20 Parrish

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Auguriii a tutte voi ragazze per la festa della donna. 💕❤💕🌾🌾😙
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, perché da oggi in poi ci saranno tanti altri capitoli visti dal punto di vista di Parrish ma state tranquilli, non mi sono dimenticata dei capitoli dal punto di vista di Theo.
Vi volevo anche dire che ho scritto un nuovo libro, in realtà consiste nel scrivere delle piccole storie per un concorso. Passate a leggerla.
Un abbraccio a tuttivoi.    

I capitoli con Jordan Parrish mi sono stati richiesti da giannalehmann, che ringrazzio per avermi dato questa idea.

Tornare, anche se non volevo, a Los Angeles è la cosa migliore che io abbia mai fatto in vita mia. Quattro anni fa mi sono trasferito in questa città subito dopo essermi laureato all'università per diventare poliziotto, ho subito trovato lavoro nel dipartimento dello sceriffo Stilinski.

Tre anni, esattamente un anno fa, ho dovuto lasciare questa città per arruolarmi nell'esercito come tecnico EOD (Explosive Ordinance Disposal) in Afghanistan. In pratica dovevo addestrare una squadra che si occupava di bombe e materiali esplosivi, ovvero stavo facendo quello che avevo studiato a scuola.

Sono andato via dalle zone di guerra perché non riuscivo più a sopportare di vedere i miei colleghi morire. Ma la un avvenimento mi ha completamente cambiato la vita. Un giorno, un mio allievo stava disarmando una bomba e ha accidentalmente tagliato il filo sbagliato e la bomba gli è esplosa in faccia, morendo proprio sotto i miei occhi.

Questo non è l'unico motivo per il quale ho lasciato le zone di guerra. Ho sentito la necessita di tornare, di proteggere i cittadini di questa città soprattutto le persone più care a me.

«Hai ripreso a lavorare molto intensamente e sei tornato qui soltanto da due giorni», dice lo sceriffo sedendosi sulla sedia accanto alla mia scrivania. «Sono le sette di sera e il tuo turno è finito esattamente un'ora fa».

«Devo recuperare il tempo perduto». La mia risposta lo fa ridere, e sinceramente anche a me.

«Jordan sarebbe il caso che tu vada a casa se non vuoi arrivare in ritardo alla cena con tu sai chi», mormora. «Vatti a fare una doccia e mettiti qualcosa di elegante. Non vorrai mica andare con la tua uniforme?»

Spengo il computer. «In realtà era quella la mia intenzione, e comunque come fa a sapere che io questa sera devo andare a cena?»

Mi sorride. «Ti ricordo che mio figlio si trova nella stessa Compagnia dei Jackson, e le voci circolano in modo abbastanza veloce».

«Ha ragione, allora è meglio che io vada», dico prendendo la giacca e incamminandomi verso l'uscita. «Ci vediamo domani mattina. Passi una buona serata Sceriffo».

«Grazie, ma quello che deve passare una bella serata e lei. Ci si vede domani».

Devo prendere la macchina, anche se abito a cinque minuti dalla stazione di polizia e potrei tranquillamente venire al lavoro a piedi. Ma le regole dello sceriffo prevedono che ogni dipendente che lavora alla stazione di polizia deve venire a lavorare con la propria macchi, oppure accompagnato da un suo collega che abita nelle vicinanze.

La fortuna e dalla mia parte oggi, perché oltre al fatto di essermi quasi dimenticato della cena e forse ci arriverò tardi, ho quasi travolto in pieno una povera ragazza con la porta della macchina. Poverina è caduta a terra.

Mi affretto da lei per vedere se si è fatta male. «Oh mio Dio, scusami tanto non l'ho fatto apposta. Ti senti bene?» le domando prendendola per mano e aiutandola a rimettersi in piedi.

È come se il mio cuore si fosse fermato per qualche secondo, quando la ragazza alza lo sguardo verso di me per incontrare i miei occhi. I suoi occhi sono di un bellissimo castano con qualche strana sfumatura di azzurro. Oltre ai bellissimi occhi, le sue guance si sono colorate di un leggero rosso e gli angoli della sua bocca sono piegati all'insù. Ha i capelli tendenti al castano chiaro con le punte bionde e indossa un grazioso vestito azzurro, lungo fino a sopra le ginocchia che aiuta a mettere in risalto il sui occhi.

Let Me Love You 2//Theo RaekenWhere stories live. Discover now