Capitolo 38

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Il tempo non gli era mai sembrato scorrere così lentamente come quella notte. Chiuso in cella con il corpo dolorante e gli acciacchi della fame, aveva continuato a guardare la sua mano dove in un tempo indefinito, prima di quello, aveva toccato dopo tanto tempo l'omega che aveva conquistato il suo cuore e la sua mente. La sensazione di calore sembrava essere rimasta impressa, insieme alla rotondità che non gli aveva fatto sorgere nessun dubbio, al contrario un'unica e sola certezza.

Era rimasto sorpreso tanto da perdere le parole. In realtà queste ultime erano così tante che anche solo unirle per comporre una frase o una domanda di senso compiuto gli era risultato difficile, facendolo al contrario boccheggiare. Quando lo hai scoperto? Come sei stato? È stato difficile?

Solo quando lo aveva visto andare via sotto i tocchi di quell'uomo aveva ritrovato le forze per parlare, ma ormai era troppo tardi. Non avrebbe mai immaginato che l'unica volta in cui l'uno si era concesso all'altro, avrebbe causato un simile incidente. Ricordava come fosse ieri quella notte e di come il calore del principe fosse ormai sparito da giorni. L'unica cosa riconducibile era quello strano episodio accaduto proprio durante l'atto e che, al tempo, nessuno dei due aveva saputo spiegare.

Sospirò e portò la stessa mano che stava osservando da ore a scompigliare i capelli lunghi, scostandoli dal suo volto. Ora che sapeva quel piccolo quanto importante particolare, molte cose tornavano a collegarsi tra loro: tra cui la sua prigionia e non la sua condanna a morte.

Non riusciva a pensare, immaginare qualunque cosa nella sua mente che potesse riprodurre cosa sarebbe successo d'ora in poi. In testa c'era solo il vuoto e nient'altro.

Quando udì il rumore delle catene e poi di alcuni passi gli sembrarono passare solo pochi minuti, quando in realtà al di fuori di quella cella l'alba era ormai alle porte. La figura dello stesso alfa che aveva portato via Taehyung ore prima fece nuovamente la sua comparsa e questa volta con uno sguardo che non lasciava trasparire nulla. Se nei giorni trascorsi in cella – e quelli dopo il suo arresto – aveva ben capito che andasse poco a genio a quel tipo, in quel preciso momento il suo sguardo non gli trasmise alcun sentimento che fosse beffa o rabbia.

Un sospiro uscì dalle labbra di quell'uomo che, quasi se avesse lasciato la maschera che indossava dietro le porte di quella torre, si scompose assumendo una posizione a braccia incrociate e poi picchiettò un dito sul suo bracco in un misto tra il nervoso e lo spazientito.

Non si erano mai parlati, nemmeno quando nei giorni precedenti quel soldato era entrato nella sua cella per sfogare la sua rabbia a suon di pugni e calci. Jungkook era ridotto male e i dolori che provava lungo la schiena o le costole erano insopportabili, ma ciò non stava a significare che non fosse abituato. Era un pirata che sin da giovane aveva combattuto nelle peggiori battaglie, era diventato capitano grazie alle sue capacità ed era riuscito a sopravvivere molte volte, compresa quella in cui proprio l'alfa che gli si trovava di fronte aveva cercato di ucciderlo distruggendo le grotte. Era sfuggito a fame e sete, e più di tutto era riuscito a sopravvivere anche all'assenza dell'unico omega di cui si era innamorato.

Quelle ferite erano nulla in confronto.

«Ammetto che preferirei sbarazzarmi subito di te, ma purtroppo questo non rientra tra i piani del re.» alzò gli occhi al cielo quasi stesse parlando da solo e non con il pirata lì presente «Presumo che tu sappia, no?» questa volta la domanda venne rivolta completamente a lui.

Il suo pensiero andò subito al bambino in grembo a Taehyung. Rimase in silenzio assottigliando lo sguardo in attesa che l'altro parlasse perché di certo non avrebbe proferito alcuna parola, esattamente come aveva fatto nei giorni precedenti.

Quando al Comandante Park arrivò in risposta solo del fastidioso silenzio l'irritazione prese subito il sopravvento ma cercò di contenersi. Avrebbe comunque potuto sfogare tutta la sua rabbia tra poco meno di un'ora. Dalla tasca interna della sua divisa estrasse un foglio giallastro arrotolato e sigillato con lo stemma reale che si premurò di aprire così da poter leggerne il contenuto.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now