Capitolo 70

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Per tutto il tempo cercai di parlare con Wanda, ma lei non voleva. Arrivati davanti alle nostre camere alla fine mi rispose.

"Martin sai che posso difendermi?"

"Si"

"Allora perché non mia hai ascoltato?"

"Beh io..."

"Fammi finire" disse lei "Lo so che hai problemi con la rabbia, ma non puoi utilizzala come scusa. E lo so che stai cercando di risolvere il problema di Lucifer, ma renditi conto che prima non era lui quello che stava a prendere a pugni quel tizio, ma tu"
Io non sapevo cosa dire, aveva pienamente ragione.

"Hai ragione, devo fare qualcosa in più. Farò di tutto per non perderti" dissi facendole il bacia mano.

"Mi voglio fidare amore, a dopo"
Mi diede un bacio sulla guancia ed entro in camera. Anche io entrai nella mia e decisi di fare una corsetta per schiarire le idee e capire cosa in più per risolvere il problema di Lucifer. Allora mi andai a cambiare: mi misi dei pantaloncini sportivi neri, t-shirt blu, felpa nera e scarpe da corsa della Nike blu. Presi il telefono, usci dalla stanza, salutai gli altri e andai a fare la corsetta a Central Park. Non so perché, ma da quando avevo messo piede fuori dalla torre mi sentivo osservato. Questa sensazione aumentava sempre di più quanto ero lontano dalla torre. A un certo punto inizio a preoccuparmi veramente e deciso di ritornare in dietro, ma vengo colpito in testa da qualcosa di molto pensante e l'ultima cosa che senti, prima di svenire, fu una frase detta da una voce maschile che non sentivo da anni.

"Finalmente il mio gioiellino ritorna tra le mie mani"

Dopo quella frase non ricordo più niente, solo buio. Non so per quanto tempo sveni, ma quando mi risvegliai mi ritrovai su un lettino, con una specie di pigiama bianco, dentro una cella con una porta di metallo e delle cose attaccate ai polsi. Cercai di usare i miei poteri, ma non si riuscì e in più ebbi una scossa elettrica per tutto il corpo. Dopo un po' la porta di metallo si aprì ed entrarono soldati, medici e l'ultima persona che volevo vedere al mondo: Alexander Pierce. 
Era tutta colpa sua se ero stato catturato dall'HYDRA da bambino e di tutti gli esperimenti che seguirono, era colpa sua se ho sofferto per tanto tempo.

"Che piacere di rivederti Martin, quanto tempo è passato?" disse lui scherzando.

"Sai benissimo quanto tempo è passato" dissi cercando di dirigermi verso di lui, ma fermato da una scossa elettrica.

"Cosa volevi fare Colombo?"

"Volevo farti soffrire come tu hai fatto come" dissi mentre mi stavo ancora riprendendo dalla scossa, che era leggermente aumentata di potenza.

"Quello non era niente, comunque volevo farti un saluto, ma è questa l'accoglienza allora vado via" disse uscendo dalla stanza.

ITA Me & You: True love // Wanda MaximoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora