Capitolo 8

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Il chiacchiericcio dei componenti della Esmavros aveva iniziato ad animare il veliero fin dalle prime luci dell'alba dopo una notte tranquilla in cui le acque calme avevano lasciato proseguire il loro viaggio senza nessun disturbo. Attorno a loro ancora nessuna vista di terra ferma.

Con i pollici infilati nelle asole dei pantaloni, i capelli raccolti malamente in una coda alta e gli occhi vigili il capitano del veliero passava in rassegna i suoi uomini, da quelli col grado più alto – già intenti a aprire una bottiglia di liquore – a quelli di grado più basso intenti invece a pulire le superfici in legno degli scorri mano o del pavimento, sudando sotto il sole cocente.

Taehyung guardava tutti con occhi indagatori accovacciato in un angolo ombreggiato e indisturbato del ponte di coperta non sapendo cos'altro fare, conscio che un suo movimento o presa di posizione avrebbe attirato l'attenzione di tutti e non scatenando reazione poi così positive.

Si sentiva piuttosto stanco e privo di forze. La notte non riusciva a prendere sonno del tutto, non dava mai le spalle alla porta e cercava di rimanere vigile quanto più possibile – a causa del timore che qualcuno potesse entrare nella sua porta –, inoltre aveva smesso si integrare nel suo corpo cibi nutrienti, e mangiando solo qualche nocciolina o fetta di pane che trovava costantemente ogni sera, quando rientrava nella sua stanza, seguito sempre da un bicchiere d'acqua. Non sapeva chi compisse quel gesto ed era profondamente grato a chiunque avesse pensato alla sua salute, ma nonostante ciò il suo stomaco lamentava l'assenza di vero cibo e di conseguenza manifestava il suo malessere tramite giramenti di testa e brontolii rumorosi.

Avrebbe tanto voluto alzarsi proprio in quel momento, percorrere in poche falcate lo spazio che lo separava da quell'alfa intento adesso a parlottare con la spia – Hoseok – e urlargli in faccia che nonostante non appartenesse a quella ciurma anche lui necessitava di cibo. Ma il suo orgoglio gli imponeva di rimanere fermo, con la faccia sprofondata nelle sue braccia, e a mugugnare silenziosamente per i crampi allo stomaco.

Da quando, insieme a Jungkook, aveva studiato il nuovo percorso per raggiungere le grotte, non era stata più richiesta la sua presenza ed era da allora che non gli rivolgeva la parola. Capitava solo qualche volta di alzare lo sguardo e trovare quegli occhi neri, persistenti sulla sua figura. Ed anche quando lo becca in piena a fissarlo l'alfa non abbassava mai per primo lo sguardo, cosa che invece faceva Taehyung sentendosi fin troppo in soggezione. L'unica spiegazione che gli era saltata subito in mente era ricollegata al suo essere comunque un ostaggio lì su quella nave. Doveva tenerlo d'occhio per evitare che combinasse qualche pasticcio.

Ad un certo punto il suo sguardo venne catturato da un altro paio di occhi piccoli e pieni di cattiveria, come se il suo istinto gli avesse suggerito di non abbassare la guardia su determinati soggetti dell'equipaggio. Ed ecco che quel Chanwook lo aveva preso di nuovo di mira.

Lo vide parlottare con un gruppo di uomini, piuttosto lontano da lui e sbattere poi il bicchiere di liquore che stava bevendo sul tavolo con forza, frantumandolo e attirando l'attenzione di tutti di su lui. Taehyung pensò dovesse essere già ubriaco, nonostante non fosse nemmeno metà giornata.

«Raccogli tutto adesso coglione!» quella frase riecheggiò nell'aria e Taehyung si ritrovò a vagare con lo sguardo sulla fonte di quell'urlo, trovandovi la figura di Jimin sbucare dalle scale del ponte di sub coperta e digrignare i denti come un cane rognoso verso l'alfa, che in risposta riuscì solo ad infuriarsi di più e buttare il tavolino all'aria.

«Cosa vuoi puttana?!» tutti iniziarono a ridere a crepapelle e, tranne qualche sguardo contrariato del vicecapitano, nessuno sembrò voler intervenire. Il suo istinto gli suggerì di alzarsi per ogni evenienza e correre in soccorso dell'omega bassino nel caso in cui le cose sarebbero degenerate.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now