Capitolo ventinove.

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Non sono molto sicura di questo capitolo, anzi non mi convince proprio.
Fatemi sapere cosa ne pensate, visto che io ho qualche dubbio.

Dovevo pubblicare ieri, ma il mio cellulare ha deciso di rompersi, fortunatamente l'ho aggiustato! Quindi, scusate il piccolo ritardo.

Buona lettura! 💜
AGGIORNO DOPO 150 VOTI E 60 COMMENTI. 💞

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DYLAN

Posteggio l'auto nel garage del mio locale, poi scendo insieme ad Amanda e Sophee.

Hanno scelto di entrare nella congrega senza sapere davvero che cos'è, di cosa si occupa realmente e quali sono i nostri veri scopi.

Raggiungiamo il grande tavolo, dove sono già seduti i membri principali.

Ci sono Bill, Santiago, Tyler, Aamir, Toni, Jake, Adam, Davis, Ethan e altri dieci uomini che le ragazze non conoscono.

Mi accomodo al mio posto, quello del capo tavola ovviamente.

Bill, mio braccio destro, nonché il co-capo, è seduto alla mia destra.

Amanda e Sophee si siedono alla mia sinistra.

Riesco a percepire la loro curiosità, il loro nervosismo.

Sanno già qualche piccola cosa sulla congrega, ma non sanno tutto.

Non sanno le nostre storie e il perché abbiamo deciso di creare tutto questo.

«Inizia tu, Bill.» ordino, guardandolo.

«La congrega è stata creata ben venticinque anni fa, io avevo solo trent'anni.
Mio padre lavorava per la mafia italiana, quindi sapevo già come funzionavano le cose. Io ed Alan, ai tempi mio grande migliore amico, l'abbiamo formata.
All'inizio eravamo solo io e lui, rubavamo qualche auto e spacciavamo nei piccoli vicoli.
Poi è successo tutto di fretta, non mi ricordo precisamente come.
Semplicemente, una mattina ci siamo svegliati e abbiamo radunato un nostro esercito, composto più che altro da persone che nella vita non hanno mai avuto nulla da perdere.
Non importava se fossero uomini o donne, a noi serviva solo che fossero disposti a tutto, ma che prima di ogni altra cosa, avessero dignità.
Abbiamo cominciato a spargerli nei vari quartieri di Los Angeles, per spacciare la nostra droga.
Dopo los angelese, siamo passati a San Francisco, Malibù fino ad arrivare in Florida.
Dalla florida siamo arrivati persino a New York, siamo diventati centinaia di uomini.
Non spacciavamo soltanto, importavamo armi e droga in tutto il mondo, prendevamo accordi con la mafia italiana, con la mafia russa e così via.
Abbiamo lentamente preso il comando dell'America, abbiamo allenato i nostri "soldati", a resistere alle torture, li abbiamo allenati come se fossero dei veri e propri soldati.
Oggi come oggi, i nostri uomini, sono in grado di resistere a qualsiasi tipo di dolore, sono fedeli, leali, spietati.
Abbiamo preso potere in tutta l'America.
Ogni singolo negoziante, ci contatta per avere protezione da parte nostra con un piccolo contributo.
Non siamo più noi a chiamarli, sono a loro a chiederci di proteggerli dagli altri criminali con un piccolo contributo di soldi.
Ma la cosa bella è che noi li proteggiamo, con o senza soldi; a noi non interessano i tuoi guadagni, ci basta solo tu sia leale con la congrega.» le parole di Bill, mi portano a galla una miriade di ricordi.

Anche a me alcuni anni fa, Bill ha spiegato tutte queste cose, ovviamente.

Amanda ha le sopracciglia aggrottate, è stupita.

Mi alzo dal mio posto, giusto per prendere dietro di me la bottiglia di whisky con quattro bicchieri.

Li riempio e poi li porgo alle ragazze, a Bill ed uno per me.

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Where stories live. Discover now