Capitolo 41

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Fin da giovane era sempre stato convito che tutte le decisioni prese fossero senza ombra di dubbio quelle giuste. Suo padre, un uomo severo e dedito al suo popolo, gli aveva sempre insegnato a non pentirsi mai di nessuna scelta, che questo lo avrebbe reso un re debole e non in grado di governare. Fino ai suoi vent'anni aveva vissuto in quella maniera, rigidamente, pensando solo a rendere quell'uomo, così difficile da accontentare, orgoglioso di lui. Cercava di diventare giorno dopo giorno la sua copia, sperando che arrivasse il momento in cui un sorriso e un «Sono fiero di te.» uscisse da quelle labbra.

O per lo meno, quello era stato il motivo per cui aveva continuato ad allenarsi duramente per anni interi. Fino a quando l'apertura della stagione dei nuovi fidanzamenti non portò nel suo palazzo un paio di occhi felini e dei capelli lunghi e mossi color oro che portavano con sé un profumo di cui non sapeva non potesse farne a meno: quello di un prato fiorato dopo una piccola pioggia di passaggio.

Il suo sorriso lo aveva incantato e al tempo stesso dato il coraggio di avvicinarsi a quella donna che, inaspettatamente, dopo due anni sarebbe diventata la sua compagna.

La sua visione di vita cambiò. Suo padre non era più il centro della sua attenzione e l'unica persona che voleva rendere fiera di averlo al suo fianco era nessun'altro che la donna che amava. E quella fu sicuramente uno delle decisioni più giuste che avesse mai preso.

La loro giovane età e spensieratezza accompagnava nuove responsabilità per i due giovani sovrani che, con un regno da portare avanti e le pressioni delle loro famiglie provarono in tutti i modi ad essere ciò che le persone attorno a loro si aspettavano che fossero. E come da tradizione, come i giovani sposi quali erano, la richiesta di un erede arrivò prima di quanto pensassero.

Quella fu l'inizio di una lunga agonia.

Dottori da oltre oceano erano accorsi per fare visita al loro palazzo cercando di trovare la fonte del problema. La regina non riusciva a concepire figli, non importa quanto ci provassero o quante miriade di infusi venivano somministrati alla donna alfa, nessuno di questo riusciva mai a dare l'effetto desiderato.

Tutto quello stress e pressione, infine, finirono col portare la regina chiusa nelle sue stanze da letto in un costante stato di depressione per un lungo periodo di tempo. Periodo in cui fuoriuscì una novità che rese instabile di due sovrani ancora una volta: la malattia della regina.

Per tutti il re Kim del regno Daeson stava per diventare il re vedovo e senza un erede.

Odiava i pettegolezzi e ancora di più se questi insinuavano la morte della sua amata. Aveva cercato di salvare le apparenze mentre nell'oscurità altri medici provarono a curare sua moglie, invano però.

Sentiva di star perdendo la speranza, che quei pettegolezzi sarebbero stati ben presto verità. Sentiva dal suo marchio il dolore della sua amata e la sua vita spegnersi poco a poco.

Fino a quando il miracolo non avvenne, inaspettato e al tempo stesso portando con sé tanta paura: la regina aspettava un erede.

I dottori erano stati molto chiari, la percentuale di possibilità che la regina malata potesse essere anche solo in grado di concludere la gravidanza senza che il cupo mietitore la portasse con sé erano basse. Nel migliore dei casi, solo il bambino sarebbe stato in grado di sopravvivere.

Notti e giorni interni avevano passato a discutere su quale fosse la scelta migliore, se interrompere quella gravidanza e lasciare che la regina sopravvivesse o far nascere il bambino e crescerlo senza una madre.

Notti e giorni interni avevano passato ad asciugarsi le lacrime a vicenda capendo che in entrambi i casi il loro amore sarebbe giunto al termine, consolati però dalla consapevolezza che l'unico essere che avrebbe portato avanti il loro amore sarebbe stato quel pargoletto che ancora doveva arrivare tra loro.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now