14 Theo

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«Caroline».

    «Ciao Theo. Ciao Emily. Che piacere rivedervi», dice la bionda mostrandoci il sorriso più finto che io abbia mai visto.

    «Per noi non è un piacere rivederti», mormoro parlando prima che possa parlare Emily, perché ho la strana sensazione che le direbbe di tutti i colori. Le stringo più forte la mano e mi sposto più a destra per nasconderla dietro la mia schiena. Un telefono inizia a squillare, forse il mio, ma non ho voglia di rispondere.

    Caroline fulmina Emily con lo sguardo, ma quando riporta l'attenzione su di me la sua espressione cambia. «Come stai Theo?»

    «Molto bene, grazie per il tuo interessamento», rispondo facendo il sorriso più finto del mondo. Sembra non gradire la mia risposta. «Adesso dimmi, che ci fai qui? Non avresti dovuto essere con tuo padre a Miami?»

    «Quest'anno ho preferito rimanere qui, che andare con mio padre. E poi, mi sorprende il fatto che tu ti ricorda questo piccolissimo e insignificante particolare della mia vita». 

    Ma mi crede così stupido da non ricordare. «Come mai così tanto sorpresa? Io conosco tantissime cose su di te che potrebbero distruggerti o che potrebbero rovinarti la reputazione come capo cheerleader, non dimenticartelo», le dico facendole l'occhiolino.

    Il sorriso scompare subito dal suo volto, per poi ricomparire subito dopo. «Per tua informazione non sono sorpresa», dice Caroline. «E comunque, anche io conosco tantissime informazioni su di te e sui tuoi amici. Sono sicurissima che se verrebbero divulgati le vostre carriere da calciatori andrebbero direttamente a fottersi».

    «Menti. Non conosci niente di me e dei miei amici», dico. Adesso vi starete chiedendo come so che questa persona davanti a me sta mentendo, la risposta è facilissima. Conosco benissimo Caroline, e so che quando mente non guarda mai davanti a sé. Gira sempre gli occhi i a destra o a sinistra ma mai davanti a se, come in questo momento. Oltre a questo gioca anche con una cicca dei suoi capelli.

    «Quello che mente sei tu», ribatte.

    Mi giro per vedere se Emily è ancora accanto a me, ma non c'è più. Sicuramente sarà andata a le robe.

    No ha senso litigare con lei in mezzo a tutte questa persone, quindi la prendo per un braccio e la porto di peso, contro la sua volontà, verso l'uscita. Mi avvicino a lei, in modo che mi guardi dritto negli occhi. Anche con i tacchi da quindici centimetri è  sempre più bassa di me. «Ascoltami bene Caroline, io ti conosco meglio di quanto tu conosca te stessa. Per rinfrescarti la memoria siamo stati fidanzati per bene tre anni e in tutto quel tempo, tu, non hai fatto altro che raccontarmi i tuoi segreti più oscuri. E dato che stiamo dicendo la verità, sono stato uno stupido a mettermi insieme a te. Me ne rendo conto soltanto adesso».

    Manca poco e inizierà a uscire il fumo dalle orecchie. «Non credo a una parola di quello che hai detto. Io sono stata l'unica persona che ti ha reso veramente felice. Per me, invece, sono stati gli hanno migliori della mia vita», dice posandomi una mano sulla guancia, ma io gliela tolgo subito. «Sei stato più felice insieme a me che con quella proietta con cui stai adesso. Io sono l'unica che ami».

    Mi devo trattenere dal tirarle uno schiaffo dritto in faccia. «Ma ti senti quando parli? Dovresti andare a consultare uno strizzacervelli, magari può migliorare la tua salute mentale», dico ridendo. «L'unica ragazza che mia ha sempre reso felice, anche mentre stavo con te, era Emily. Era, è  lo sarà per sempre, l'unica ragazza che amo più di quanto ami me stesso. Non provare mai più a chiamarla in quel modo».

    «Questa me la pagherai», sussurra.

    Sbuffo. «Questa l'ho già sentita, trovarne una migliore».

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now