinante agli occhi del capitano Jungkook che era per l'ennesima volta che si incantava a guardarne i dettagli che nei giorni precedenti, con il suo cannocchiale, non era riuscito a distinguere. L'acqua era di un colore cristallino vicino la roccia e a soli pochi metri di distanza tendeva a scurirsi sempre di più, facendogli capire la profondità delle acque sotto di loro.

Solo il rumore dell'ancora gettata in mare fu in grado di fargli distogliere nuovamente lo sguardo, e insieme ad essa anche i rumori dei suoi uomini in superfice intenti a preparare le merci per il viaggio che avrebbero affrontato da lì a qualche ora.

Era salito fin sopra la coffa, arrampicandosi tra le corde disposte a griglia, e da qualche minuto stava osservando la situazione generale. Alla vedetta – che aveva congedato – aveva detto di voler godersi la vista, ed in parte era vero, ma la vera ragione per il quale si trovava lì era per tenere d'occhio gli uomini che volevano farlo fuori, poter osservare qualsiasi movimento sospetto e specialmente assicurarsi che nessun carico che aveva acquistato fosse tra quelli che avrebbero portato con loro. Aveva una lista mentale che partiva da chi avrebbe voluto volerlo fuori dal ruolo di capitano a chi lo voleva morto, e tranne qualche pirata, la maggior parte provava rancore nei suoi confronti; per quel motivo risultava così difficile poter tenere sott'occhio tutti.

Un tocco leggero sulla spalla lo distrasse e fece scattare verso colui che di soppiatto si era avvicinato a lui. Afferrò il polso esile e lo strinse nella mano con forza, e solo quando sollevò gli occhi e i suoi sensi riuscirono a tornare a comandare la sua paura si accorse di quell'inconfondibile odore di rose e la zazzera bionda dell'omega principe a bordo della nave.

Vide i suoi occhi sgranati per quel suo gesto brusco e subito allentò la presa. «Taehyung, sei tu.» sospirò, aspettando una qualsiasi reazione da parte del biondo per quel suo gesto, ma che gli sorrise solamente andando poi ad afferrare la stessa mano che gli aveva strinto il polso per portarla sulle labbra e lasciarvi un piccolo bacio a schiocco sulla nocca sporgente.

«Non credevo fosse così facile spaventarti.» ridacchiò andando poi a poggiare i gomiti sul parapetto della coffa, guardando per un momento giù e tornando indietro subito dopo per le vertigini che l'altezza gli causò.

«Ero sovrappensiero.» rispose senza entrare nel dettaglio e sorridendo per quella nuova conoscenza. «Cosa c'è? Paura dell'altezza?» ridacchiò andando ad afferrare nuovamente la mano del biondo e portandolo nuovamente sul bordo.

Taehyung si avvicinò titubante e guardò giù solo per qualche secondo prima di distogliere lo sguardo. «Non prendermi in giro.» disse con un broncio «E' solo che qui è davvero alto.»

«Allora perché mi hai seguito?» chiese con un piccolo ghigno sulle labbra frapponendosi poi tra il parapetto e l'omega, attirandolo per la vita.

Da così vicino poté notare i capelli biondi quasi risplendere sotto la luce del sole, quegli occhi ancora più chiari e intrisi di un luccichio adorabile, e poi le gote colorarsi di quella sfumatura simile al colore del cielo durante il tramonto. «Mi sembravi pensieroso e volevo sapere se andasse tutto bene.» ammise senza troppi giri di parole, facendo morire il sorriso sul volto dell'alfa.

Non voleva dirgli la verità, preferiva che rimanesse all'oscuro di tutto ciò che i suoi uomini avessero progettato alle sue spalle così che il loro addio avrebbe potuto essere pacifico e conservato come un bel ricordo.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇKde žijí příběhy. Začni objevovat