32 Emily

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Le prime due ore di lezione sono passate in maniera abbastanza tranquilla, e per la felicità di Abby siamo seduti negli stessi posti dell'anno scorso. Adesso che ci penso meglio ogni anno ci sediamo esattamente nelle stesse posizioni, credo che sia così dal tempo delle medie. 

Suona la campanella che annuncia l'inizio della ricreazione. «Vuoi prendere qualcosa da mangiare dalle macchinette?» mi domanda Theo mentre mi porge la mano per aiutarmi ad alzare dalla sedia.

«Si, grazie», dico stringendo la sua mano mentre usciamo dalla classe ormai vuota.

Non facciamo manco in tempo a metterci in fila che qualcuno si mette a urlare accanto a me. «Ciao amica mia, mi sei mancata tantissimo», urla Liam abbracciandomi e facendomi fare un giro. «L'ultima volta che ti ho vista eri in viaggio a New York con la tua famiglia verso l'inizio di luglio». 

Mi stringo a lui per paura di cadere. «LIAM», dico scoppiando a ridere. «Anche tu mi sei mancato tantissimo».
Quando mi rimette giù posso finalmente osservarlo meglio. Ho sempre considerato Liam un ragazzo molto attraente e tutt'ora l'ho penso. Forse ho l'impressione che sia diventato più alto di qualche centrimeto, i suoi capelli sono più lunghi e si è schiarito le punte. Niente male, però non fatevi strani pensieri. 

«Theo non provare a guardarmi così», mormora puntandogli un dito contro il petto. «Lo sai benissimo che non sono come gli altri ragazzi, io voglio un mondo di bene alla mia migliore quindi non le farei mai del male». 

Si guardano in cagnesco e sembra stiano comunicando soltanto attraverso lo sguardo, e posso dirvi di sentirmi abbastanza a disagio. Ma dopo accade una delle cose più belle che io possa vedere in questo momento, Theo stringe la mano di Liam per poi abbracciarlo. «Stai zitto Dumbar», dice. «Sono felice di vederti sano e salvo dopo queste lunghissime vacanze». 

Sento il bisogno di sedermi, così mi appoggio al braccio di Theo per non rischiare di cadere. Liam è il primo a staccarsi dall'abbraccio. «Sono felice di rivederti anche io», dice per poi girarsi verso di me. «Che ne dici se io accompagno Emily al nostro solito, visto che mi da l'impressione che voglia svenire da un momento all'altro, mentre te prendi qualcosa da mangiare».

Theo annuisce così mi aggrappo al braccio di Liam mentre andiamo nell'angolino che io e i ragazzi abbiamo "riservato" per noi. «Sono settimante che non ci sentiamo, quindi racconta un pò come hai passato queste ultime settimante di vacanza stellina mia». 

Lo fulmino con lo sguardo. «Non mi dire che hai iniziato ha usare quello stupido nomignolo soltanto perchè mio fratello mi chiama così, lupetto?» dico per poi scoppiare a ridere. 

Scoppia a ridere anche lui. «Abbiamo rotto il patto, quindi da oggi in poi potremmo riutilizzare i soprannomi che vogliamo», dice.
Vi spiego, quando siamo diventati migliori amici abbiamo iniziato ausare dei nomignoli soltanto per infastidirci a vicenda e potevamo usarli in qualsiasi momento della giornata volevamo, così abbiamo fatto un patto. Ma, a quanto pare, da oggi in poi non vale più. 

Gli faccio un cenno per indicargli il piede con il tutore. «Tornata a Los Angeles ho provato a risolvere diverse questioni di cui ti dovrò parlare il prima possibile, ma ho passato anche le ultime due settimane uscendo di casa soltanto per andare all'ospedale oppure a casa dei Raeken, quindi scusa se ti sembro strana», mormoro guardandomi le mani. 

Appoggia le sue mani sulle mie. «Ascoltami bene, lo sai che con me puoi parlare di tutto in qualsiasi momento della giornata anche di notte, ma questo forse non è una cosa da affrontare adesso», dice guardandomi negli occhi. «Quindi adesso fatti tornare il sorriso perchè il tuo bellissimo fidanzato sta venendo da questa parte». 

«Di che stavate parlando voi due?» mormora Theo mentre mi da un bacio sulla fronte e mi mette tra le mani due delle merendine più buone che esistano a questo mondo.
Forse non condividete il mio parere ma non importa, perchè per me sono il kinder bueno e il kinde paradiso. 

Liam guarda me prima di rivolgere lo sguardo al mio fidanzato. «Le stavo raccontando di come avevo passato le gior ate dopo che lei è la famiglia se ne erano andati via dalla grande mela», mormora. «Ho avuto modo di rivedere vecchi amici che non vedevo da tantissimo tempo, conoscere meglio la nuova famiglia di mio padre e ho avuto soprattutto modo di riscoprire me stesso».

Aspetta, c'è una cosa che non mi torna. «Prima che Theo ci portasse la merenda, ti stavo giusto per chiedere come mai non era in classe questa mattina», domando a Liam.

«Dato che ormai parlo soltanto io vi spiego la storia dall'inizio.
Ho dovuto affrontare dei discorsetti insieme a mio padre mentre ero da lui a New York e mi ha detto che se voglio un futuro nel calcio devo concentrarmi per prendere la borsa di studio e che lui era comunque orgoglioso di me qualsiasi decisione io avessi preso», risponde. «Ero a parlare con il coach per dirgli che quest'anno sono  molto più motivato nel voler vincere e diventare un grande giocatore». 

Theo si alza per stringergli la mano. «Questo è quello che si chiama spirito di squadra». 

«Grazie capitano, ma soprattutto amico mio», dice prima che la campanella suoni. «Basta con questa dolcezza per oggi, mi sta dando alla testa.
È ora di tornare in classe». 

La cosa più strana di essere a scuola con il gesso è che tutti ti fissano, alcuni hanno sembrano provare pietà altri invece mi fermano per chiedermi come ho fatto ha rompere la caviglia.
Sono abituata ad essere al centro dell'attenzione dato che i miei sono dei registi famosi e perché la mia compagnia è formata dai ragazzi più popolari della scuola. Non mi sono mai sentita a disagio, ma adesso invece sì.

«Piccola, stai bene?» mi domanda Theo appena ci sediamo ai nostri posti.
Siamo entrati in classe nello momento in cui la professoressa stava per chiudere la porta.

Annuisce cercando di evitare il suo sguardo. «Sono soltanto molto stanca, e anche se sono passate soltanto due ore non vedo l'ora di tornare a casa», dico intrecciando la mia mano alla sua sotto il banco.

Mi sorride. «Fatto forza piccola mia, manca ancora un'ora prima di tornare a casa.
Oggi abbiamo la giornata ridotta dato che è il primo giorno di scuola».

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now