Capitolo undici.

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Buona sera🥰 come promesso, capitolo pubblicato!
Buona lettura, angeli❤️
ATTENZIONE: CAPITOLO CON SCENE VIOLENTE.

Buona sera🥰 come promesso, capitolo pubblicato! Buona lettura, angeli❤️ATTENZIONE: CAPITOLO CON SCENE VIOLENTE

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DYLAN

Le luci psichedeliche della mia discoteca, mi fanno girare la testa per colpa di tutto l'alcol che ho ingerito.
Nella mia vita non ho mai combinato niente di buono, sono un mostro.
Ho fatto male a tante, troppe persone solo per raggiungere i miei scopi, solo per placare la mia fame di potere.
Non mi pento però di ciò che ho fatto ad Alan, lo rifarei altre mille volte.
Il mio vero problema è un altro, lo dovevo uccidere e invece no, perché?
Perché è il padre del mio fottuto migliore amico.
Adam è completamente diverso da suo padre, sono due persone opposte.
Bevo tutto d'un fiato l'ultimo goccio di whisky che è rimasto nella bottiglia, poi la tiro da qualche parte nel privé.
Vorrei spaccare tutto, distruggere qualsiasi cosa, ma col tempo ho imparato a gestire i miei scatti d'ira.
Faccio qualche respiro profondo e prendo un'altra bottiglia di whisky, la apro e me ne scolo un bel po'.
Non sono riuscito a proteggere la mia Amanda, e adesso per colpa mia è chissà dove con quel figlio di puttana.
Se solo lo avessi davanti, lo legherei ad una sedia e lo torturerei fino alla morte, giusto per vederlo soffrire quanto merita.
Non riesco a darmi pace, sono tre notti che non dormo.
Sono un incapace, sono a capo di una congrega che si occupa della criminalità organizzata e poi nemmeno sono in grado di trovare la mia donna, non sono stato nemmeno in grado di proteggerla.
Bevo ancora la mia bottiglia di whisky, la gola brucia ma in questo momento è il mio ultimo pensiero.
Per una notte ho bisogno di dimenticare, di scordare la mia fottuta vita del cazzo e ho bisogno di molto alcol per questo.
Sono un mostro, uno di quelli fottutamente pericolosi.
-Sai che continuare a bere non servirà a nulla, vero?- Aamir mi toglie la bottiglia di vetro dalle mani, prendendone qualche sorso.
-Lo so, dato che nemmeno sta facendo effetto, cazzo.- gli rispondo, prendendo una sigaretta dal mio pacco.
-Andiamo nei sotterranei, c'è una piccola sorpresa per te.- mi comunica, prima di raggiungere le scale.
-Non ho voglia di sorprese del cazzo, aamir.-
-Questa ti piacerà, fidati.- sussurra, facendomi cenno di seguirlo.
Passiamo in mezzo alla folla, vedo giovani donne che si strusciano sul primo cazzo che gli capita a tiro, ragazzi e ragazze che si baciano volgarmente, si toccano e ballano, c'è chi si tira qualche striscia di coca, chi si fa una canna e altri intenti a mettere soldi nelle mutandine delle mie spogliarelliste.
Questo posto è il regno dei peccati, dove ogni uomo, donna e ragazzini, sono liberi di esprimere il loro vero io.
Vanità e lussuria, comandano la serata.
Ho scelto di aprire questo perché io sono un cazzo di diavolo, e come tale, ho bisogno di un posto in cui peccare in pace.
Scendiamo le scale che portano al seminterrato e trovo gli altri ragazzi disposti a cerchio intorno a qualcosa o qualcuno.
Isabelle, Anastasia e Bonnie, sono messe in disparte a guardare da lontano.
Mosso dalla curiosità, raggiungo velocemente i miei uomini.
Noto la presenza di un ragazzo seduto su una sedia, legato e imbavagliato come si deve.
-Chi è questo?- domando, inarcando un sopracciglio.
-Uno dei ragazzi di mio padre.- mi risponde Adam, facendo un tiro dallo spinello che ha fra le dita.
-Come lo avete trovato?- chiedo avvicinandomi al ragazzo.
-Facile, lo conosco. Quando abitavo con mio padre, veniva spesso a trovarci, è uno dei suoi uomini più fedeli.- mi spiega, passandomi lo spinello.
Lo accetto, faccio qualche tiro d'erba e poi tolgo la benda dalla bocca al bastardo.
-Che cosa volete da me, pezzi di merda?!-  grida, furioso.
-Shh.- lo zittisco, facendo qualche respiro per mantenere la calma.
-Vogliamo solo sapere dove il tuo capo, tiene nascosta la mia Amanda.- gli rivelo con estrema lentezza, facendolo deglutire nervosamente.
-Come fate a sapere che l'ha presa lui?- ci chiede, sgranando gli occhi impauriti.
-Ce lo hai appena confermato, non che avessimo dubbi, ma va bene lo stesso.- gli dico, girando intorno a lui.
-Senti Dylan, io non so niente e con voi non ho nulla, lasciatemi andare.- mi dice, con tono da agnellino indifeso.
-E questo sarebbe uno degli uomini più fedeli di tuo padre?- domando ironico ad Adam, che ride di gusto.
-Dai, adesso facciamo le persone serie. Se tu mi riveli dov'è la mia fidanzata, allora io non ti farò del male, se non me lo dici..ti lascio solo immaginare.- sussurro, a qualche centimetro da lui.
-Non ne ho idea.- dice, questa volta tenendo la testa alta e il tono da duro.
-Smettila di fare il duro, sai benissimo con chi hai a che fare.- lo avviso, sorridendo con calma.
-Si, ho a che fare con un figlio di puttana senza palle.- mi provoca ridendo.
-Ti piace mettere a dura prova il mio autocontrollo, per caso? Ho già problemi a gestirlo, se tu ti metti a fare così sono costretto a far uscire la parte peggiore di me, e tu non vuoi che esca, giusto?- proferisco, accarezzandogli i capelli.
-Non ho paura di te, bastardo.- sussurra, tenendo la testa bassa.
-Ti sbagli, dovresti averne.- gli rispondo, prima di scagliare il mio pugno contro il suo naso, facendolo sanguinare.
-Figlio di puttana.- sussurra.
-Allora, mi dici dov'è Amanda?- gli domando, pulendo il suo sangue dalla mia mano.
-Ci vuole più di qualche pugno per me, non mi fanno paura quattro legnate.- replica, sorridendo.
-Hai ragione, ci sono andato leggero.-
Esco un coltellino portatile dalla tasca e gli poggio la punta del coltello sulla guancia.
-Quindi?- gli domando, di nuovo.
-Credi di farmi paura?- continua a fare il duro.
Gli faccio un taglio profondo sulla guancia, il rivolo di sangue cola sul suo collo, aggregandosi a quello del naso.
-La tua Amanda è una vera puttana, lo sai?- continua a provocarmi imperterrito.
-Non ti devi nemmeno permettere di nominare Amanda, pezzo di merda.- ringhio, infilzando il coltello al centro della sua mano.
Urla per il dolore inaspettato, causandomi una risata perversa.
-Adoro vedere soffrire i bastardi come te, fate tanto i duri, però poi inciampate sulla persona sbagliata e per voi finisce male, molto male.- asserisco, scuotendo la testa con un piccolo sorriso.
Un pugno, due pugni, tre pugni.
Carico il braccio indietro e poi sferro un altro pugno dritto alla faccia da cane bastonato.
-Basta, lo ammazzi così!- mi urla contro Anastasia, scattando in piedi.
-E sai cosa mi importa se lo ammazzo? Un cazzo.- ribatto, mentre lui tiene la testa china.
Jason la raggiunge e la fa sedere, calmandola.
-Qual è il tuo nome?- gli chiedo, abbassandomi alla sua altezza.
-Duncan.- risponde, respira a fatica il coglione.
-Allora, ti decidi a dirmi dov'è la mia donna?- mormoro, alzandogli il viso con due dita.
Una notifica del mio telefono, mi interrompe.
Inarco un sopracciglio, poi sbuffo.
Mi alzo e mi faccio dare un fazzoletto da Isabelle, che mi guarda come se fossi un mostro.
E non ha torto, questo sono io.
Un uomo addestrato per uccidere senza nessuna pietà e con un sorriso sul volto.
Pulisco le mani dal sangue del bastardo ed esco il telefono dalla tasca posteriore dei miei pantaloni neri.
Un video da un numero sconosciuto su whatsapp.
Lo apro già seccato, spero non sia qualche video da parte di qualche parente che parla di quanto sia grande l'amore di Dio, di quanto il signore ci ami, che tutti siamo in grado di redimerci e altre cazzate varie.
Serro la mascella quando i miei occhi vedono ciò che non si aspettavano completamente.
Amanda distesa e legata su una lettiga, Alan che ride contento.
Lei che lo prega di lasciarla andare e lui che gli dice che gli dispiace, che se non fosse stato per me non le avrebbe mai fatto del male.
-Muori figlio di puttana, sai bene che quando Dylan mi troverà per te saranno guai.- Amanda parla con un filo di voce.
Hai ragione amore mio, appena ti troverò mi prenderò cura di te e poi prenderò lui e lo torturerò fino alla morte.
-Semmai riuscisse a trovarti, di sicuro non sarai più viva.- afferma Alan, il tono duro, serio.
Rischiati stronzo, prova ad ammazzarla e io ti sventro, giuro che non avrò un minimo di risentimento quando tu mi implorerai e io come un fottuto diavolo ti toglierò la vita.
Prende un pezzo di ferro con la lama appuntita per bene, poi lo punta sul braccio della mia donna.
Mi manca il fiato quando vedo che sta scrivendo il suo nome sul braccio della mia piccola e ingenua Amanda, marchiandola per sempre.
Alzo la testa dallo schermo, trovando tutti i ragazzi accanto a me, sconvolti.
Lancio il telefono in punto indefinito della stanza, poi raggiungo Duncan che mi guarda terrorizzato.
Strano, fino a pochi momenti fa si prendeva gioco di me, ora gli faccio paura?
Lo prendo con tutta la sedia e lo lancio dall'altra parte della stanza.
-Dimmi dove cazzo si trova Amanda.- ordino come imbestialito.
Lo uccido, lo faccio fuori, lo giuro sulla cosa più cara che ho.
-Non lo so, lo giuro, non lo so.- urla, muovendosi come un pazzo.
Gli tiro un calcio dritto in faccia, poi uno nello stomaco e un altro ancora in faccia.
Si lamenta mentre il sangue gli sgorga come un fiume in piena dal naso.
Lo prendo per i capelli e lo tiro finché la sedia in cui i miei amici lo hanno legato, non è dritta sul pavimento.
-Portatemi il tagliacarte.- ordino ai ragazzi, respirando con affanno per la rabbia.
-T..tagliacarte? C..cosa v..vuoi f..fare?- balbetta il biondino che ho difronte.
-Lo vedrai.- rispondo, un sorriso diabolico che mi contorna il viso.
-È bello vederti di nuovo così spietato, fratello.- si complimenta Aamir, porgendomi il tagliacarte.
Lo prendo e rido, scuotendo la testa.
Mi avvicino al pezzo di merda e posiziono il tagliacarte sulle sue gambe.
Prendo un dito della sua mano e lo tengo fermo sotto la lama dello strumento.
Adam corre a darmi una mano, tiene fermo il braccio di Duncan mentre quest'ultimo si dimena ed urla come un dannato, io nel frattempo alzo la lama il più possibile e poi di scatto, con un colpo netto, gli faccio saltare il dito.
Urla, piange, trema come un fottuto bambino.
Anche le ragazze urlano e tremano, dinanzi alla mia crudeltà.
-Ti prego, ti prego basta, per favore, ti scongiuro.- urla, pregandomi di lasciarlo andare.
Io rido come un sadico, prendo il suo dito da terra e rido ancora, lanciandolo ad Aamir che a sua volta ridendo, lo lancia ad Adam.
Quest'ultimo lo prende e lo ficca in bocca al biondino.
-Allora figlio di puttana, ti decidi a parlare oppure te lo faccio ingoiare questo cazzo di dito? Eh?!- inveisce Adam.
Il ragazzo piange, piange come forse in vita sua non ha mai fatto.
-Dylan Lopez, sei un fottuto psicopatico.- mi urla contro, piangendo ancora.
-Proprio così.- lo assecondo ridendo.
-C'è un posto speciale all'inferno riservato ai folli come te.- aggiunge, gridando ancora.
-Questo lo so già, ragazzino. Mi stai annoiando.- sbuffo, davvero molto seccato.
-Dato che non hai nessuna intenzione di parlare, ti uccido e mi tolgo il pensiero, mi stai facendo perdere troppo tempo.- affermo serio.
-No, no, no, va bene! Va bene, scusa! Parlo!- grida impazzito.
Un sorriso di vittoria si forma sul mio viso.
-Ti ascolto.-
-È nascosta nei sotterranei di una villa a miami.- svela, facendomi arrabbiare di più.
-4397 km, porca puttana.-sussurro, dando un calcio alle gambe del ragazzo.
Sta muto, non osa parlare per paura che qualcuno lo possa aggredire.
-Il numero civico e la via, subito.- comando, puntando i miei occhi di fuoco nei suoi impauriti.
Uomo senza palle.
-N..non lo so, davvero..- sospiro pesantemente, guardando Adam.
-Mio padre ha diverse proprietà a Miami, le guardo tutte e le andiamo a controllare una per una.- mi comunica, dandomi l'unica soluzione.
Ci vorranno almeno due giorni prima che riesca a trovarla, cazzo.
-Che ne facciamo di lui?- chiede Santiago, sbadigliando.
-Lo ammazziamo, gli tagliamo la testa e poi la spediamo all'indirizzo di casa del suo caro fratellino.- spiego, ridendo in modo sadico.
-Cosa? No! Vi prego! Avevamo un patto!- urla, in preda ad una crisi di panico.
-Patto? Mai stringere un patto col diavolo, coglione.- mormoro, prendendomi gioco di lui.
Estraggo la glock 17 dal retro dei pantaloni e a distanza di alcuni metri, prendo una perfetta mira e sparo, dritto in fronte.
Non ha avuto il tempo di replicare, di supplicare.
I bastardi come lui, meritano questo.
-Andiamo a controllare le proprietà e partiamo, subito.- ordino.

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Where stories live. Discover now