9 Emily

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Perché la testa continua a farmi così male? Cerco di aprire gli occhi, e appena metto a fuoco mi rendo conto di avere la testa appoggiata sulle gambe di Theo. Dall'altra parte della stanza c'è Daniel.

«Non ci posso credere che mi avete, anzi che ci avete fatto tutto questo», urla Daniel contro due persone che non riesco a riconoscere. «Ma che razza di persone siete?»

«Per tua informazione siamo le persone che ti hanno cresciuto e che i hanno amato, a differenza di quelli che tu chiamo genitori». Soltanto adesso riesco a riconoscere le voci. Si trattano di Lauren e James.

«Ma vi sentite? State dicendo delle cazzate», dice Daniel alzando ulteriormente il tono della voce. «Loro sono i miei veri genitori, la mia vera famiglia e se non ci foste stati voi io sarei cresciuto insieme a mio fratello e a mia sorella».

Loro non dicono niente. Restano a bocca aperta.

Provo a mettermi seduta, e questo mio movimento attira l'attenzione di Theo. «Piccola mia, finalmente ti sei svegliata», sussurra. «Daniel, vieni qui».

I miei occhi si richiudono, quindi non riesco a vedere se mio fratello viene verso di noi.




Mi sveglio all'improvviso, ancora scossa dall'ennesimo incubo. Sento troppo caldo, e il fatto che Theo mi abbraccia da dietro non aiuta molto. Le sue gambe sono intrecciate alle mie.

I ricordi di ieri sera mi stampano un sorriso. Dopo aver guardato tre episodi di izombi, ognuno accompagnato da un'esilarante telecronaca. Non vorrei farvi lo spoiler in caso voi decidete di vederla, ma ogni volta che la protagonista doveva mangiare il cervello, dato che è uno zombie, Theo mi faceva la solita domanda: "che gusto avranno i cervelli?". Sinceramente non lo voglio sapere.

Decido di alzarmi per andare in cucina a preparare la colazione, dato che il mio pancino ha iniziato a brontolare. Prima di uscire dalla camera, il mio sguardo si sofferma sulla scrivania dove c'è appoggiato il mio raccoglitore rosa. Scuoto la testa per cacciare via i pensieri. Non voglio pensieri negativi di prima mattina.

Il frigorifero è praticamente vuoto, tranne qualche uovo, del burro, latte e dello sciroppo d'acero. Forse è meglio se faccio i pancake, visto che piacciono a tutti.

Prendo il telefono e mi metto le cuffie. Non c'è niente di meglio che cucinare con la musica sparata nelle orecchie. Avere qualcosa da fare è un bene per me: mi dà un po' di tempo per pensare. Anche la musica aiuto in questo caso, e si sa che per noi adolescenti la musica è come un rifugio sicuro in cui il cantante sembra aver capito il nostro stato d'animo.

Quando alzo lo sguardo Theo è appoggiato allo porta, con le braccia incrociate al petto. Indossa soltanto dei pantaloncini da basket, calati abbastanza in basso. Mi risulta abbastanza difficile, ma cerco di riportare l'attenzione sui suoi occhi. I suoi capelli sono tutti arruffati, gli donano molto. Ha l'espressione divertita. Mi tolgo le cuffie dalle orecchie.

«Wow, non posso credere ai miei occhi. Emily Jackson che si alza prima di tutti, e soprattutto alle nove di mattina. Un evento da segnare nel calendario. Buongiorno piccola», dice Theo entrando in cucina prima di venire verso di me per darmi un bacio.

«Buongiorno occhi azzurri. Sembra abbastanza strano anche per me», dico arrossendo. «Spero che tu abbia fame».

Ridacchia e va ad aprire il frigo per tirare fuori una bottiglia di succo d'arancia. Mica l'avevo vista prima. «Ho molta fame», mormora. «In realtà mi è venuta fame ieri sera mentre stavamo guardando il secondo episodio. Mi sarei pure alzato, ma la cucina mi sembrava molto lontana e poi stavo anche abbastanza comodo».

Finisco anche l'ultimo pancake, prima che Theo prenda un piatto per dirigersi di nuovo su in camera. Dalle scale mi giunge la sua voce. «Andiamo a mangiare di sopra, almeno continuiamo a guardare la serie tv dato che tu non hai una televisione in cucina», dice.

Lo raggiungo. «Scusami se non siamo come voi, che tra poco mettete la televisione anche in bagno».

«Sai ci avevo pensato una volta», mormora.

«Ci avrei scommesso», dico addentando una di quelle bontà e sedendomi accanto a lui. «Che progetti hai per oggi?»

«Io, sinceramente, dovrei andare in palestra questo pomeriggio e poi il resto della giornata la passerò a letto. Sai, questo corpo non è facile da mantenere», risponde. «Tu, invece?»

«Io aspetto che si svegli mio fratello per poter andare in ospedale a trovare Daniel, e poi non lo so», dico. «Aspetta, mi è venuta un'idea. E se venissi anche io ad allenarmi con te? Magari non ci alleniamo al chiuso, in una palestra, ma andiamo al parco».

Mi guarda senza dire niente. «Mi piace come idea. Ci vediamo a casa mia alle quattro», dice. «Ma adesso basta parlare, voglio finire questo episodio entro oggi».




«Ciao stellina. Ciao Ryan», ci saluta Daniel appena entriamo nella sua stanza in ospedale. Cerco in tutti i modi di guardare i suoi occhi, e non l'ago che ha conficcato nel braccio destro. Notando il mio sguardo, si mette a ridere.

«Fratellone. Ti sei svegliato finalmente», dico andando verso il suo letto per abbracciarlo. «Come ti senti?»

Sbuffa. «Molto meglio rispetto a ieri, ma mi annoio tantissimo».

«Sai quando ti lasceranno tornare a casa?»

«Se tutto va bene, tra due giorni tornerò a rompervi le scatole tutto il giorno», dice ridendo.

«Dove sono mamma e papà?» chiede Ryan rivolgendosi a Daniel.

«Sono andati al ristorante qui all'angolo a prendere qualcosa da mangiare, dato che qui in ospedale il cibo fa scifo», risponde.

Ritorna verso la porta, ma si ferma quando si accorge che ancora ci deve spiegare il motivo di questa sua improvvisa partenza. Scusate, partenza suona abbastanza tragico, del suo modo di andarsene così all'improvviso. «Vado da loro, e sorellina ricordati di dargli quella cosa. Ci vediamo dopo».

«Che gli prende?» mi domanda Daniel.

Mi siedo sul suo letto facendo attenzione e non sfiorargli il braccio. «E chi diavolo lo sa? Sono sedici anni che lo conosco, e ancora non sono riuscita a capirlo», rispondo e questa mia risposata lo fa ridere. Ma non una risata dolce, ma una risata malinconica e triste.

Provo a cambiare argomento. «Fortuna che me lo ha ricordato prima Ryan, se no me ne sarei completamente dimenticata», dico aprendo il mio zaino per estrarne fuori un pacco regalo per lui.

Quando lo apre rimane a bocca aperta. «Sei seria?»

Annuisco. «Mai stata più seria. Io e Ryan abbiamo pensato di regalarti un'Ipad tutto per te, in questo modo la smetterai di annoiarti tra queste quattro pareti e con l'aiuto di mamma e papà siamo riusciti a comprartelo. Adesso, ognuno di noi ne ha uno», dico. «Per renderti ancora più felice, ti abbiamo creato anche un account tutto tuo per Netflix».

Mi attira tra le sue braccia e mi da un bacio sulla guancia. «Grazie mille. Siete i migliori fratelli che qualcuno potesse avere».

«Non c'è di che. Tutto per il nostro fratellone».

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now