Capitolo quindici.

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Buongiorno!! ☀️ Ci sono stata un po' per scrivere questo capitolo, ma alla fine ce l'ho fatta! Spero possa piacervi, fatemi sapere! 🤍
Buona lettura, angeli! 🤍

Buongiorno!! ☀️ Ci sono stata un po' per scrivere questo capitolo, ma alla fine ce l'ho fatta! Spero possa piacervi, fatemi sapere! 🤍Buona lettura, angeli! 🤍

Ups! Ten obraz nie jest zgodny z naszymi wytycznymi. Aby kontynuować, spróbuj go usunąć lub użyć innego.

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DYLAN

Faccio capolinea in cucina, notando che sono tutti già seduti a tavola, manco solo io.
Mi accomodo nel mio posto a capo tavola, due sedie più avanti a me, c'è lei che tiene la testa chinata sul piatto colmo di pasta che ha davanti.
-Bene, adesso che siamo tutti possiamo cominciare la cena!- con enfasi mia sorella si alza in piedi, prende il bicchiere di vetro pieno di vino bianco frizzante e lo alza in aria.
-Voglio brindare a questa nuova amicizia e spero con tutto il cuore che tutto possa andare per il meglio.- continua, mentre gli altri brindano con lei sorridendo felici.
Che cazzo hanno da essere contenti?
Amanda resta nella sua posizione, non alza gli occhi nemmeno per sbaglio e io mi prendo il piacere di osservarla in tutta la sua bellezza disarmante.
La ragazza bionda accanto a lei le da una leggera gomitata sul fianco, poi le mormora qualcosa all'orecchio che la fa sbuffare.
Con un finto sorriso anche lei brinda, mentre i miei amici urlano ridendo e dicendo parole poco comprensibili per me che sono impegnato a guardare Amanda.
Si volta come richiamata dal mio sguardo insistente facendo scontrare le mie iridi chiare con le sue scure e mi sorprende vedere la freddezza che trasmette il suo sguardo.
Amanda è sempre stata un turbine di emozioni incontrollate: dolore, rabbia, gioia; tutto ciò che provava lo si poteva capire guardando i suoi occhi, ma adesso che leggo solo freddezza e distaccamento dal mondo che le sta attorno, stento a riconoscerla, stento a riconoscere la ragazza che si è presa il mio cuore e non me l'ha più restituito.
È lei la prima a voltarsi, la sua testa si gira in direzione di un ragazzo ricciolino con i capelli scuri e gli occhi verdi, che la guarda con un sorriso e le fa un occhiolino che la fa ridere.
E ora che cazzo vuole questo?
Dylan mantieni la calma, porca troia.
Tutti cominciano a mangiare e io li seguo a ruota, Amanda mangia poco e niente, poi allontana il piatto e si asciuga le labbra.
-Amanda, hai già finito di mangiare?- le chiedo alzando un sopracciglio.
Sussulta quanto sente che pronuncio il suo nome.
-Si, non ho più fame.- secca, dura.
Mantiene una posizione dritta e la testa alta, sicura di sé.
-Non hai mangiato nulla.- continuo, bevendo un sorso di vino.
A tavola cala il silenzio, tutti si concentrano sulla conversazione che si è aperta tra me e lei.
Mi imita, prendendo anche lei un po' del suo vino.
-Non è una cosa che ti riguarda.- mi risponde, inclinando il capo di lato.
-Devi mangiare, per il bene della tua salute.- affermo duro, mi sono già stancato.
-Dovresti cominciare a pensare di più ai fatti tuoi, Lopez, non a me.- mi provoca, portando gli occhi a due fessure.
-Tu sei un fatto mio, Flores.- dichiaro, con un sorrisetto a contornarmi il viso.
-Un tempo, forse. Smettila di vivere nel passato.- replica, alzando le sopracciglia.
-Quattro mesi fa per te è passato?- ribatto, facendo un sorriso ironico.
-Per me quattro mesi fa, è proprio da dimenticare.- afferma, alzandosi dal tavolo.
-Scusate, ho bisogno di una sigaretta.- si inoltra nel soggiorno fino ad arrivare alla porta ed esce.
-Cosa cazzo è appena successo?- chiede un amico di Amanda, quello con la barba.
Mi alzo anche io e la raggiungo fuori, sotto lo sguardo attento dei miei amici e quello confuso dei ragazzi che non conosco.
-Che c'è? Hai già trovato il mio rimpiazzo?- arrivo alle sue spalle all'improvviso, cogliendola di sorpresa.
Si volta e inarca un sopracciglio, un piccolo sorriso compare sul suo viso.
-Geloso?- mo sfida, portandosi la sigaretta tra le labbra e facendo un tiro.
-Non hai idea quanto.- concordo, passando la lingua sul labbra inferiore.
Mi avvicino notevolmente a lei, fa qualche passo indietro trovandosi con le spalle al muro.
-Sei in trappola.- asserisco, stringendo il suo viso con la mia mano.
A quel contatto, sento fremere ogni singola parte del corpo, come può essere che una sola ragazzina riesca a farmi questo effetto?
Prova a divincolarsi invano, poi sbuffa.
-Lopez, lasciami stare.- sussurra, facendo respiri profondi.
-Torna con me.- il mio tono risulta più che altro come una supplica che come un ordine, ho abbassato le mie difese dinnanzi all'unica donna in grado di rovinarmi, davanti la sola persona che ha il potere di annientarmi, di rompere anche l'ultima briciola di cuore che mi è rimasta e che ho sempre riservato a lei.
-Fottiti, Dylan Lopez.- ringhia a pochi centimetri dal mio viso.
-Non ho intenzione di tornare con te, ho altro per la testa.- mi risponde in maniera pacata.
-Non mi vuoi più?- domando, tenendo i miei occhi fissi nei suoi.
-No.- replica di getto, abbassando lo sguardo.
Porto la mia mano tra il groviglio dei suoi capelli scuri e chiudo il pugno, costringendola ad alzare la testa verso di me.
-Quindi se io adesso ti baciassi, tu mi respingeresti, giusto?- le domando inclinando la testa di lato.
Il suo sguardo vacilla, dandomi una risposta abbastanza chiara.
-Certo.- sussurra, respirando irregolarmente.
Porto il mio viso nell'incavo del suo collo e respiro a pieni polmoni il suo profumo che in questi mesi mi è mancato da impazzire.
Lascio un piccolo bacio proprio sotto il suo orecchio, la sento tremare sotto l'imponenza del mio corpo contro il suo minuto.
-D..Dylan, fermati.- la sua voce è un piccolo bisbiglio, il suo corpo trema e il respiro è pesante.
-Che fine ha fatto la tua sicurezza, mh?- la sfotto, passando la lingua sul lembo della scollatura della sua maglietta.
Si lascia scappare un piccolo gemito e io sorrido compiaciuto contro il suo collo.
-Dylan.- mi supplica e io per poco non vado fuori di testa.
Non corrispondo più delle mie azioni.
-Si, Amanda?- adesso la mia bocca e la sua si sfiorano, mi sta fottendo il cervello in un modo anormale.
-Il gatto ti ha mangiato la lingua?- mi prendo gioco di lei, sfiorando ripetutamente le sue labbra con le mie.
-Fottiti.- risponde, stringendo gli occhi.
Non c'è la faccio più, non riesco a moderarmi.
Il bisogno che ho di lei è alle stelle, la mia voglia di girarla e e fotterla come solo io posso fare è grande, ma mi accontento di baciarla.
Le nostre labbra si scontrano in un casto bacio, le sue mani indugiando sul mio petto, vorrebbe respingermi davvero, ma la voglia di baciarmi e più forte.
Il bacio si fa più bisognoso, più volgare.
Le nostre lingue si scontrano, le mie mani vagano sul suo corpo da Dea.
Stringo forte il suo culo facendola gemere contro la mia bocca.
Le mordo il labbro fin quando non sento il sapore del suo sangue e sorrido, perché so che domani quando si guarderà allo specchio, avrà un mio piccolo ricordino.
Le sue mani stringono in due pugni la mia maglietta, si aggrappa forte a me e io emetto un piccolo ringhio mentre cerco di mantenere i miei impulsi animaleschi.
Il bisogno che ho di lei è viscerale, impossibile da gestire, da descrivere.
La mia voglia di fotterla proprio qui, contro questa parete a cui è attaccata è colossale.
Qualcuno si schiarisce la voce, così in un gesto secco Amanda mi allontana visibilmente.
Le sue labbra sono rosse e gonfie, i suoi capelli scompigliati e gli occhi lucidi fanno capire a tutti ciò che è appena accaduto.
Si volta a sinistra, sgranando gli occhi.
Mi giro anch'io trovando lo sguardo di mia sorella arrabbiato, insieme alla nuova amica biondina di Amanda, Isabelle, i miei amici e gli altri tre amici di lei, compreso quello ricciolino che ha la sguardo di un cucciolo smarrito.
Sorrido compiaciuto al ragazzo che mi guarda con odio, poi guarda Amanda e scuote la testa.
-Sei un figlio di puttana.- mi urla contro questo ragazzino.
-Me lo dicono tutti.- gli rispondo, mentre il mio sorriso si allarga.
-Chris, ti posso spiegare.- gli dice lei, palesemente preoccupata.
-Cosa gli devi spiegare, eh? Che ti stavi facendo quasi scopare contro questa parete dal tuo ex e che non sei stata capace di respingermi?- la provoco, offeso dal suo modo di rimpicciolire ciò che stavamo facendo.
Lo sguardo che mi lancia Amanda è pieno di odio, so che sta per scoppiare da un momento all'altro.
-Ex?- chiede quello che credo si chiami Paul.

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz