13 - MVP

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27 ottobre 2012

Quinto set 15/15. Deuce.

Nel corpo di Kei, ovunque è dolore. Dai muscoli dei polpacci che bruciano, fino alla punta delle dita. Il mignolo destro è dislocato. Ogni minimo movimento della mano genera una fitta rovente che si irradia come una scossa elettrica fino al gomito.

Mentre solleva la paletta con il numero 8, soffre fin quasi alle lacrime.

Ha mentito, per tornare in campo. Ha detto che il dolore era sopportabile. E tutti hanno fatto finta di crederci. Doveva mentire.

Ha mentito per Akiteru, che è piombato in infermeria preoccupato, ansioso e fiero. Per Yachi-san, che ha pianto appena ha visto una goccia di sangue e sta continuando anche adesso sugli spalti. Per il fastidioso Hinata, che a muro non vale quasi niente.

Ha mentito per la squadra, che non può rinunciare a giocare tutte le sue carte, in questa finale incredibile, che non vuole finire.

Soprattutto, ha mentito per Kuroo Tetsurou, che da qualche parte, sugli spalti, lo sta guardando. E che non si arrende. Continua a scrivere messaggi, a mandare mail e vocali. Ha spedito persino una lettera cartacea, che è finita a pezzi ancora imbustata. Per non dire degli haiku, uno più bello dell'altro. E oggi si è presentato di persona.

Baka! Si è fatto più di quattrocento chilometri per venire nello stadio di Sendai a vedere la partita di un kohai strafottente e maldisposto, che si rifiuta di rivolgergli la parola.

Baka! Quattrocento chilometri solo perché in questo momento non ha una ragazza da scoparsi ed è troppo stupido e troppo testardo per riconoscere un'infatuazione passeggera, una sbandata, l'emozione effimera di una novità e di una sfida.

Kei non può permettersi niente di tutto questo. Si è già avvicinato al fuoco fin troppo: ancora un po' e non sarebbe più questione di bruciarsi, ma di consumarsi.

Ci ha pensato tanto. Ha esaminato la situazione da ogni punto di vista. Ha calcolato i possibili sviluppi, le conseguenze, i cambi di variabile. Ma la conclusione è sempre la stessa: a nessuno deve essere concesso tanto potere su Tsukishima Kei, a nessuno al mondo. Motivo per cui, non importa cosa Kuroo dice o fa, o quanti stupidi chilometri è disposto a macinare, ma non riuscirà mai a fargli cambiare idea, a farlo tornare indietro. 

Tutto quello che Kei può concedersi sono una manciata di bei ricordi estivi, una chiavetta USB piena di musica discutibile e la sensazione irripetibile del cuore che batte alle porte dell'anima, ed è lì lì per sfondarle. Il genere di cosa che era certo non avrebbe mai provato e, anzi, era convinto che esistesse solo nei cattivi romanzi e nei manga idioti di Yamaguchi. E che purtroppo è dannosa.

Come l'eccesso di zuccherì, come lo sforzo di un'articolazione infortunata.

Kei ha mentito per tornare in campo, ma è Kuroo che gliel'ha permesso. Alla fin fine, è sempre tutto colpa sua, o merito suo, o entrambe le cose insieme.

Baka! Baka Tetsurou!

***

Nascosto nell'ombra del corridoio male illuminato, Tetsurou tiene d'occhio la porta chiusa dell'infermeria.

Quando vede uscire la manager del Karasuno e un tizio biondastro che è la brutta copia di Kei, meno alto e molto meno bello, li raggiunge.

«Come sta Tsukki?» domanda alla ragazza.

Lei lo riconosce, naturalmente, ma è abbastanza intelligente da non fare commenti.

«Dislocazione del mignolo.»

Tsuki No Hikary (#KuroTsuki)Where stories live. Discover now