Capitolo trentaquattro.

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Buon pomeriggio a tutti e scusate il piccolo ritardo, ma come ho detto su Instagram, ho avuto un intoppo.

Non dimenticate di andarmi a seguire! Insta: my_favorite_bad_boy sono molto attiva! ❤️

Godetevi il capitolo e fatemi sapere se vi è piaciuto!
P.s: ci vediamo su insta con il box delle domande!
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«Colpisci più forte! Sei talmente debole che riuscirei a buttarti a terra con un dito.» urla zio Bill, mentre do una serie di pugni al sacco.

Grugnisco arrabbiata, dannatamente arrabbiata, poi mi scaglio contro di lui.

«Debole a chi? Eh?!» grido forte, il mio pugno che colpisce il suo viso.

«Io sono tutto fuorché debole! Sono stata rapita e torturata eppure sono ancora in piedi! Una settimana fa mi hanno sparato, e guarda un po': sono ancora viva!» grido ancora, riempendo il suo stomaco di pugni.

Prova a reagire, ma la mia rabbia causata dalle sue parole, accumulata allo stress di quest'ultima settimana, ha la meglio.

«Io sono debole dici, ma intanto ti sto facendo il culo, vecchio!» continuo, dandogli un ultimo calcio alla gamba destra, causando la sua caduta.

Si lamenta, massaggiandosi l'addome dolorante.

«Per farti uscire un po' di grinta devo commiserarti, pulce?» domanda retorico, rialzandosi da terra.

«Fanculo.» ringhio col fiato corto.

«Mi fa male la spalla adesso!» Questa volta mi lamento io.

Ho esagerato con i movimenti.

«Sei stata tu a dirmi che volevi allenarti.» ribatte, raccogliendo la mia giacca e porgendomela.

«Avevo bisogno di sfogarmi un po'.» mormoro, infilando la giacca della tuta.

«Sai, pulce: le persone normali, solitamente si sfogano parlando con un'amica, magari davanti a un caffè; non distruggendosi.» asserisce rimproverandomi.

«Le opzioni erano due: o mi allenavo, o mi ubriacavo fino a scordarmi il mio nome. Ma siccome sono le 17 del pomeriggio, ho preferito allenarmi. Magari mi ubriaco stasera.» urlo, uscendo dalla palestra.

«Sei sempre la solita! Non ti scordare della riunione.» grida alle mie spalle.

«Eccoti finalmente!» mi viene incontro Anastasia insieme a Bonnie ed Isabelle.

«Ragazze, che ci fate qui?» domando confusa.

«Sappiamo che sei venuta ad allenarti e sappiamo anche sei venuta con il bus, visto che la tua macchina è rotta.» mi spiega Anastasia, entrando in auto.

«Sappiamo anche che da quando lavori per la congrega, hai abbastanza soldi per comprarti una bella auto. Ma visto che la macchina ti serve per partecipare alle missioni, per raggiungere gli altri membri o per andare alle riunioni, Dylan e Bill hanno deciso di pagare questa tua grande spesa.» mi comunica sempre Ana.

«No.» asserisco dura.

«Cosa? Come no?» mi chiede confusa Bonnie, seduta nei sedili posteriori accanto a me.

«Ho detto no. La macchina posso benissimo comprarmela da sola.» continuo, Isabelle che mi guarda con un sorrisetto sul viso.

«Comprare un'auto è una mia responsabilità. La macchina mi serve per andare a fare la spesa, per uscire con gli amici, per andare a fare shopping; non è un qualcosa che riguarda soltanto la congrega, oltre al fatto che non permetto a nessuno di farmi un regalo tanto grande.
Conosco Dylan, conosco anche Bill, so che questa loro proposta, non è dovuta solo al fatto che mi serve per la congrega, ma anche per non farmi affrontare una spesa così grande.
E io dico di no, sono una donna indipendente in tutti i sensi immaginabili, non accetto un regalo del genere, non voglio approfittarmi dei soldi di nessuno.» spiego con voce ferma.

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora