43 Emily

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«Emily! Piccola, svegliati per favore», dice una voce abbastanza famigliare e mi sento scuotere per la spalla.

Apro gli occhi, ma gli richiudo subito per la troppa luce che c'è nella stanza. Mi porto una mano alla testa perché mi fa malissimo, ma la tolgo subito dato che sento uno strano liquido sui miei capelli. «Dove mi trovo?» mormoro ed il suono della mia voce esce come un sussurro.

«Grazie a Dio sei sveglia», dice la stessa voce di prima. Soltanto adesso la riconosco si tratta di Liam.

Cerco di mettermi seduta, ma un dolore allucinante alla pancia me lo impedisce. Questa volta apro gli occhi per cercare di capire dove mi trovo, e la prima cosa che noto è che non mi ritrovo più nel palazzo del mio migliore amico. Non ricordo perché mi trovo qui, perché sono da sola insieme a Liam e perché mi fanno così male la testa e la pancia.

«Ti aiuto io», sussurra il mio amico mettendomi una mano intorno alle spalle e aiutandomi ad appoggiare la schiena contro il muro. Adesso riesco a vedere meglio il posto, e posso dire che non mi piace per niente. Come se mi avesse letto nel pensiero, dice: «Neanche a me piace questa situazione e anche io non mi ricordo un granché, ma ti prometto che ci tireranno fuori di qui. Vedrai che ci verranno a prendere».

Annuisco stringendomi di più a lui e prima di lasciare Morfeo che mi attiri tra le sue braccia riesco a parlare con Liam. «Quante volte ti devo ancora ripetere di non fare promesse che non puoi mantenere?»

«Credo che dovrai farlo per il resto della nostra vita, anche quando saremo vecchi», mormora. «Questa volta però ho fiducia nelle mie parole. Adesso puoi dormire tranquillamente stellina, resto io di guardia fino a quando ti svegli».





Quando finalmente riesco ad aprire gli occhi mi rendo conto di non sapere che ore sono e nemmeno dove sono in questo momento. Sento le gambe intorpidite, per non parlare delle braccia piene di segni lasciati dalla corda alla quale sono legata.

Ho perso completamente la sensibilità nelle braccia. Giro la testa, incrociando lo sguardo di James seduto su una poltrona, e mi rendo conto che siamo rinchiusi come degli animali in una specie di stanza buia di uno scantinato. Sembra completamente vuoto, a parte quella poltrona, le sedie alle quali ci hanno legati e un materasso.
Scusatemi, ho sbagliato a fare questo paragone perchè manco gli animali meritano di essere trattati in questo modo.

«Finalmente sei riuscita ad aprire gli occhi, mi stavo preoccupando moltissimo per te. Da quando ti sei addormentata sono successe un paio di cose», sussurra il mio amico con una voce che non sembra nemmeno la sua. 

«Infatti credevo di essere ancora in quel lurido letto con te, non legata a una sedia contro la mia volonta. Certo che prenderci in ostaggio contro la nostra volontà è un reato abbastanza grave nello stato della California». 

James sorride. «A quanto pare non sei una ragazza che presta attenzione mentre i professori spiegano, è un reato in tutto il mondo prendere una persona in ostaggio contro la sua volontà. Devi prestare molta più attenzione». 

«Dove ci troviamo?» esplodo mentre mi passo la lingua sulle labbra ormai asciutte.

«Non agitarti, mantieni le energie per i prossimi giorni», dice James. «Poi è abbastanza inutile fare domande, non riceverete risposte».
Un comportamento come il suo non lo sarei aspettata soltanto in un film, che razza di persona devi essere per rapire due adolescenti?
Anzi non mi dovrei sorprendere, ha fatto la stessa cosa con mio fratello Daniel.

Comincio a sudare, anche se dentro questa stanza servirebbe una stufa al più presto. «Non ci terrai qua dentro per sempre. Sappi che sei soltanto un illuso, i nostri genitori ci troverrano e a quel punto la vita per te diventerà letteralmente un inferno.» sibilo tra i denti, guardandolo dritto negli occhi. «Lo stesso vale per quella donna che tu chiami moglie, oppure hai ricattato anche lei in qualche modo da reggere questo tuo stupidissimo gioco?»

Mi fulmina con lo sguardo. Allora avevo ragione, però adesso mi tocca scoprire qualle delle due opzioni è quella giusta. 

«Sei soltanto un lurido verme. Mi auguro che passerai il resto dei tuoi giorni a marcire in prigione senza nessun contatto con il mondo esterno», sussurra il mio gliore amico, prima di iniziare a tossire. «Sono sicurissimo che questo sarà il finale di questa storia». 

A quanto pare le nostre parole non gli sono piaciute tanto visto che riceviamo uno schiaffo, così forte da sentire tutte cinque le dita sulla guancia. Successivamente va via sbattendo la porta e chiudendola a chiave. 
La guancia fa malissimo, brucia. 

Mi chiedo come sarebbe stata la vita della mia famiglia se Daniel non fosse stato addottato da quel verme, saremmo stati felici tutti insieme. Inoltre mi chiedo anche cosa c'entra in tutta questa storia il padre di Liam. 

Liam sputa del sangue per terra. «Dobbiamo essere forti, ancora per poco». 

Annuisco. «Verrano a prenderci, ne sono sicura». 

Lo sento ridere. «Adesso però non mi rubare le parole perchè se lo fai devi lasciarmi i crediti». 
Nonostante ci troviamo in questa situazione lui trova sempre il momento per far ridere le persone intorno a lui. 












/spazio autrice/
Ciaooo
Spero che la mia storia continua a piacervi, nonostante io non riesca ad aggiornare cos' spesso. Comunque mi è venuto in mente di inizare a scrivere un nuovo libro e come argomento principale ci sarebbe il kpop. Volevo sapere se vi potesse piacere come idea. 
Detto ciò ci vediamo al prossimo aggiornamento. 

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now