Capitolo ventuno.

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Buongiorno raga, leggete lo spazio autrice alla fine, è super importante!
Buona lettura🤍 

p.s: ascoltate la canzone che ho messo sopra mentre leggete!

s: ascoltate la canzone che ho messo sopra mentre leggete!

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DYLAN

È già notte fonda, sono passate parecchie ore da quando ho lasciato Kate sola nel bar in cui le avevo dato appuntamento.
Ho una questione da risolvere, ma da codardo quale sono, mi ritrovo chiuso in auto indeciso sul da farsi.
Fuori piove, ed è strano visto che siamo ad agosto; il tempo rispecchia perfettamente il mio umore.
Esco il cellulare dalla tasca, compongo il numero e rimango fisso a guardarlo.
Chiamo o no? Sono le due del mattino, farei la figura del pazzo.
Porca puttana, ma da quando mi faccio tutti questi problemi? Fanculo.
Il telefono squilla al mio orecchio, sto per chiudere la chiamata quando la sua voce confusa mi risponde.
-Dylan?-
-Sono sotto casa tua, scendi.- Ho lanciato la bomba.
-Sei pazzo? Sono le due del mattino!-
-Scendi e basta.- ringhio nervoso.
Chiudo la telefonata, poi apro lo sportello della macchina e scendo.
Mi beo cinque minuti della pioggia intensa che mi bagna del tutto, mi sento carico.
-Che cosa stai facendo? Ti stai bagnando tutto!- urla, venendomi incontro con un ombrello.
Bella come sempre.
Indossa una maglia a mezze maniche nera, corta fino a metà coscia.
Un paio di sneakers ancora slacciate ai piedi, che di sicuro avrà messo prima di scendere di fretta da me.
È completamente struccata, i capelli sciolti e scuri le ricadono morbidi sulle spalle.
Non ho mai visto nulla di più bello di lei.
-Io non ne posso più, Amanda.- parlo lentamente, con lei che mi guarda con occhi smarriti mentre cerca di tenere l'ombrello in alto in modo tale da non far bagnare nessuno dei due.
-Sono stanco di fare sempre questo gioco. Ci sfidiamo, litighiamo e poi finiamo a letto insieme; sono fottutamente innamorato di te, esco fuori di testa al pensiero che quel Chris possa toccarti come faccio io. Sono stanco di sentirmi sempre rifiutato da te, ci amiamo cazzo, perché dobbiamo stare lontani? Perché continui a scappare da me? Perché?! Cazzo, non lo capisco. Tu mi mandi in tilt, sei l'unica donna che ha questo effetto su di me. Ti ho cresciuta io, Amanda; ti sei messa con me che eri poco più di una bambina, mi sono preso la tua innocenza, la tua anima, il tuo cuore e poi ti ho lasciata, lo so... sono stato un figlio di puttana ma avevo delle ragioni serie per farlo. Ma adesso sono qui, perché devi continuamente allontanarmi se sai benissimo che siamo l'uno il pezzo mancante dell'altro? Smettila di mandarmi via, smettila di farmi la guerra, io ho bisogno di averti nella mia vita.- la mia voce incrinata, il fiato spezzato come se avessi appena corso una maratona.
Le tolgo l'ombrello dalle mani e lo butto a terra, facendoci così bagnare entrambi.
Mi guarda con occhi sgranati e la bocca semiaperta, la maglietta le si appiccica addosso per via della pioggia.
Nel suo sguardo riesco a leggere stupore, confusione e...paura? Per quale motivo ha paura?
-Io ti amo Dylan, ti amo più della mia stessa vita. Ogni volta che sono con te mi sento completa, non ho paura di mostrare la vera me perché so che tu non mi hai mai giudicata e mi hai sempre accettata.
Sei l'unico in grado di farmi provare sentimenti che non sono in grado di gestire, l'unico capace di scombussolare il mio intero sistema nervoso, l'unico che sa accendere in me la passione e il fuoco che mi hanno sempre contraddistinta dalle altre. Anche io ho bisogno di averti nella mia vita, perché nonostante i mille litigi, io amo solo te...malgrado mille volte ho provato a dimenticarti, tu non esci mai dalla mia testa.
Ma ho paura, Dylan, ho paura a tornare con te.
Alan per cercare vendetta nei tuoi confronti, mi ha fottutamente rapita e torturata fino allo sfinimento, sono cambiata per colpa sua; sono diventata tutto ciò che ho sempre disprezzato.
Perciò per quanto io possa amarti, la paura prende sempre il sopravvento e mi porta lontana da te. Ti amo, ma sono terrorizzata...non so come gestire tutto questo.- parla mentre lacrime amare scivolano sul suo volto, mischiandosi alla pioggia.
La sua rivelazione mi manda in tilt: lei ha paura a tornare con me per colpa di quello che le è successo, ma allo stesso tempo non riesce a stare lontana da me.
-Torna con me, baby, permettimi di proteggerti, dammi la possibilità di prendermi cura di te e di amarti come meriti. Ti prometto sulla mia vita che mai più nessuno ti farà del male, e soprattutto semmai dovessero solo provarci, faranno una brutta fine. Non mi mandare via ancora una volta, baby. Siamo fatti l'uno per l'altra.- sussurro, avvicinandomi di più a lei e accarezzandole il viso con una mano.
-Sono tua. Lo sono ora e lo sarò per sempre.- mormora, mentre mi guarda come imbambolata.
Nel suo sguardo riesco a leggere tutto l'amore che prova per me, il suo modo di guardarmi come se fossi la cosa più che c'è al mondo, mi manda fuori di testa.
-Solo mia.- confermo, prima di avventarmi sulle sue labbra.
Un bacio appassionato, bisognoso.
La pioggia che cade insistentemente su di noi rende il tutto più passionale, la prendo in braccio e lei avvolge strette le sue gambe attorno al mio bacino.
-Ti voglio adesso.- sussurro sulla sua bocca, ha il respiro irregolare proprio come me.
Ho bisogno di farlo mia in questo stesso istante, ho bisogno di sentirmi una cosa sola con lei.
-Fammi tua.- solo due parole, non ci penso due volte ad aprire lo sportello dei sedili posteriori dell'auto e chiuderci dentro.
Distesa sotto di me, sembra quasi una angelo appena caduto tra le braccia del diavolo, pronta a peccare di piacere carnale solo per amore.
Pronta a perdere la via della luce per inoltrarsi nel mio oscuro inferno.
Tolgo la maglia, slaccio la cintura e mi calo i jeans insieme ai boxer.
Le sue guance si fanno rosse, forse per l'imbarazzo o forse l'eccitazione.
Mi sbarazzo della sua maglietta, accorgendomi che sotto oltre alle mutandine, non indossa nulla.
Le tolgo anche quelle, poi accarezzo dolcemente la sua vita stretta.
-Non sarò dolce come ieri sera, sappilo.- l'avviso prima di abbassarmi sulla sua intimità.
Vado fuori di testa per questa ragazzina, è la mia rovina.
Sputo sulla sua entrata, con le mani la masturbo un po', giusto per farla bagnare.
Poi, entro dentro di lei in modo rude e veloce, facendola ansimare.
Entro ed esco da lei ripetutamente, stringendole il collo con una mano.
Ansima sotto di me, tiene gli occhi fissi nei miei.
La giro, mettendola quindi a pancia in giù e con il sedere in aria, le mollo un sonoro schiaffo e poi la tiro per i capelli verso di me.
La sua schiena tocca il mio petto mentre continuo ad uscire e poi rientrare in lei come un dannato, senza fermarmi.
Le bacio il collo, le do piccolo morsi, poi la bacio di nuovo e infine uno schiaffo sul suo culo meraviglioso.
Questo sono io, piacere e dolore, dolore e piacere; e lei esce pazza per questa mia versione.
Adora quando in me prende il sopravvento la passione, l'aggressività, la voglia di lasciarle segni sul suo corpo come a marcare ciò che è di mia proprietà.
Piagnucola sotto di me, il rumore del mio bacino che si scontra contro il suo sedere è sempre più forte, i vetri della macchina completamente appannati per via dei nostri affanni, la pioggia che batte insistentemente contro l'auto.
-Te lo prometto, Flores, ti proteggerò da chiunque provi solo a sfiorarti. Tu sei mia: cuore, anima e corpo. Mi appartieni completamente, tutti devono sapere che tu sei la fidanzata del capo della congrega e devono avere paura persino a guardarti. Non ti condivido con nessuno, quindi comincia a preparare i vestiti, vieni in villa con me.- ringhio al suo orecchio, la voce mi esce roca mentre le stringo il viso con una mano e continuo a fotterla da dietro.
-Non iniziare.- piagnucola in risposta.
Mi fermo di scatto, uscendo completamente da lei.
Con un gesto veloce, la giro supina mentre lei mi guarda disorientata.
-Non iniziare a fare cosa?- le chiedo, inarcando un sopracciglio.
-Non vengo a vivere in villa con te, faremo un po' qui da me e un po' da te. Facciamo le cose con calma.- mi spiega, accarezzandomi il viso.
-Non voglio stare con il pensiero a te che vivi sotto lo stesso tetto del tuo ex.- le dico, strisciando il mio uccello sulla sua intimità bagnata.
-Ti prego Dylan, non farmi penare.- mi supplica, toccandosi il seno.
È una visione, sembra una dea.
I capelli bagnati sono scompigliati, le guance arrossate per il piacere, i miei segni sul suo corpo.
-E poi...in realtà non ho ancora parlato con Chris, non l'ho ancora lasciato...oggi non l'ho visto.- mi spiega, facendomi innervosire.
-Metti le cose in chiaro, anche se non credo ce ne sarà bisogno dato che stanotte dormo da te.- l'avviso, prima di penetrarla di nuovo.
Sono in paradiso.
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AMANDA 

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Where stories live. Discover now