Capitolo 46

527 58 12
                                    

Il ticchettio dell'orologio era l'unico suono udibile in quella stanza ricolma di uno strano silenzio. A volte un sospiro interrompeva quel rumore statico insieme al quello ritmico delle dita sbattute sulla scrivania in legno ad intermittenza, chiaro segno di impazienza e ansia.

Quando le ventidue scattarono il suono delle campane risuonò prendendo alla sprovvista l'omega presente all'interno della stanza. Si accasciò sulla scrivania e rinchiuse la testa tra le sue braccia poggiate sulla superfice, così di non farsi male, mentre un mugolio disperato uscì dalle sue labbra.

Ricordava come se fosse avvenuto qualche secondo fa – quando invece erano già passate cinque ore – come Jungkook avesse fatto irruzione nella sua stanza con aria furtiva per comunicargli in fretta e furia che c'era stato un cambio di piani.

Seokjin era finito prigioniero, catturato dagli uomini di Bogum. Con molte probabilità erano riusciti a intercettare il suo odore e risalire a lui come colui che quella notte aveva origliato la loro conversazione. Nessuno dei due avrebbe mai lasciato il medico in balia degli uomini di Bogum, consapevoli che con l'attacco dei mercenari sarebbe finito vittima di quell'attentato, per questo quando Jungkook gli aveva comunicato che l'avrebbe tirato fuori da lì l'unica cosa che aveva potuto fare era annuire sperando dentro di sé che tutto andasse per il meglio.

Ma erano già passate così tante ore che temeva che qualcosa di brutto fosse successo laggiù.

Con Jungkook aveva stabilito che al risuonare delle campane allo scoccare della mezzanotte, si sarebbero incontrati nel suo studio per poter fuggire insieme. E che se non l'avesse visto arrivare, di continuare con il piano di fuga da solo e raggiungere con uno dei destrieri presenti nella stalla, Namjoon e gli altri. Non gli aveva dato la certezza che ce l'avrebbe fatto e questo lo tormentava causandogli un dolore al petto che probabilmente una ferita da spada gli avrebbe fatto meno male.

Decise di distrarsi – per quanto poteva rinchiuso nella sua stanza da ore – per togliersi dalla testa quei pensieri che non facevano altro che creargli paranoie e ansie, e al contrario ripescare dal suo armadio alcune coperte da infilare nel sacco che aveva preparato, in caso di emergenza, che avrebbe portato con sé durante la fuga.

Fece giusto in tempo ad aprire le ante del suo armadio e individuare ciò che gli serviva che un improvviso bussare lo fece scattare in direzione della porta e aprire quest'ultima con un sorriso e degli occhi così brillanti e ricolmi di felicità che non credeva lui stesso di poter possedere.

Quando quest'ultima rivelò chi ci fosse dietro di essa, però, il sorriso morì all'istante e la felicità venne sostituita in un millesimo di secondo da astio e paura.

«Vostra Altezza.» lo salutò il comandante Bogum dinanzi la sua porta. Strinse i pugni improvvisamente rigido e fece due respiri profondi per calmarsi e cercare di parlare con quanta più tranquillità possibile.

«Comandante. Cosa vi porta qui a quest'ora?» la mano si strinse attorno alla maniglia, nascosta dietro la porta, mentre cercava di tenerla salda in modo tale che in qualsiasi momento al minimo passo falso, avrebbe potuto chiuderla velocemente così da confinarsi al suo interno e non permettere al comandante di entrare.

«Ho bisogno del vostro permesso per poter entrare nelle stanze del mio futuro compagno?» un piccolo ghigno contornò le sue labbra mentre con il palmo della mano sulla porta provò a spingerla per aprire quest'ultima maggiormente, riuscendoci senza troppi problemi.

«Secondo la tradizione non potremmo stare in una stanza da soli.» lo vide entrare e guardarsi intorno come se stesse cercando qualcosa o qualcuno, per poi sedersi in maniera scomposta sul suo divanetto.

«La tradizione afferma anche che l'omega debba essere puro nel momento del matrimonio, quindi perché dovrei rispettarla quando lei è il primo a disonorala.» ridacchiò osservando il grande ventre dell'omega, ormai impossibile da nascondere.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now