18 Theo

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«Theo?» urla mia madre svegliandomi. Non ricordo neppure di essermi addormentato vestito con ancora la tuta da corsa e le cuffie nelle orecchie.

    Sollevò la testa dal mio cuscino, e grido disorientato: «Arrivo!»

    Con un gemito mi tiro giù dal letto. Mi rimetto faticosamente in piedi e barcollo fino in corridoio. Alzando lo sguardo e noto subito, sull'orologio della televisione, che sono le cinque di pomeriggio. Wow, sono quasi dodici ore che dormo.

    Questa mattina, sicuramente saranno state le quattro di mattina da quando non sono riuscito più a chiudere occhio. Non so voi, ma negli ultimi giorni per me dormire è diventato impossibile. Appena chiudo gli occhi mille pensieri mi passano per la testa e non riesco a non pensarci.

   Mi sembrava orami impossibile riuscire a prendere, così ho deciso di andare a fare una corsetta di prima mattina. Comunque, non sarebbe la prima volta che vado a corre alle cinque di mattina.

    «Theo! Vieni subito qui, non voglio ripeterlo un'altra volta», grida di nuovo mia mamma.

    «Mamma, sto arrivando. Smettila di urlare, per favore», grido a mia volta salendo le scale. In cucina mi ritrovo Ryan seduto a tavola di fronte a mia mamma, mentre gioca al telefono.

    «Ehi, fratello», mi saluta Ryan. «Hai avuto una giornataccia, sembri appena uscito da uno di quelli film con gli zombi».

    «Ehi, non ne parliamo che è meglio», dico vedendomi accanto a lui. «Come mai sei qui, non che tu non sia sempre il benvenuto».

    Sorride. «In poche parole, le nostre sorelle mi hanno buttato fuori casa. Hanno detto che voglio avere un po' di privacy per potersi pregare per la festa dei gemelli Aiden e Ethan».

    Oh mio Dio, perché continuo a dimenticarmi sempre della festa? Qualcuno mi deve spiegare tutto.

    «Scusate se intervengo ragazzi ma se volete, dopo la festa, potete venire tutti voi cinque a dormire a casa da noi», dice mia mamma mettendo giù i piatti che stava mettendo in lavastoviglie. «So che i vostri non ci sono perché sono partiti ieri sera, quindi potete tranquillamente venire da noi. Ne ho parlato anche con Sabrina, e lei è d'accordo».

    «Grazie mille Cassandra», dice Ryan.

    «Mamma, soltanto per questa sera, potresti chiedere al tuo autista personale se ci può dare un passaggio da casa alla festa e dalla festa a casa?» gli domando mostrandogli gli occhi da cucciolo.

    Sospira rassegnata, perché tanto sa che io ottengo sempre ciò che voglio. «Va bene, ma mi raccomando non bevete tanto. Un bicchiere o due, non di più».

    Alzo gli occhi. «Va bene».

    «Prima che voi andiate via, Theo vatti a fare una doccia» esclama mamma prima di uscire dalla cucina.

    Ryan scoppia a ridere. «Ha ragione lei, sarebbe meglio che tu vada a farti una doccia il prima possibile. Dobbiamo pure passare a prendere le ragazze, quindi muoviti».

    Lo guardai con rabbia, ma poi obbedii controvoglia. Decisi di rimanere sotto il getto dell'acqua il più possibile, sperando che mi porti via questo stranissimo senso che sento dentro di me. Ho come la strana sensazione che presto succederà qualcosa , o succederanno delle cose, e io non so se sono pronto ad affrontarle. Non è la prima volta che mi capita, è già successo varie volte negli ultimi anni è posso dirvi che si sono susseguiti momenti tristi ma anche momenti felici.

    «Theo è un'ora da quando sei lì dentro, muoviti o faremmo tardi», urla la voce del mio migliore amico riscuotendomi dai pensieri.

    «Ma se sono soltanto le sei di pomeriggio, la festa inizia alle otto», rispondo mentre mi insapono i capelli.

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now