Capitolo 40

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I campanili risuonavano sulla torre più alta del palazzo riempiendo con le loro vibrazioni l'aria fredda che riempiva di condensa le stanze più calde all'interno delle mura del regno. La luce bianca del sole era accecante, nonostante fosse coperta da delle leggere nuvole bianche che rendevano ancora più cupo il cielo sopra le loro teste.

Era quello il panorama che osservava ormai Taehyung, chiuso all'intero del suo studio. I documenti lasciati in sospeso erano ancora lì, sulla sua scrivania, sparsi disordinatamente in attesa che venissero degnati anche solo di uno sguardo. L'unica cosa che riusciva a fare però era rimanere lì ad osservare ancora più lontano: il mare.

Talvolta nella sua mente correvano i ricordi di quando aveva raggiunto per la prima volta il veliero reale che aveva sancito poi un cambiamento drastico nella sua vita. Desiderava poter farlo di nuovo, salire su un veliero e allontanarsi da tutti i problemi che da quando era arrivato a palazzo erano cominciati. Ma la cruda realtà era un'altra e lo aspettava proprio fuori da quella porta.

Scosse la testa come per scacciare via i pensieri e chiuse con un tonfo il libro che aveva lasciato aperto al bordo della sua scrivania – un vecchio libro donatogli dal medico in cui avrebbe potuto apprendere alcuni "trucchi del mestiere" per quando il suo bambino sarebbe nato – e si alzò per poter uscire dalla biblioteca.

Dal sole non ancora alto nel cielo poteva dedurre che fosse giunto il momento di raggiungere un altro luogo che ultimamente visitava spesso: l'infermeria. Il pirata era ancora indebolito dalle molteplici ferite che la punizione inflittagli da Bogum gli aveva causato, ma dopo quasi ben due settimane le sue condizioni erano nettamente migliorate. Il suo essere alfa gli permetteva una veloce, anche se non perfetta, guarigione; così come gli unguenti del medico permettevano una rimarginazione meno dolorosa e omogenea delle ferite. I segni sarebbero per sempre rimasti sulla schiena dell'alfa, ma avrebbero potuto limitare i danni per quel che era possibile.

Quando raggiunse la stanza, dall'esterno poté sentire già le ormai abituali imprecazioni da parte del pirata. Sorrise e abbassò la maniglia facendo il suo ingresso, non sorprendendo i due ormai abituati a quel tipo di giornate.

«Dannazione!» grugnì l'unico alfa presente nella stanza, stringendo i denti quando il medico strinse un po' troppo le bende attorno al suo busto. «Con la tua inesistente delicatezza avresti potuto essere tranquillamente un attrezzatore sulla mia nave.»

Un sospiro fuoriuscì dalle labbra del medico e, quasi come se stesse cercando di infastidire ancor di più il pirata, strinse più forte le bende facendolo grugnire. «Le mie mani sono sprecate per dei pirati, e inoltre guadagnano molto di più. Tu piuttosto, che razza di pirata sei? Lamentarti per ogni minimo graffietto...»

«Graffietto? Questi ti sembrano—»

«Andrete mai d'accordo voi due?» ridacchiò il principe andando a sedersi poco lontano dai due, osservando la scena con un sorrisino divertito sulle labbra. Quando gli occhi neri del pirata raggiunsero i suoi, nonostante fossero coperti da alcune ciocche ribelli, sentì delle scosse percorre tutto il suo corpo ed il cuore accelerare quando gli rivolse un sorriso.

Potevano essere passati mesi ma il pirata non aveva ancora perso l'effetto che riusciva a causargli.

«Deve essere stata dura per voi, Vostra Altezza, dover avere a che fare con una ciurma di idioti.» Jungkook lanciò uno sguardo di sfida al medico che in risposta sollevò le labbra in un falso sorriso.

«Smettetela voi due, piuttosto» continuò scuotendo la testa con una piccola risatina «come sono le sue condizioni?»

Seguì il medico con gli occhi, osservandolo pulirsi le mani e sistemare l'occorrente che aveva utilizzato per la medicazione nella sua valigetta, per poi abbassare i grandi occhiali che indossava sul ponte del naso e creare un contatto visivo con il principe.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now