Capitolo 29

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Lo stridio dei gabbiani fu il primo rumore che riuscì a sentire dopo aver schiuso gli occhi infastidito dalla luce del giorno che illuminava la stanza attraverso una finestrella circolare. I suoi occhi, infatti, non appena riuscirono a rimanere aperti senza richiudersi a causa del sonno, si focalizzarono proprio su quell'ultima, là dove i raggi solari entravano dolcemente illuminando il pavimento scuro e rendendo visibili ad occhio nudo quei granelli di polvere che svolazzavano per la stanza. Il calore che si era creato in quelle quattro mura presagiva che il sole fosse sorto da molto tempo ormai e una conferma di quella supposizione furono gli schiamazzi ovattati degli uomini della Esmavros, già a lavoro.

Mosse i piedi sotto le lenzuola fresche e girò lo sguardo verso destra, là dove avrebbe dovuto trovarsi il pirata ma che al contrario trovò vuoto. C'era solo un cuscino spiegazzato che lasciava intendere all'omega che il pirata fosse stato con lui fino a quella mattina e che alle prime luci dell'alba avesse lasciato la sua camera per tornare a lavoro, e a rendere veritiera la sua ipotesi furono le lenzuola che, fredde, lo fecero rabbrividire quando passò la mano sulla parte vuota.

Quella notte avevano finito con l'addormentarsi nella stessa posizione in cui erano stati costretti per una buona ora dopo che qualcosa di strano era successo mentre stavano facendo l'amore. Si portò una mano tra i capelli biondi per scompigliarli e cercare di scacciare via dalla mente ciò che era successo. Si sentiva in imbarazzo al solo pensiero di quante volte avesse ansimato il nome del pirata e di come probabilmente fossero rimasti per tutta la notte uno a contatto con l'altro; al tempo stesso però non poteva fare a meno di sorridere per quanto completo si sentisse. Se immaginava il sé stesso di qualche mese fa non avrebbe mai pensato che avrebbe finito davvero con l'innamorarsi di un alfa, e di un pirata per lo più, visto il suo noto odio per quel genere.

Sentendo le farfalle svolazzare nello stomaco non riuscì a trattenersi dal rilasciare un piccolo urletto esaltato, attutito dal cuscino, e scalciare via le coperte per poter mettersi seduto pronto per scendere da quel letto e iniziare la giornata con un'energia diversa.

Non appena però il suo fondoschiena nudo toccò il materasso, una piccola scossa di dolore si propagò lungo tutta la schiena facendogli stringere i denti per non lasciarsi sfuggire un sibilo di dolore. Immaginò che, nonostante le premure da parte dell'alfa, il suo corpo non fosse affatto abituato a tutto quello e che fosse normale. Inoltre, a rendere il tutto ancor più doloroso, furono gli evidenti segni violacei nel suo interno coscia che non gli permettevano di chiudere le gambe senza sentire un po' di fastidio

Sollevò lo sguardo ancora più imbarazzato, cercando di non pensare a nulla, e si schiarì la voce mentre si mosse per mettere i piedi per terra e per poter ripescare i suoi vestiti. Mentre raggiunse i piedi del letto il suo sguardo venne catturato da un mobile sopra il quale si trovavano varie scartoffie e un piccolo specchio sporco nel quale si rifletté notando i suoi capelli scompigliati e le guance rosse. Sarebbe stato difficile nascondere ciò che era successo quella notte, specialmente a qualcuno attento come Yoongi o furbo come Jimin, ma per la prima volta, che gli altri lo sapessero o meno, non aveva importanza.

Così con un piccolo sorriso sulle labbra finì con il rivestirsi tranquillamente, canticchiando persino qualche melodia mentre abbottonava la camicia, infilandola poi nei suoi pantaloni consumati. Come ultima cosa poi annodò il cinturino dorato in vita e ripesco i suoi stivali, dentro il quale ritrovò il piccolo coltello che Jungkook gli aveva ricordato di prendere prima che ripartissero nuovamente con le casse di cibo. Lo nascose per bene con un cinturino nascosto dallo stivale, e poi si avvicinò a quello specchio per cercare di sistemare la sua zazzera bionda come meglio poteva.

Non appena ritenne fosse abbastanza, sotto i suoi occhi oltre qualche vecchia mappa consumata risaltò quel diario dal dorso rigido che aveva già visto una volta proprio in quella stanza. Sapeva che non erano affari suoi ma la curiosità sembrava più forte del buon senso e così, delicatamente, lo prese tra le mani e lo aprì proprio nel centro. Su quella pagina bianca un ammasso di righe non definite, andavano a formare i contorni di un corpo e di un viso. Con sua grande sorpresa, Taehyung rivide sé stesso tra quelle pagine in pose e situazione che lo ritraevano distratto e inconsapevole che qualcuno da lontano lo stesse disegnando.

The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇWhere stories live. Discover now