Capitolo 4: i tre pezzi grossi

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Quell'estate resterà indimenticabile. Era una normalissima serata di inizio estate al Campo Mezzosangue. Noi capanna di Ermes, insieme alla capanna di Ares, stavamo festeggiando la vittoria di la Caccia alla Bandiera.  Avevamo ancora le armature e gridavamo: "La squadra Blu è la migliore" e altre cose del genere.
All'improvviso delle grida e dei rumori arrivarono dall'ingresso del campo. Tutti coremmo verso l'ingresso. Quando arrivammo, Groover il satiro era a terra sfinito e un ragazzo, dagli occhi verde acqua e capelli di un nero lucido, era a terra svenuto. Ci fu una cosa che mi colpì.
"Quello è un corno di un minotauro?" domani.
Ma già sapevo la risposta.
"Siamo stati attaccati da un minotauro" disse ansimante Groover.
"Come si chiama il ragazzo" dissi.
" Percy Jackson, si chiama Percy Jackson"
"Portiamolo in infermeria'' disse Luke.
Io e Luke lo prendermi per le braccia e lo portiamo in infermeria.
"Grazie ragazzi" disse Chirone, quando arrivammo.
"Non c'è di che." rispose Luke. Io feci un sorriso. 
"Groover,  cosa è successo?" dissi curioso.
"C'è lo spiegherà alla riunione dei consigli"
"Raccontatemi cosa è successo" dissi ironicamente.
"Forse" mi rispose Luke ridendo.
Prima di uscire, facemmo bere dell'ambrosia a Percy, poi usciamo. Luke, Annabeth, Chirone, Clarisse, Silena e gli consiglieri delle  altre cabine andarono nella stanza delle riunioni della Casa Grande.
Io andai all'armeria. Dopo tutto questo tempo, non ero riuscito ancora a trovare un'arma giusta per me. Dentro l'armeria c'è di tutto, addirittura il pugnale di Elena di Sparta, o di Troia. Poi andai al lago. C'erano delle ninfe e alcuni figli di Apollo e Afrodite.
Mezz'ora dopo, la riunione dei consiglieri fu finita. In andai subito da Luke, Silena e Clarisse. Cercai di farmi dire qualcosa.
"Aspetta e vedrai" mi disse Clarisse, con quel  suo sorriso da "ti sto tenendo sulle spine".
Andammo alla mensa: tutti i semidei erano la, ognuno al proprio tavolo. C'era casino, ed è pure normale, siamo tutti imperativi  e dislessici, non sappiamo state fermi. Ma c'era più casino del solito.
"Silenzio" grido il Signor D, il direttore del campo. D è l'abbreviazione di Dioniso: si, il nostro direttore è il dio del vino e si, il direttore delle attività è il centauro, Chirone, l'allenatore dei più grandi eroi greci.
"Lo so, volete delle spiegazioni." continuò il Signor D "Abbiamo appena finito di parlare con i consiglieri, Chirone vi dirà quello che è successo"
"Ok, un minotauro ha attaccato un nostro satiro e un semidio. Groover è riuscito ad avvertire in "tempo" la madre e il semidio. Sfortunatamente la madre è stata"rapita", ma il semidio è salvo, per adesso. In più non so se sapete, ma è un vostro diritto: la Folgore di Zeus è stata rubata." Appena finita la frase, i ragazzi iniziarono ad agitarsi.
"Silenzio" grido il Signor D annoiato. Dopo continuo a bere la sua Coca Cola all'uva.
"Grazie direttore" disse Chirone "Non ci sa il perché, ma Zeus, e non solo, pensa che la Folgore gli è stata rubata da il nuovo ragazzo, Percy Jackson. Secondo noi, è improbabile. Percy non sapeva nemmeno di essere un semidio, non ha un addestramento e non sapeva dell'addestramento. Non sappiamo ancora perché Zeus sospetti di lui"
Chirone continuò a parlare, io non feci più molta attenzione. Stavo pensando perché Zeus sospetti di Percy: l'unico motivo è che fosse un figlio dei tre pezzi grossi (Zeus, Poseidone e Ade).
Zeus lo avevo già escluso, per questo rimanevano Ade e Poseidone. Alla fine dell'assemblea in mensa, chiesi a Clarisse e Silena di andare nella grotta.
Quella grotta era diventata un rifugio perfetto: 3 puff, 3 sacchi a pelo, riviste, fumetti, una chitarra, del cibo di scorta, foglio, raccoglitori, penne, matite, gomme, alcune foto e due armi in bronzo celeste.
"Perché ci hai chiesto di venire?" disse Clarisse.
"Hai qualche sospetto?" disse Silena.
Feci di sì con la testa.
"Avevo ragione"
"Dai, dici questi tuoi sospetti"
"Ok" dissi "C'è solo un unico motivo per cui Zeus sospetti di lui: Percy è figlio di Poseidone o Ade"
Clarisse e Silena erano immobili e sbalordite.
Silena era ancora sbalordita.
Clarisse si era ripresa e disse:
"Sei sicuro? Sai che c'è un accordo tra i Tre Pezzi Grossi?"
"Si, lo so. Vi siete dimenticate di Talia? Era figlia di Zeus! Se Zeus non ha seguito l'accordo, perché Poseidone e Ade non hanno fatto lo stesso?"
Silena si era ripresa.
"Pero Zeus è Zeus" disse
" Lo so, ma..."
"Adesso basta Martin, dobbiamo andare. Dobbiamo cenare" disse Clarisse. Non dissi niente e andammo in mensa. Quando mi andai a sedere al tavolo di Ermes, Luke notò che ero in po' giù e mi chiese se era tutto ok. Io risposi di si. Poi notai che il nuovo arrivato era al nostro tavolo. Andai a dargli il benvenuto.
"Sei Percy, giusto? Io sono Martin Olympians , semidio italo-americano."
"Sei Italo-americano?"
"Si, sono nato qua a New York e mia madre era pure italo-americana. Poi ho vissuto per in Italia, prima di viaggiare con mia madre per un po' tutta Europa. Adesso sono qua da un bel po' "
Continuammo a parlare e mi fu subito simpatico.
Il tempo passava , io mi allenavamo con Clarisse, mente Silena ci guardava. Luke faceva lezione ai nuovi arrivati.
Arrivò il momento di fare le squadre per la caccia la bandiera: a differenza degli altri ragazzi della capanna di Ermes, che avevo preferito cambiare un po' la squadra, io ero rimasto con la capanna di Ares.
Clarisse e altri 3 combattenti andarono a prendere la bandiera della squadra rossa. Io stavo dietro di loro se nel caso ci fosse qualcuno a fagli un'imboscata.  Quando arrivai ero sbalordito. Percy riuscì a sconfigge da solo Clarisse e gli altri tre combattenti quando entrò in contatto con un torrente, che guarì le sue ferite. Cerco di andare a prendere la bandiera del nostro team, ma io avevo un piano. Presi la bandiera della squadra rossa. Andai verso Percy.
"Jackson mi dispiace, ma non posso permetterti di farmi perdere questa partita, con questa io arriverò a 100 vittorie di Caccia alla Bandiera di seguito. Poi non devi mai lasciare da sola la bandiera" indicai la bandiera che avevo sulle spalle.
Percy corse verso di me con la una spada. Lo schivai. In tutto questo Clarisse ci era ripresa e arrivo da noi due. Io le lanciai la bandiera. Lei la prese e andò oltre al fiume per confermare la vittoria. Percy cercò di fermarla, ma io lo fermai. Clarisse porto la bandiera oltre il fiume: vittoria.
Ma i festeggiamenti non durano molto.
Un segugio infernale, evocato dai Campi della Pena, irrompe dai boschi e attacco di sorpresa me e Percy; Chirone uccise il mostro.  Io e Percy ci avvicinammo al fiume: le ferite guarirono a tutte e due.
Improvvisamente, sulle nostre  teste apparve un ologramma fluttuante di un tridente: il simbolo di Poseidone.
Da quel momento la mia vita cambiò.

ITA Me & You: True love // Wanda MaximoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora