Capitolo 20

2.2K 229 79
                                    

Aveva visto Jungkook voltargli le spalle inesorabilmente e andare via da lui sparendo in mezzo alla vegetazione, lasciando Taehyung con uno strano senso di abbandono ed un magone all'altezza del petto. Lo aveva guardato fino all'ultimo allontanarsi da lui fino a quando il verde della foresta non aveva lasciato solo l'ombra del suo passaggio, reso comunque offuscato dalle lacrime che presto avevano iniziato a sgorgare dai suoi occhi.

Non aveva avuto nemmeno il tempo di metabolizzare ciò che era appena successo – ancora una volta – che subito l'avevano strattonato per far sì che potesse raggiungere il resto delle omega intente a prepararsi per qualsiasi cosa stesse per accadere.

Con un tonfo l'alfa grassottello lo costrinse a sedersi su uno dei tanti sgabelli e a guardarsi allo specchio, con il primo riflesso sulla sua figura. Le mani ciotte sulle spalle pesavano insieme alla vastità d'anelli che portava ad ogni dito della mano; era chinato con il busto in modo tale che potesse raggiungere con le labbra il suo orecchio sinistro, rimanendo costantemente dietro di lui e con un sorrisino malvagio, come se avesse appena fatto l'affare della sua vita.

«Su forza, non essere triste» ridacchiò nel suo orecchio andando poi a stringere con i polpastrelli le sue guance, come se volesse sollevargli gli angoli della bocca in un sorriso che però non nacque, bagnandosi di conseguenza le dita delle mani. «Molto probabilmente te ne andrai già da questa sera— Ah! Solo se avranno da offrire tanto denaro per uno come te.»

Il tono e il suo sguardo – adesso incantato dalla sua figura – era completamente diverso da ciò che aveva mostrato in presenza di Jungkook, come se avesse voluto screditalo e abbassare il suo valore per poter pagare meno il pirata. Era un uomo d'affari e l'obbiettivo dell'asta che avrebbe dato quella sera era quello di recuperare almeno il doppio di ciò che aveva speso comprando l'omega biondo.

«Questa sera dovrai dare il meglio di te! Qui c'è tutto l'occorrente e là dietro dei vestiti adatti. Puoi anche dare fuoco a questi stracci.» si riferì ai suoi vestiti.

Taehyung guardava sé stesso nello specchio e quell'uomo che, dopo un ultimo sguardo ed una pacca sulla spalla – come se lo stesse incitando davvero a sorridere e comportarsi come se si trovasse in quel posto di sua spontanea volontà – andò via lasciando finalmente il biondo da solo, libero di riprendere il suo pianto silenzioso.

Le labbra gli tremavano e la gola bruciava quando mandava giù la saliva. Non riusciva a ragionare, troppo accecato dal dolore e dal pianto che insistentemente si ripresentava come lacrime sulle sue guance. Il respiro accelerato faceva abbassare ed alzare le spalle velocemente, mentre qualche sospiro fuoriusciva tremante dalle narici.

Se ci pensava non era la prima volta che Jungkook lo vendeva per sbarazzarsi di lui, lo aveva fatto con Jisoo per avere del denaro e lo aveva fatto un'altra volta per toglierselo di mezzo e non avere problemi con la ciurma. L'unica differenza stava nel fatto che, nel primo caso conosceva Jungkook da appena tre giorni, aveva visto di lui solo la facciata da pirata. Era riuscito a ragionare lucidamente perché nessuno sentimento, se non quello della rabbia, lo aveva bloccato; nel secondo caso, invece, aveva avuto modo di passare del tempo solo con lui, di scoprire la sua risata, i suoi occhi grandi e intimidatori, ed allo stesso tempo il suo fiato sulle labbra ed il calore di quelle braccia.

Se solo ci ripensava a tutto quello che avevano vissuto gli si stringeva il cuore ed allora l'unica cosa che riusciva a fare era stare lì, fermo, a farsi logorare da quel dolore sotto gli occhi e le orecchie di tutti i presenti. Eppure di vie di fuga ce ne erano quasi a bizzeffe: c'era una sola guardia, proprio di fronte a sé si trovava la continuazione del bosco. Doveva solo allungare la mano quando la guardia passava dietro di lui, per sfilargli dal fodero la spada, e poi iniziare a correre.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now