Capitolo 2: Il Campo Mezzosangue

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Caminano e arrivammo a Long Island. Il posto lo conoscevo abbastanza bene. Io e mia madre ci andavo ogni volta che venivamo a New York. Quel posto mi ricordava lei. Ho detto che lo conoscevo bene, perché fino al quel momento non ero andato sulla costa settentrionale di Long Island.  Gruppetti di alberi,  un ruscello tortuoso e distese di fragole. All'interno della foresta, il paesaggio è punteggiato da edifici in stile Antica Greco.
All'ingresso c'è questo pino maestoso.
Subito dopo c'era due colonne greche con un "cartello" con scritto: Campo Mezzosangue.
Ci avvicinammo.
"Ecco la tua nuova casa" disse Chirone.
"In che senso nuova casa?" dissi incuriosito, intimorito e confuso.
"Tua madre è morta, tuo padre è un dio e non può "parlare" con te"
"Come per tutti" aggiunse Clarisse
Io rimasi in silenzio. Non sapevo che dire.
"Comunque" continuo Chirone "adesso questa sarà la tua nuova casa, entriamo"
Entrammo e rimasi paralizzato come un'imbecille.
Appena entrato vidi la Casa Grande, i campi di fragole e il campo di pallavolo. Andammo avanti e vidi il muro da arrampicata, l'arsenale, la mensa, un laghetto con delle canoee. Quando eravamo vicino all'arena, che era vicino all'armeria, alla stalla e alle 12 cabine, dove i semidei abitano durante l'anno o durante l'estate, Clarisse se ne andò e raggiunse i suoi fratelli. Andò dentro l'arena e iniziò l'allenamento.
"Tutto ok?" disse Chirone. Mi stavo girando per rispondere, quando vidi Chirone in piedi. Ma non come te lo aspetti: dal bacino in giù è un cavallo bianco, sopra è un uomo di mezza età.
"Aspetta" dissi impaurito e confuso "Tu sei quel Chirone? Il Chirone che ha allenato il grande Achille? Quello?"
"Si, sono io. Sono quel Chirone"
"O cavolo" dissi.
"Adesso andiamo avanti con il giro" concluse Chirone.
Andammo avanti: andammo all'anfiteatro, al poligono di tiro con l'arco,  alla stalla dei pegasi, alla mensa e alla fine alle 12 cabine.
"Martin, non so se tuo padre ti riconoscerà subito. Molti non sanno ancora chi sia il proprio genitore divino, e pensano che non lo sapranno mai. Alcuni sono qua da anni e hanno perso le speranze. Ma penso che tu non sia uno di loro"
"Grazie per l'incoraggiamento" dissi con un tono di preoccupazione.
"Adesso ti lancio libero. Ho delle questioni urgenti da sbrigare. Inizia ad andare nella cabina di Ermes, la undicesima"
"Ok, adesso vado"
Il centauro c'è andò verso la casa grande e io rimasi là, da solo, con 2 peluche, uno zaino e un borsone. Inizia ad andare, quando un ragazzo biondo, con una cicatrice sotto il suo occhio destro (voglio sottolineare il fatto che aveva l'occhio destro giallo e quello sinistro azzurro) cerco di rubarmi qualcosa. Ma io, non sono come (perché non sono stato un ragazzo atletico), lo evitai e poi il ragazzo cade.
"Wow, per essere un nuovo arrivato hai dei ottimi istinti"
"Grazie" dissi imbarazzato.
"Io sono Luke Castellan, figlio di Ermes" disse il ragazzo.
"Io sono Martin, devo andare alla cabina numero 11" risposi.
"Ti accompagno io, la cabina 11 è la mia casa"
"Grazie Luke"
Mi accompagno e arrivammo davanti alla cabina 11, la cabina dei figli di Ermes, semidei non riconosciuti o di dei minori.
"Ti dò un consiglio: fai attenzione alle cose di valore" mi disse Luke "Il primo giorno mi rubarono 5 $"
"Grazie"
Entrammo. La cabina è parecchio un casino. È vecchia, con la soglia di fatiscente e con la vernice marrone screpolata, sopra la porta è rappresentato un caduceo, il simbolo del dio.
"Ragazzi, è arrivato un nuovo ragazzo" grido Luke "Non gli rubate niente, vi schiverà tutti"
Tutti risero, io ero diventato un peperone.
"Divertente Luke" disse un ragazzo.
"Vado a prenderti un sacco a pelo" disse Luke.
"Grazie" gli risposi.
Appena finito ti sistemi, uscì e Luke mi fermo.
"Dove stai andando?" mi domando.
"Al lago" gli risposi.
"Fai attenzione alle figlie di Afrodite"
"Perché?" gli domandai.
"Vedrai" mi rispose Luke.
Andai verso il lago, con un po' di preoccupazione.
Arrivai ed ero da solo. Mi tolsi la maglia azzurra che avevo. Notaio che avevo una buona massa muscolare. Non la avevo mai avuto. Ma non mi sono fatto troppi problemi e alla fine mi tuffai nel lago. Io ho sempre adorato nuotare.  Dopo un po' avevo la sensazione che qualcuno mi stava guardando. Uscì e mi rimossi la maglia e mi missi sull'attenti. Inizia a pensare a quello che mia madre e , sfortunatamente, l'HYDRA mi hanno insegnato. Poi senti un rumore.
"Chi va là?" dissi con la tutta la sicurezza avevo.
"Rispondimi" continuai. Iniziai ad avere un po' di pausa. Poi  da dietro un cespuglio uscì una ragazza, più o meno della mia età.

La ragazza aveva  i capelli neri e gli occhi azzurri, con una corporatura magra ed era bellissima.
"Scusa se ti ho fatto spaventare" disse con voce gentile.
"Non ti preoccupare. Comunque non mi ero spaventato, ero sull'attenti" gli risposi. Rise.
"Ehi"
"Scusami. Comunque, mi chiamo Silena Beauregard"
"Martin, io sono Martin" gli risposi.
"Bel nome. Come Martin McFly"
"Si, mia madre era una fan"
Appena finita la frase, Clarisse e i suoi fratelli saltarono fuori.
"Che è successo?" disse Clarisse con sicurezza. Voleva averla io tutta quella sicurezza.
"Non è successo niente Clarisse, stavo parlando con Martin"  disse Silena.
"Con il nuovo arrivato, che carina" disse uno dei ragazzi. Clarisse lo punto e il ragazzo si mangio ciò che aveva detto.
"Martin" disse Clarisse "sei quello nuovo"
"Si?" dissi.
"E c'è un rito che devo farti"
Nemmeno il tempo di chiedere quelle fosse che mi ritrovai con le braccia bloccate.
Però qualcosa in me scatto: riuscì a liberarmi.
"Prendetelo" grido Clarisse.
I ragazzi iniziarono ad avvicinarsi.
Cercarono di usare le loro armi contro di me, ma riuscì a disarmarli e farli essere fuori gioco. Clarisse fu quella più difficilmente da battere.
"Com'è possibile? Noi i figli di Ares, siamo i migliori in battaglia" disse Clarisse arrabbiata.
"Clarisse per favore, non fare cose con delle brutte conseguenze. Per favore"  disse Silena. C'era qualcosa nella sua voce. Quel qualcosa penso che lo abbia percepito pure Clarisse, ma in modo diverso.
Se ne accorse pure Silena e continuo.
"Clarisse non può attaccare le persone perché si sono difese e poi perché devi per forza mettere la testa nel WC a ogni nuovo arrivato?"
"Hai ragione" disse Clarisse "Mi dispiace. Sei stato bravo. Come hai fatto?"
"Mia madre era un' agente dello SHIELD: mi ha insegnato qualcosa. Poi c'è qualcosa che vi farà scapare" dissi
"Quel qualcosa è che sei stato una "cavia" dell'HYDRA" disse Clarisse.
Io e Silena ci guardammo, ovviamente per due motivi diversi.
"Cosa?" disse sorpresa Silena.
"Chirone mi ha raccontato la sua storia. Ma non mi ha voluto dire chi glielo avesse detto"
Fu così che inizia a raccontare la mia storia a Silena.
"Per favore non dite niente a nessuno"
"Promesso" dissero Silena e Clarisse insieme.

ITA Me & You: True love // Wanda MaximoffWhere stories live. Discover now