Capitolo sedici.

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Buongiorno angeli, scusate il ritardo, ho avuto un poco di problemini ma finalmente ce l'ho fatta!
Buona lettura. 🤍

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Corro su per le scale e mi fiondo dritta in bagno, sgranando gli occhi alla vista di Chris con addosso solo una misera tovaglia a fasciargli la vita.
Gocce di acqua scivolano lungo il suo torace nudo, sparendo sotto la tovaglia da cui esce un po' di peluria.
Deglutisco visibilmente e punto i miei occhi nei suoi che mi guardano divertiti.
-Cercavi qualcuno?- mi domanda con un sorriso giocoso sul volto, mentre io divento rossa per l'imbarazzo.
-In realtà si, cercavo Isabelle, pensavo che fosse in bagno ma a quanto pare mi sbagliavo.- gli rispondo cercando di non fare scendere il mio sguardo sul suo corpo.
Dio, che imbarazzo.
-Bene, adesso vado a cercare Isabelle.- lo avviso ancora rossa dall'imbarazzo.
-Si, sarebbe il caso, non penso tu voglia vedermi senza tovaglia, giusto?- scherza, con un sorriso da ebete sul volto mentre porta le mani sulla tovaglia per toglierla.
-No, infatti.- mi affretto a dire, chiudendo di scatto la porta alle mie spalle, tiro un lungo sospiro di sollievo.
-Devo dire che sei fortemente attratta da lui.- Isabelle mi si para davanti, con un sopracciglio inarcato e la voce infastidita.
Chris non le va a genio ovviamente.
-Sbaglio o per telefono mi avevi detto che qualcuno sa qualcosa?- le domando sviando il discorso aperto da lei poco prima.
Sospira frustata, si passa le mani tra i capelli e punta il suo sguardo colmo di lacrime nei miei occhi.
-Andres è entrato da poco nella congrega, sa di te e dei ragazzi, lo vuole dire a Dylan perché dice che è giusto che sappia e non è un gesto corretto quello di Bill di acconsentire alla tua richiesta di non dire una sola parola per il momento a Dylan e soprattutto il fatto di averti fatta entrare in questo mondo.- afferma lentamente.
Cazzo, cazzo, cazzo, che faccio adesso? Non sono pronta ad un mega litigio con Dylan, Dio mio.
-Dove si trova in questo momento Andres?- le chiedo sorpassandola.
-A casa da Dylan.- mi risponde con timore.
-Gli devo parlare, ci vediamo dopo.- le urlo dopo aver chiuso la porta di casa alle mie spalle.
Scendo le scale in velocità, mentre penso alle mille cose che potrei dire ad Andres.
Entro in macchina e parto, l'ansia mi sta mangiando viva.
Non riesco a ragionare bene in questo momento.
Andres non può dirlo a Dylan, succederebbe una guerra.
Nessuno gli ha insegnato a farsi i fatti suoi? Fottuto stronzo.
Il cancello della villa di Dylan si apre davanti a me, ciò mi fa pensare che qualcuno mi ha visto dalle telecamere e mi ha aperto.
Spero con tutto il cuore che Dylan non sia in casa.
La porta d'ingresso è già aperta, così entro.
-Andres!- urlo, vedendo il soggiorno vuoto.
-Non c'è nessuno in casa, Amanda.- la voce di Dylan mi provoca un sussulto, mentre mi giro a cercalo.
Lo trovo seduto sul divano, mi da le spalle.
Mi avvicino lentamente, mentre lui sorseggia un bicchiere di whisky.
-Dove posso trovare Andres?- gli domando, cercando di restare più tranquilla possibile.
Forse sono arrivata in tempo, magari ancora Andres non è arrivato e non ha detto nulla a Dylan.
-Mi dispiace, sei arrivata troppo tardi. So tutto, so che Bill ti allena, so che sei entrata nella congrega senza il mio fottuto consenso, so che sei stata tu e i tuoi amichetti del cazzo a rubare il carico ai ragazzini del south central. I miei complimenti, Amanda, hai fatto tutto ciò sotto il mio naso e io non mi sono accorto di nulla. Sei stata scaltra, ma devi sapere che sono io il capo della congrega e che prima o poi sarei venuto a sapere che tu lavori per me, non credi?- le sue parole mi arrivano distaccate e piene di rancore, la sua freddezza mi mette i brividi.
Non mi ha guardata nemmeno un secondo negli occhi mentre parlava.
-Che cosa vuoi che ti dica, Dylan?- rispondo di getto, non sapendo davvero cosa dirgli.
Si alza in piedi e sbottona la camicia fino al petto, poi le sue iridi color ghiaccio si puntano con arroganza nelle mie.
Mi guarda con insistenza, mi mette in soggezione, è furioso e quando è così, gestirlo è particolarmente difficile.
Non riesco a reggere il suo sguardo pressante, abbasso gli occhi e quello che vedo mi fa deglutire visibilmente.
Dalla camicia sbottonata, posso benissimo vedere il suo petto scolpito e i suoi tatuaggi.
Dio mio, riprenditi Amanda.
Con timore alzo di nuovo lo sguardo, lo trovo con un sopracciglio inarcato e le braccia conserte.
-Ti rendi conto della gravità della situazione? Sei entrata nella congrega, ovvero nella più potente associazione di criminalità organizzata esistente. Uomini addestrati per uccidere e fare fuori le persone a mani nude, senza un briciolo di pentimento o paura. Ex militari e forze dell'ordine ne fanno parte, persino i politici sono coinvolti. Non è una cosa da niente, sei entrata per la tua caparbietà da stupida in un mondo troppo grande e soprattutto pericoloso per te. Sei solo una fottuta ragazzina viziata.- sputa le parole con veleno, e l'ultima frase mi colpisce più di quanto dovrebbe.
Lui sa bene che io sono tutto tranne che una ragazzina viziata, sa bene che sono dovuta crescere troppo in fretta, sa che per avere quello che ho adesso ho sempre dovuto lavorare sodo e sudarmi le cose, eppure si permette di dirmi queste parole e guardarmi con occhi di chi ti sta giudicando ed è disgustato da te.
-So bene in cosa sono entrata, mi fai così stupida ed ingenua? Tutti mi continuate a ripetere che questo mondo è troppo pericoloso per me, quando in realtà ci sono coinvolta da prima, mi hanno fottutamente rapita per colpa tua! Mi hanno maltrattata, picchiata, lasciata digiuna, ho diverse cicatrici sparse per il corpo che mi ricordano ciò che ho passato. Ho continuamente paura che tutto ciò possa ripetersi di nuovo e io possa rimanerci secca, e io non voglio più avere paura, Dylan. Voglio sapermi difendere da gente come Alan, sono stanca di vivere nel terrore! Sono diventata tutto ciò che ho sempre disprezzato eppure ho dovuto farlo per proteggermi, per farmi rispettare da gente come te! Io non voglio essere protetta da nessuno, se non da me stessa.- urlo, mi sfogo, sputo le parole con rabbia e finalmente sento il peso che mi porto sul petto da quattro mesi, scomparire.
Lui mi guarda con occhi sbarrati, l'azzurro quasi ghiaccio della sua iride si fa più scuro e il respiro più pesante.
-Stai scherzando vero? Tu vuoi proteggerti da sola? Forse non riesci a capire quanto sia davvero pericoloso questo fottuto mondo. Mi farai uscire fuori di testa tu.- il suo tono rispetto a prima risulta più calmo, quasi rassegnato.
Si siede sul bracciolo del divano e sospira pesantemente, mentre si passa una mano sul viso.
Porta una mano in tasca ed esce un pacchetto di sigarette, né sfila una e con lentezza se la porta alle labbra, poi l'accende e fa un lungo tiro.
Seguo i suoi movimenti come incantata e mi rendo conto solo ora di quanto sia cambiato in questi due anni.
A livello caratteriale, con me è rimasto sempre lo stesso. Poco paziente, possessivo, protettivo, arrogante ed esigente. Ma adesso, è come se queste cose si fossero ampliate in lui.
A livello fisico, ha di sicuro cominciato a fare palestra, dato i muscoli che si ritrova; già prima aveva molti tatuaggi, ma adesso è completamente pieno.
Le braccia, il viso, il collo, il petto, la schiena, le gambe, sono ricoperte di tatuaggi.
Alza il viso verso di me, e mi sembra di guardarlo adesso per davvero.
Le sue occhiaie sono abbastanza evidenti, facendomi quindi capire che i suoi problemi d'insonnia non sono mai passati.
-Mi dispiace, non ho saputo proteggerti e adesso ti ritrovi in questo stato per me. Hai dovuto farti forza da sola e stai rischiando tutto per farti rispettare dalla mia congrega. Ti chiedo solo un favore, non fare più atti pericolosi, presenterò te e i tuoi amici a tutta la congrega in un gala che organizzerò da qui a breve e così avrete il rispetto e la protezione di tutti, ci stai?- quasi non credo a ciò che le mie orecchie hanno sentito.
Davvero mi sta accettando nella congrega? Davvero mi sta capendo?
-Permettimelo.- continua, visto che io non ho spiccicato parola.
-Va bene.- mi fa un mezzo sorriso, poi si alza e mi raggiunge.
-Posso abbracciarti?- chiede in un sussurro, il tono risulta supplicante.
Arrossisco notevolmente, ma annuisco.
Mi stringe forte a lui, mentre la sua testa si posa automaticamente nell'incavo del mio collo.
Anche io lo abbraccio forte e dopo tanto tempo, mi sento a casa.
******
Torno a casa che sono più serena, più tranquilla.
Forse perché finalmente Dylan mi ha ascoltata e capita, forse per l'abbraccio durato cinque minuti pieni.
So solo che quando rientro a casa, anche gli altri notano qualcosa di diverso in me.
-Allora, com'è andata?- mi domanda Paul, mangiucchiandosi le unghia.
-Gli ho raccontato tutto.- mi avvisa Isabelle, cono Anastasia seduta accanto a lei.
-Non ho trovato Andres, però ho trovato Dylan, che tra l'altro sapeva già tutto.- spiego, mentre mi accomodo sul divano accanto a Sophee che mi guarda con un sopracciglio inarcato.
-Cazzo.- borbotta Marcos.
-All'inizio abbiamo litigato, poi però mi ha capita e mi ha chiesto gentilmente di evitare di fare cose pericolose solo per avere il rispetto degli altri componenti della congrega. Mi ha detto che organizzerà un gala in cui presenterà noi come nuovi membri della congrega.- racconto tutto con un mezzo sorriso sulle labbra, mentre i ragazzi mi guardano sconvolti.
-In pratica, lui ci ha accettati?- mormora con occhi sgranati Sophee.
Annuisco lentamente, facendo un piccolo sorriso.
-Questa è l'influenza che ha Amanda Flores sul grande Dylan Lopez.- risponde Isabelle divertita dalla situazione.
-Glielo hai detto?- chiedo a quest'ultima, facendo un cenno con la testa verso Ana.
-Certo che me lo ha detto, ora però dobbiamo parlare con Andres io e te.-
-Si, sono d'accordo.- annuisco.
-Bene, che si mangia?- domanda Chris, passandosi la mano sullo stomaco.
-Ho fame.- continua.
-Ordiniamo la pizza, vi prego.- supplica Isabelle.
-D'accordo, ordiniamo la pizza! Ma sappi che lo faccio solo perché amo la pizza e non perché voglio accontentare una donna incinta!- risponde Marcos altezzoso, provocando la risata mia e degli altri.
La cena passa in tranquillità, fra barzellette, racconti divertenti da ubriachi e litigi per l'ultima fetta di pizza.
Mi ritrovo da sola in cucina, dopo che i ragazzi hanno sparecchiato il tavolo, a me tocca fare i piatti.
Finisco di asciugare gli ultimi due e li poso dentro il mobiletto.
Asciugo anche le mani con uno strofinaccio e mi giro per andare in salotto dagli altri.
Il problema è che distante circa quindici centimetri da me, c'è Chris.
-cucù.- scherza, stordendomi con il suo sorriso da Oscar.
-Ciao.- lo saluto sorpresa.
-Non voglio starti lontano.- mi confessa, mordendosi il labbro inferiore.
-Proviamoci, va bene? Ti farò innamorare di me e ti dimenticherai di Lopez.- continua, avvicinandosi notevolmente.
I nostri petti si toccano, siamo praticamente appiccicati.
Alzo la testa, così posso guardarlo negli occhi, data la sua altezza in confronto a me.
Sguardo languido, labbro inferiore tra i denti.
I suoi occhi verdi in questo momento, sono pieni preoccupazione.
Forse è in ansia perché io non gli ho ancora dato una risposta.
-Proviamoci.- sussurro insicura.
Il sorriso prende forma sul suo viso, non ho il tempo di fare altrettanto perché si avventa sulle mie labbra.
Il bacio che mi da è colmo di sentimenti.
Ho le farfalle alle stomaco, mi sento una fottuta ragazzina.
Ricambio il bacio con vigore, mi prende dai fianchi e mi poggia sul ripiano della cucina.
Infilo le mani tra i suoi morbidi ricci e li tiro leggermente.
Geme nella mia bocca, mentre la sua mano alza la mia maglia fino alle costole.
-Ma che cazzo?- dice Isabelle, facendoci saltare in aria.
Chris sbuffa sulla mia bocca, ma non si allontana da me.
-Ho una certa voglia di gelato alla banana, e dato che sono incinta voi dovete accontentare le mie voglie. Quindi staccatevi e andiamo a prendere il gelato.- sputa infastidita.
Mi viene da ridere, ma mi contengo.
Non voglio morire per colpa di un Isabelle incazzata.
-Ma dove dobbiamo andare a prendere il gelato alle 22:30? In più alla banana! Che schifo!- le dico sbuffando.
-Io conosco un posto in realtà, vi ci porto io.- asserisce Chris, guadagnandosi l'amore di Isabelle.
-Bene, mi vesto e ci andiamo.- corre per le scale e io rido, poggiando la testa sulla spalla di Chris.
Il mio telefono inizia a squillare, facendomi preoccupare.
Chi mi dovrebbe mai chiamare a quest'ora?
Lo esco dalla tasca posteriore dei jeans e vedo un numero sconosciuto.
-Pronto?- rispondo insicura.
-Amanda, sono Andres, ho saputo che avevi bisogno di parlarmi. Sono sotto casa tua e dei tuoi amici.- mi avvisa sorprendendomi.
-In realtà ho già risolto, ma ti devo dire una cosa. Sto scendendo.- lo avviso, saltando giù dal mobile su cui ero seduta.
Chris mi guarda confuso, io gli faccio segno di non preoccuparsi e corro giù.
-Eccomi.- dico ad Andres.
Mi saluta con un sorriso, poi si siede accanto a me su un gradino della scala.
-Cosa dovevi dirmi?- mi chiede, un po' nervoso.
Esco due test di gravidanza di Isabelle e glieli faccio vedere.
Lui prima mi guarda confuso, poi guarda i risultati positivi del test e sgrana gli occhi.
-Perché lo dici a me che sei incinta?- mi domanda più confuso di prima.
-Non sono miei, stupido! Sono di Isabelle! L'hai messa incinta.-
-Cazzo.- mormora, la mano tra i capelli.
-Già, il tuo l'ha messa incinta.- mormoro ironica, alzando gli occhi al cielo.
-Com'è potuto succedere?- continua a disperarsi.
-È successo facendo sesso senza protezioni, suppongo.- continuo, prendendolo in giro.
-Cosa devo fare?- mi chiede.
-Conduco una vita troppo pericolosa per crescere un bambino.- continua.
-Senti, non dirò nulla ad Isabelle di questa chiacchierata che ci siamo fatti, ti do tempo fino a domattina per riflettere e magari parlarne con qualcuno. Ti chiedo solo una cosa: prenditi le tue responsabilità e fai l'uomo.- asserisco alzandomi.
Annuisce e poi mi abbraccia inaspettatamente.
Gli do qualche pacca sulla spalla, mi sento in imbarazzo.
-Grazie.- dice, prima di uscire dal portone e mettersi in sella alla sua moto.
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AGGIORNO A 30 VOTI E QUALCHE COMMENTO

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AGGIORNO A 30 VOTI E QUALCHE COMMENTO. 🤍

Spazio autrice: il capitolo non mi piace🤦‍♀️ voi fatemi sapere cosa ne pensate!
Instagram: My_favorite_bad_boy

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Where stories live. Discover now