Capitolo 26

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Quel giorno era il giorno. Jungkook era uscito non appena le prime luci dell'alba avevano iniziato ad entrare dalla finestra, incontrando fastidiosamente i suoi occhi e svegliando gli animali nascosti nella foresta che presero ad animarsi, svegliando anche il resto del villaggio.

Taehyung lo aveva sentito muoversi accanto a lui ed involontariamente aveva socchiuso gli occhi per poterne osservare il profilo dal basso, ancora assonnato, passarsi distrattamente le mani tra i lunghi capelli mossi e poi passare agli occhi che stropiccio quasi se così facendo avrebbe potuto riprendersi dal sonno.

Non s'era reso conto che i suoi movimenti avevano causato il risveglio dell'omega, per cui il biondo potette per qualche minuto buono rimanere in disparte ad osservare il pirata e ripensare ai giorni appena trascorsi. Erano stati lunghi e frenetici, anche se s'era trattato di soli tre giorni a Taehyung era sembrata una settimana; al mattino usciva con il pirata e dopo che quest'ultimo si fosse assicurato d'averlo scortato alla bottega, dove passata il resto della mattinata, lo lasciava l' con la beta che gentilmente gli aveva mostrato alcune parti più burocratiche del suo lavoro, lasciandolo a lavorare nella stanza posta dietro il bancone. Grazie a quello potette leggere alcune lettere inviate direttamente dal suo regno per concludere o contrattare affari con il capovillaggio, o ancora richieste di merci firmate da suo padre in persona. A volte rimaneva incantato ad osservare quella firma così familiare e che spesso aveva sostituito con la sua quando lo affiancava per cercare d'imparare il più possibile da lui.

Gli mancava, anche se i giorni frenetici che aveva trascorso negli ultimi due mesi non gli avevano dato dicerto il modo di riflettere su come potesse stare suo padre ormai a conoscenza del suo rapimento. Poteva immaginare avesse già mobilitato flotte per partire alla sua ricerca, ma a contrario di tutto se sue aspettative – o semplicemente se l'avesse saputo settimane prima – non era così felice di come invece avrebbe dovuto reagire. La preoccupazione che qualcosa potesse succedere a Jungkook lo logorava nel petto, là proprio dove si trovava il cuore che in molte di quelle notti aveva battuto a velocità elevata proprio a causa del pirata.

Era ormai chiaro a entrambi che nessuno dei due desiderava il male dell'altro e che fossero già rassegnati a ciò che li aspettava. Come Taehyung aveva detto, stavano vivendo ogni singolo momento, senza pensare ad un domandi.

Una volta terminato il suo lavoro in bottega usciva per poter prendere il mestolo di cibo che, in un pentolone generale, venivano cucinate pietanza in gran quantità così da poter sfamare almeno un po' i componenti del villaggio. Era in quel momento che Jungkook tornava accompagnato dal capovillaggio Woojin, ed era lo stesso momento della giornata in cui il tempo sembrava non finire mai.

Si rintanavano dentro la loro momentanea casa, molto spesso sotto sguardi indagatori da parte dei pirati della Emavros, e rimanevano lì chiusi per ore a guardarsi l'un l'altro e parlare, scherzare, talvolta bisticciare, esattamente come una normale coppia farebbe. Non c'era paura, non c'era tensione, tranne quando Jungkook decideva di giocare sporco e provocarlo. I freni che bloccavano le azioni del pirata diventavano sempre meno efficienti, lasciandolo muoversi senza esitazione anche nello sfiorare o parlare in modo più sporco con l'omega – cosa che invece aveva cercato di trattenersi dal fare sempre per evitare di spaventarlo.

Anche i baci, a discapito da ciò che Taehyung immaginava, furono all'ordine del giorno. Jungkook, insieme alla sua nuova spavalderia nei suoi confronti, dopo aver testato che la sua presenza e il suo contatto – anche se ancora minimo – non infastidissero il biondo, aveva preso a dargli, quando meno se lo aspettava, baci. Baci ovunque. Sulle labbra, sul collo quando era distratto, sulla spalla quando l'omega si spogliava o si rivestiva, sulle nocche delle mani delicate, la fronte, le guance. Non ci fosse lembo scoperto che non fosse stato sfiorato da quelle labbra, e Taehyung sentiva quel calore temporaneo quasi come un marchio sulla pelle. Ogni punto formicolava e bruciava.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now