4 Emily

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Entriamo e andiamo a sederci in un piccolo ristorante dove c'è anche una pista da bowling, a poca distanza dal posto in cui siamo stati al mare. E quasi vuoto. Una cameriera sui trent'anni viene verso di noi con i menù, ma i ragazzi rifiutano con un gesto della mano e ordinano degli hamburger con patitine e salsa rosa (ketchup e maionese) per tutti noi.

Mentre aspettiamo ognuno di noi racconta la propria estate, da quando è finita la scuola. Dylan e partito insieme a suo padre per Seattle per poter partecipare ad un'incontro con tanti poliziotti. Senza organizzare niente ha incontrato Lydia. Loro sostengono che, nessuno dei due sapeva dove era diretto l'altro. Tutto per pura casualità.

Liam, Mason e Corey sarebberò dovuti partire per New York ma hanno rinunciato all'ultimo. Liam non se la sentiva di partire, mentre gli altri due non se la sentivano di lasciarlo da solo.

I gemelli Aiden e Ethan devono ancora partire per andare a Boston, il giorno dopo aver festeggiato il loro compleanno. Partono dopo dato che vogliono organizzare una festa e tutti noi siamo invitati.

Issac è l'unico a non essere insieme a noi qui, dato che suo padre l'ha obbligato ad andare da suo zio. Ha detto che tornerà per la festa dei gemelli.

Allison e Scott sono gli unici a non andare da nessuna parte quest'estate dato che sono venuti i loro parenti qui a Los Angeles.

«Grazie mille per la cena», dico rivolgendomi ai gemelli Aiden e Ethan appena la cameriera ci porta le nostre ordinazioni. Hanno un aspetto molto appetitoso. Da parte loro ricevo una linguaccia.

«Ancora non ci posso credere. Sono anni che cerchiamo di battervi, e ogni anno voi sembrate sempre più bravi», dice Ethan sbuffando. «Adesso ci so mette pure vostro fratello Daniel».

Tutti scoppiamo a ridere, compresa me, tranne Ethan.

«Ehi, non è colpa nostra se i nostri genitori ci hanno mandato in piscina dall'età di cinque anni», dice Daniel con la bocca piena.

«Ma anche voi stupidi, dato che non c'è modo di chiamarvi, lo sapete che vincono ogni anno e voi ogni anno continuate a scommettere», dice Dylan.

Theo, che per tutta la durata della cena non ha detto neanche una sola parola, posa un braccio sullo schienale dietro di me. Mi piego leggermente verso di lui, appoggiando la testa sulla sua spalla.

Non riesco a mangiare tutto, quindi il resto lo offro a Theo, e lui è ben felice di finire quello che ho lasciato, oltre al suo.

«Posso bere un sorso?» mi domanda Theo e mi prende il bicchiere di Coca dalla mano. Lo lascio fare, dato che non la volevo più.

Qualche secondo dopo si alza facendo a tutti credere che sta andando verso il bagno, quando è ovvio che è uscito fuori. Mi alzo anche io e vado da lui.

Appena esco l'aria fredda mi provoca i brividi, dato che ho ancora i capelli bagnati, e incrocio le braccia al petto. Lo trovo appoggiato contro la sua macchina a guardare il telefono. Mi avvicino piano a lui, e noto che sta guardando una nostra foto. Ricordo il giorno in cui è stata scattata.

Quando si accorge della mia presenza, mette via il telefono e mi attira tra le sue braccia affondando la testa tra i miei capelli.

«Forza, raccontami tutto» gli dico staccandomi da lui e appoggiando la fronte contro la sua.

«Non lo so neanche io», risponde qualche minuto dopo. Faccio per parlare, ma vengo interrotta prima che possa aprire bocca. «Forse è il fatto che mi sei mancata tantissimo e speravo che oggi avremmo passato tutto il giorno insieme. Ma non è andata a finire così. Sei stata molto più tempo insieme agli altri».

Lo bacio per consolarlo, dato che Theo si rattrista subito se una cosa non esce come aveva previsto. «Mi dispiace non aver passato più tempo insieme a te», dico. «Facciamo così. Domani vengo a casa tua e facciamo tutto quello che vuoi tu, a me andrà benissimo anche restare a letto a guardare un film».

«Sono d'accordo. No aspetta, domani abbiamo il pranzo in famiglia insieme a voi», risponde. «Ti riprenderai anche Sky Blue, che non vede l'ora di rivederti».

«Il mio cucciolo. Come sta la mia piccola palla di pelo?»

«Sta bene ed è il nostro cucciolo», dice correggendomi. «Ho un piano. Tu viene a casa nostra prima, anzi appena ti svegli dato che anche mia mamma vuole vederti, e poi ti raggiungeranno anche i tuoi fratelli e i tuoi genitori».

Singhiozzo. «Per me va ben. Rientriamo dato che gli altri si chiederanno dove siamo andati a finire».

Apre la porta della macchina, tira fuori una felpa grigia con la zip e me la porge. «Ti è venuto il singhiozzo, e questo vuol dire soltanto due cose. Ho ai fame, oppure hai freddo. E sono convinto che sia la seconda opzione, dato che hai appena finito di mangiare», spiega aiutandomi a metterla.

«Grazie».

Quando torniamo i ragazzi si stanno mettendo le scarpe da bowling. Il primo a notarci è Dylan. «Siete tornati finalmente», dice. «Da bravi amici vi abbiamo aspettato, anche se saremmo stati capaci di iniziare la partita senza di voi».

«Sta zitto O'Brien», dice Theo dandogli una pacca sulla spalla prima di sedersi accanto a lui per mettersi le scarpe. Io mi siedo accanto a mio fratello Daniel, che sembra sul punto di svenire.

«Stai bene?» gli chiedo posandogli una mano sul braccio per farlo girare verso di me.

«Si, cioè no. Sento che da un momento all'altro la testa mi scoppierà», dice posando la testa sulla mia spalla.

«Vuoi che torniamo a casa?»

«No, voglio vedere chi vince dato che io non giocherò».

Lo abbraccio. «Come vuoi», dico. «Basta che questo non sia l'inizio di un raffreddore».

«Lo spero anche io».

La cameriera di prima, viene verso di noi per appoggiare un vassoio strapieno di bicchieri con un liquido arancio dentro. «Non dovrei farlo, dato che alcuni di voi sono ancora minorenni», dice guardandoci uno a uno. «Ma conoscendovi da tanto tempo, so anche che altri sono già maggiorenni. Quindi, tutte queste bevande finiscono sul tuo conto Dylan».

Lui alza le spalle. «Maria, è proprio quello che ti ho detto prima. Sta sera offro io. E poi, mi conosci da quando ero piccolo visto che vivo sempre con papà a mangiare qui», dice Dylan facendole l'occhiolino.

«Tuo padre non sa cucinare, ecco perché venivate sempre qui», dice Maria girando sui talloni per tornare a servire gli altri clienti.

«Io sto in coppia con Emily», dice Lydia prendendomi per mano. Theo la fulmina con lo sguardo, ma non dice niente.

«Prima di fare le coppie, alzi la mano chi non gioca», dice mio fratello Ryan. Quelli ad alzare la mano sono: Maon e Corey, Daniel e Abby, Allison e Scott. «Perfetto, quindi le coppie saranno: Emily e Lydia, Theo con me, Liam e Dylan, Ethan e Aiden».

«Io farò il tifo per i migliori, e che vinca il migliore», dice Scott prendendo uno dei bicchieri e alzandolo verso l'alto. Tutti lo imitano.

Ovviamente, quelli che vincono sono Aiden e Ethan mentre io e la mia compagna ci classifichiamo terze, dopo mio fratello e Theo. Liam e Dylan sono stati letteralmente stracciati.

Mezz'ora più tardi, ci salutiamo dato che ognuno di noi è stanco dopo questa lunga giornata e poi noi tre veniamo da un lunghissimo viaggio in aereo.

Quando torniamo a casa mamma e papà stanno già dormendo, per questo noi facciamo piano. Appena tocco il cuscino, le braccia di Morfeo mi avvolgono.


Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now