Capitolo dodici.

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Buonasera angeli, come va? Come state? Spero tutto bene. ❤️
🛑ATTENZIONE: CAPITOLO CON SCENE HOT 🛑
Buona lettura 🤍

 ❤️ 🛑ATTENZIONE: CAPITOLO CON SCENE HOT 🛑Buona lettura 🤍

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•••••AMANDAApro gli occhi di scatto, come se mi fossi appena svegliata da un brutto incubo

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AMANDA
Apro gli occhi di scatto, come se mi fossi appena svegliata da un brutto incubo.
Solo che questo non è un incubo.
Sono legata ad una sedia, in una stanza buia.
Le ferite procurate dalla frusta, mi bruciano da impazzire.
Credimi Alan, non hai idea di come mi stai facendo diventare.
Tutti i miei valori, il mio rispetto per la legge e tutte le cazzate in cui credevo, sono volati via con il vento.
Adesso cerco solo vendetta, ho bisogno di vederlo morto e voglio essere io ad avere il piacere di togliergli la vita.
Io e nessun altro.
Sono sempre stata una ragazza buona, gentile con tutti, pronta ad aiutare il prossimo, mi sono sempre spaccata il culo dalla mattina alla sera per condurre una vita dignitosa e questo è tutto ciò che ho avuto in cambio.
Rapita e torturata ripetutamente.
Essere brave persone ai giorni d'oggi, non serve a un cazzo.
Per questo ho deciso che appena riuscirò a scappare, cambierò drasticamente il mio stile di vita.
Mi allenerò e cambierò io stessa radicalmente.
Se da qui dentro uscirò viva, niente e nessuno potrà più abbattermi.
-Ciliegina.- alzo gli occhi, notando Alan intento a trafficare con qualcosa che non vedo.
-Pezzo di merda.- sputo incazzata.
-Ancora non hai imparato la lezione? Ti ho detto mille volte che devi portare rispetto, oppure ti finisce male.- mi spiega voltandosi nella mia direzione, tiene in mano un coltellino.
Che ha intenzione di farmi adesso?
È inutile, non mi piegherò mai a lui, perché non lo vuole capire?
-Potremmo anche stringere un accordo, se ti va.- propone, affilando la lama del coltello con un'altra lama.
-Che genere di accordo?- domando, inarcando un sopracciglio.
Cos'ha in mente?
-Io ti do la libertà e tu mi aiuti a catturare Dylan, poi sei libera.- è malato, ha le rotelle fuori posto.
Si sbaglia se pensa che io venda Dylan per la libertà, preferisco morire piuttosto.
-Pensi che io sia così meschina da fare una cosa del genere? Ti sbagli di grosso.- rispondo, il tono tagliente.
-Se la metti così, allora accetta le conseguenze.- mormora, prima di trafiggere l'intera lama del coltello nella mia coscia.
Le lacrime minacciano di uscire da un momento all'altro per il dolore lacerante, ingoio il nodo in gola che si è creato e lancio un urlo misto di rabbia e dolore.
Lui se la ride, mentre il coltello è ancora conficcato nella mia carne.
Lo estrae lentamente, lasciando uscire il sangue a fiotti.
Gemiti dolore abbandonano le mie labbra, strizzo forte gli occhi e mi concentro su qualsiasi cosa che non sia il sangue che sto perdendo.
Graffia il mio braccio con la punta del coltello e poi mi tira uno schiaffo sul viso, facendo uscire un rivolo di sangue dal labbro.
-Perché non mi liberi, figlio di puttana? Io ti ammazzo, te lo giuro.- urlo, in preda all'isteria.
-Non ti agitare ciliegina, così sprechi le tue forze.- ride di me, mentre pulisce il coltello dal mio sangue.
-Vai a fanculo.-
-Mi accompagni?- sussurra, prima di colpire la mia nuca con il retro di una pistola.
*****
Mi sveglio di soprassalto, sentendo un forte bruciore alla guancia.
Davanti a me c'è Alan, bastardo, mi ha appena svegliata con uno schiaffo.
Provo a muovermi ma, per l'ennesima volta sono legata, questa volta però sono attaccata ad un tavolo di acciaio.
Mi guardo intorno spaesata, la coscia punge in maniera impressionante.
Dio mio, se non mi medicano rischio una grave infezione, porca troia.
-Adesso ci divertiamo sul serio, ragazzina.- parla, il sorriso a trentadue denti.
-Cosa vuoi ancora da me? Dammi un poco di tregua, cazzo.- mi lamento, guardandolo male.
-Ora inizia il bello, vediamo se resisti a qualche scossa elettrica.- dice, sfregando le mani.
-Che cazzo stai dicendo?- urlo, cercando di divincolarmi per scappare.
-Allora stringi l'accordo con me e sarai libera.- si fa serio.
-Mai, preferisco morire, Alan.- asserisco fin troppo seria.
-Sei proprio una tosta, mi piaci.-
Si avvicina a me con delle forbici, io lo guardo di sottecchi.
Taglia la mia maglietta e la getta in un punto non preciso della stanza, lo stesso fa con i miei pantaloni di tuta.
Sono nuda, con solo l'intimo addosso, davanti ad un bastardo maniaco.
Attacca delle cose che non ho idea di cosa siano al mio petto, poi mi guarda, gli occhi di un sadico.
-È arrivato il momento.- sussurra prima di alzare la leva.
Una leggera scossa elettrica mi smuove, provocandomi un po' di bruciore.
Cazzo, pensavo fosse peggio.
Regola qualche tasto e poi di nuovo, alza quella maledetta leva.
Questa volta la scossa che arriva è molto più forte, tanto da farmi urlare per il dolore.
Perché devo essere costretta a sopportare tutto questo? Perché?
Non piangere Amanda, non piangere, mi ripeto, prima che Alan possa darmi di nuovo la scossa.
Grido per il dolore terribile che ho in tutto il corpo.
Non gli dare questa soddisfazione Amanda, sei fottutamente forte e non merita di godere vendendoti soffrire, continuo a ripetermi mentre lui non mi da pace.
Non so come, non so quando, ma chiudo gli occhi e non vedo più nulla.
Non sento più niente, ne il dolore, ne la paura, ne la fame, niente di niente.

𝗠𝘆 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶𝘁𝗲 𝗯𝗮𝗱 𝗯𝗼𝘆 Donde viven las historias. Descúbrelo ahora