Capitolo tredici.

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Buonasera a tutti🌙 Scusate il piccolo ritardo e buona lettura! ❤️ (scusate anche gli eventuali errori, correggerò il capitolo al più presto)

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Ups! Tento obrázek porušuje naše pokyny k obsahu. Před publikováním ho, prosím, buď odstraň, nebo nahraď jiným.

•••••Sono tornata alla normalità da soli due giorni e Dylan non ha fatto altro che tenermi bloccata dentro casa

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Sono tornata alla normalità da soli due giorni e Dylan non ha fatto altro che tenermi bloccata dentro casa.
Mi ha fatto controllare le ferite da un suo medico di fiducia che mi ha dato alcune medicine per guarire al meglio e anche una pomata per le cicatrici.
Le ragazze sono venute a trovarmi e non hanno fatto altro che piangere per me, farmi una serie di domande e prendersi cura di me a modo loro, dopo che hanno visto come sono ridotta.
Dopo tutto ciò che ho passato, non riesco più a piangere, è come se avessi un blocco.
Non ho raccontato a nessuno quello che ho vissuto e non penso che mai lo farò, ho deciso di tenerlo per me, non voglio tornare indietro e pensare a tutto quello che Alan mi ha fatto.
Lo zio Bill e Marcela, sono qui, nella cucina di Dylan a bere caffè e discutere di cose futili che mi fanno ridere e per un po', mi fanno dimenticare dello schifo che ho alle spalle, però adesso è ora di tornare alla realtà.
-Zio, vorrei parlarti in privato.- mi rivolgo a zio Bill, che mi guarda confuso.
-Si, spostiamoci in un'altra stanza.- si alza, e usciamo sotto lo sguardo indagatore di Dylan, usciamo dalla cucina.
-Deve restare fra di noi, nessun altro lo deve sapere, te ne prego zio.- lo supplico.
-Di me ti puoi fidare, lo sai bene.- asserisce annuendo.
-Voglio allenarmi e voglio che sia tu ad aiutarmi, voglio entrare nella congrega e non voglio che Dylan lo sappia, almeno perora. Ho bisogno di vendicarmi, Alan deve soffrire e devo prepararmi al meglio. Non hai idea di quello che ho passato, non voglio rimanere la ragazzina indifesa che sono. Voglio cambiare, voglio essere forte.- gli spiego, mentre lui mi guarda contrariato.
-È un mondo troppo pericoloso, pulce.- mi dice, ammonendomi con lo sguardo.
-Eppure, senza nemmeno farne parte, ho subito cose che credevo si vedessero solo nei film.- ribatto nervosa.
-Cos'hai intenzione di fare con Dylan?- mi chiede sospirando.
-Io e Dylan non stiamo insieme, non può decidere cosa devo fare della mia vita, mi allontanerò da lui e mi farò la mia strada.- Anche se tutto ciò fa male, male da morire, devo farlo per me, per il mio bene.
Non ho bisogno di qualcuno che mi protegga, devo imparare a farlo da sola.
-Domani alle 18:00 ti aspetto in palestra, ti aspettano mesi di duro allenamento.- sussurra, non proprio convinto.
-Marcela, tesoro mio, è ora di andare.- lo zio Bill parla amorevolmente a sua moglie, dopo essere tornati in cucina.
-Pulce mi raccomando, se c'è qualcosa che non va, qualsiasi cosa, puoi sempre venire da noi, sei la benvenuta, lo sai. Ti voglio tanto bene.- mi dice quest'ultima, stringendomi forte.
-Va bene, va bene! Ma così mi strozzi.- rido, per il suo affetto.
È sempre stata così: dolce, buona, gentile, si è sempre preoccupata per me.
-Allora, di cosa hai parlato con Bill?- mi domanda serio Dylan, dopo che marcela e Bill sono andati via.
-Nulla che ti riguardi.- asserisco, accendendo una sigaretta.
-Sei seria, Amanda?- replica, inarcando un sopracciglio.
Non riesco a capire perché ogni fottuta volta, il mio nome pronunciato da lui sembra qualcosa di super sexy.
-È ora che io torni a casa mia, Dylan. Io e te non stiamo insieme, lo sai. In questi anni ci siamo fatti troppo male e non possiamo continuare così, è una relazione tossica questa. Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi salvata, ma è ora di tagliare i rapporti e farsi la propria strada, mi dispiace.- sussurro, sentendo il suo sguardo infuriato su di me.
-Amanda, io ti devo proteggere, non puoi allontanarmi.- sussurra, la sua mascella è contratta.
-Dylan, non facciamoci altro male.-
Non posso vivere la vita con la paura che qualcuno possa farmi del male, io devo imparare a non aver bisogno di nessuno, nel bene e nel male, devo essere indipendente.
-Non ti lascio andare.- mi mette i brividi con la sua voce roca, mentre fa qualche passo verso di me.
-Mi dispiace.- corro in stanza e mi chiudo a chiave.
Prendo i vestiti che mi ha portato ieri Isabelle e mi vesto in fretta.
Rumori assordanti arrivano dal piano inferiore, facendomi bloccare al centro del corridoio.
Scendo lentamente le scale, trovando il soggiorno completamente distrutto e Dylan con la testa tra le mani.
Ci guardiamo, vedo il dolore nei suoi occhi azzurri.
Mi si spezza il cuore, ma non posso fare altro che questo per il mio bene.
Per una volta, devo scegliere me.
*****
QATTRO MESI DOPO:

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Kde žijí příběhy. Začni objevovat