Capitolo 1: le origini

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Mio padre e mia madre si incontrarono a New York, in una giornata di sole in una spiaggia.
Si innamorano subito. Dopo un paio di mesi mia madre rimase incinta e allora mio padre disse chi era veramente. Nacqui e mio padre resto con noi un paio di mesi, fino a quando suo fratello, Zeus, non lo costrinse a ritornare sull'Olimpo e ha stroncare i rapporti con me e mia madre.
Da quel momento non lo rivedemmo mai più (era quello che pensavo).  Mio madre era un'agente dello SHIELD.
Per un periodo facemmo avanti e indietro tra Italia e USA, poi iniziamo a viaggiare per tutta Europa. Alla fine arrivammo in Sokovia, là riuscì ad farmi un amico, Pietro. Un giorno mi invitò a casa sua per farmi conoscere la sua famiglia. Poi si furono un paio di esplosioni causate da dei missili. Uno di questi missili esplose vicino a me e mia madre. La cercai. Quando la trovai stava sanguinando un sacco. In quel momento mi disse: "Sai quella voce  familiare che mi dice di sentire quando sei vicino all'acqua?"
Io feci di si con la testa.
"È tuo padre, tuo padre è un dio. È Poseidone. Ti voglio bene, pure lui ti vuole..."
Non poté finire la frase, morì prima che potesse dire "bene".
Iniziai a piangere, quando smisi vidi che stavano arrivando degli uomini. Io presi i miei due peluche, un orsetto e un panda, i miei unici ricordi di mia madre, e mi nascosi. Mi videro, mi presero con forza e mi  misero in un furgone. Avevo paura e pure sonno. Cercai di non addormentarmi, ma alla fine mi addormentai. Quando mi svegli ero in cella con tre mura di mattoni e una di vetro. Ero sopra un letto con i miei peluche. Avevo addosso tipo un pigiama.

Inizialmente pensavo che non fossero cattivi: non avevano mai fatto del male, mi addestramento nei vari stili di combattimento.
Poi con il passare del tempo l'addestramento compresse pure le armi. Alla fine arrivammo agli esperimenti. Prima quelli psicologici: ero già distrutto psicologicamente. Mia madre era morta e il mio unico amico non sapevo che fine avesse   fatto. Ecco che arrivammo agli esperimenti fisici.
"Sei sicuro? È un ragazzino"
"Si, lo sono"
"Solo in un caso il siero ha funzionato"
"Lui sarà il secondo"
Queste sono le parole che ho sentito prima di entrare in una stanza con vari macchinari. Al centro c'era in strana sedia. C'erano delle fiale, siringhe ecc...
Mi fecero sedere, mi legarono alla sedia e mi misero in bocca un qualcosa per non farmi gridare. Mi inietarono il siero. Iniziai a gridare. Poi vidi una luce abagliate gialla. Poi una figura femminile. Inizio a dire qualcosa in greco antico. Lo capì. Maledi quei uomini.
"La vostra "arma" non sarà più vostra, tu ragazzo" disse la figura indicandomi "il tuo dolore e la tua rabbia saranno il tuo punto dolente"
Poi la figura scomparve e io mi ritrovai in un porto con delle valigie, i miei peluche e un biglietto per New York.
Mi chiedo ancora chi sia la figura e come si possibile che mi abbiano fatto salire sulla nave. Comunque, arrivammo a New York e quando  scesi vidi  una ragazza un po' più piccola di me. L'altezza era più o meno quella di una giocatrice di basket e il suo corpo era  muscoloso come una giocatrice di rugby, ha scuri occhi e capelli castano chiaro fibrosi.
Vicino a lei c'era un uomo, in  sedia a rotelle.
Era uomo di mezza età, con radi capelli castani, sopracciglia folte, intensi occhi marroni e una barba trasandata.
Aveva in mano un cartello con scritto:
"Martin"

La ragazza mi indicò e sussurro qualcosa all'uomo. L'uomo mi guardò e ci avvicinarono.
"Eccoti finalmente Martin" disse l'uomo.
Io rimasi in silenzio.
"Sei silenzio" continuo.
"Potrei capire"
"Ma è lui? Sei sicuro?" disse la ragazza.
"Clarisse, è lui. Abbiamo  una foto" gli rispose l'uomo
"Posso chiedervi una cosa?" dissi prima che potessero continuare a parlare.
"Parla" disse l'uomo con gentilezza.
"Voi chi siete? Perché sul cartello c'è scritto "Olympians"? Non è il mio cognome"
"Io sono Chirone, lei è Clarisse. So che fine a fatto tua madre. Lo SHIELD mi contatto e mi ha detto che dovevo sorvegliare non solo in estate, ma per tutto l'anno. In più devi cambiare il cognome. Abbiamo pensato a Olympians, perché tuo padre è ..." qua si fermò e iniziò a sussurrare " ... è un Dio"
"Adesso ti portiamo al Campo" disse Clarisse.
"Ho delle altre domande?" dissi mentre li seguivo.
"Le domande le farai al Campo, questo non è il posto giusto" disse Chirone.
"Devi stati zitto, non voglio fare morire o preoccupare i mortali"
"Clarisse, i toni" disse Chirone.
Da quel momento nessuno di noi tre fiato.

ITA Me & You: True love // Wanda MaximoffWhere stories live. Discover now