Capitolo 4

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I passi riecheggiavano tra quei corridoi deserti, il sole illuminava il pavimento pieno di cenere e resti di macerie riproducendo la forma delle grate e accecando talvolta il viso di Taehyung che cercava di scorgere cosa si trovasse al di fuori di quelle mura.

I capelli biondi oscillavano scontrandosi con l'aria che la sua camminata cadenzata spostava mentre non poteva fare a meno di non notare come, più si inoltrassero all'interno di quel vecchio palazzo, più gli interni si faceva chiari e puliti: le arcate sul soffitto erano bianche ed i muri color oro, decorati da qualche carta da parete piena di strani motivi che riprendevano il colore dorato. Il pavimento si faceva sempre più lucido e i primi uomini iniziarono a popolare quelle mura.

Si guardò interno cercando di mantenere lo sguardo basso. Jungkook camminava molto più avanti rispetto a lui ed al ragazzino beta che ogni tanto si premurava di lanciargli qualche occhiata silenziosa. Fino a quando con un flebile «Da questa parte.» il ragazzino non portò i due a svoltare in un corridoio a sinistra. L'illuminazione scarseggiava in quel preciso punto, ma una porta in legno e dal pomello in oro era sorvegliata da una guardia, la quale senza fiatare, semplicemente aspettò che i nuovi arrivati nel palazzo arrivassero a poca distanza da essa prima di aprire quella porta e rivelarne un interno decorato da tappeti rossi, quadri e un'infinità di libri che sembravano con i loro colori costituire tutta la parete retrostante ad una grande scrivania. Era di legno lucido e sopra di essa v'erano qualche strano modellino di un veliero – Taehyung non ne aveva mai visto uno così ben riprodotto prima d'allora – ed una specie di registro; dietro di essa invece una donna dai lisci capelli color pece sostava. Le gambe snelle poggiavano sulla superfice della scrivania, mentre il vestito bianco spaccato a metà su un lato della gamba le scivolava verso il basso ad ogni movimento.

Le labbra carnose e a forma di cuore si arcuarono in un sorriso quando vide i suoi nuovi arrivati mentre riportava le gambe composte e i piedi nudi a toccare il terreno. Si alzò, rimanendo dietro la scrivania e con un veloce gesto della mano, elegante e fine come l'aria che trasmetteva la sua figura, portò una gran parte di capelli dietro le spalle, lasciando il collo scoperto, per poi posare le mani sulla superfice del tavolo. «Guardate un po' chi ci ha fatto onore della sua visita.» rise con voce velenosa però – contrastando con la gentilezza che i suoi movimenti e che la sua figura aveva trasmesso fino a poco fa – costringendo il pirata ad indurire la mascella per trattenere l'istinto di spezzare il collo a quella donna omega fin troppo viziata e presa da sé stessa. Ma d'altronde, fin da quando avevano fatto il loro primo incontro in quella stessa stanza, elle non era cambiata di una virgola.

Taehyung riuscì a studiare solo le spalle rigide del pirata mentre il beta che teneva stretta la sua corda lo portò in un angolo della stanza – così da non disturbare e non dare nell'occhio –, permettendogli comunque di poter osservare l'ambiente circostante e sentire la conversazione che aveva appena iniziato ad animare la stanza.

«Jeon Jungkook, il famoso capitano della Esmavros.» la donna studiò con occhi attenti l'alfa che si trovava d'avanti, facendo segno con la mano al corvino di sedersi su una delle poltrone poste di fronte alla sua scrivania, prima di tornare a sedersi comodamente sul trono in oro che aveva sradicato dal pavimento per farselo portare nella sua stanza dai suoi uomini. «Dimmi, sei qui per pagare finalmente i tuoi debiti o aggiungerne altri?»

L'uomo ignorò l'invito della corvina sul sedersi, ed al contrario rimase immobile al suo posto, rigido e pronto a ribattere ad ogni parola velenosa che ella gli avrebbe lanciato contro. «Nessuno dei due. Ma credo che oggi potremmo dire finalmente addio ad ogni nostro astio e smettere di farci la guerra a vicenda.»

Gli occhi di Taehyung vagarono per qualche momento sul profilo del pirata, quando terminò la frase che suscitò un improvviso interesse nell'omega di fronte a sé, prima di girare lo sguardo verso la pare te di libri accanto al muro e cercando di individuare tramite i titoli di quei libri un qualcosa che riconducesse a ciò di cui stavano parlando, nel vano tentativo di trovare informazioni utili, ma i suoi occhi riuscirono a catturare qualcosa di meglio.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now