17 - Al telefono

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4 novembre 2012

«Pronto?»

«Tsukishima-kun! Sei tu?»

«Akaashi-senpai?»

«Tsukishima-kun! Ascolta! Ti devo assolutamente chiedere una cosa importantissima. Fondamentale. E se non lo faccio stasera...»

Il finale della frase è incomprensibile, come se non stesse parlando nel microfono.

«Akaashi-san? Cos'hai detto? Sei ancora lì?»

«Sì, sì, ci sono, ci sono. Dicevo, Tsukki... ti piacciono le ragazze?»

«Eh?»

«No, no, no, aspetta. Scusa, scusa. Non è mica questa la cosa che ti devo chiedere. Mi sono confuso di brutto. E' che ho un bruttissimo mal di testa, proprio qui...»

La voce è lenta, strascicata, le sillabe un po' impastate una con l'altra, come se la strada dal pensiero alla parola fosse molto lunga.

«Sei ubriaco, Akaashi-san?»

«MMnnnooo... solo un pochino. Ma non tanto, eh. Sono molto, molto, molto meno ubriaco di loro.»

«Meno male. Si può sapere chi sono loro?» 

In realtà, non è difficile da immaginare.

«Bokuto-san e Kuroo-san. Ahhh, però....sono ubriachi, loro. Parecchio.»

Un singhiozzo passa nel microfono. Kei dovrebbe chiudere questa conversazione, ma non ci riesce. Perché se Akaashi è quello messo meglio, chissà come sono conciati gli altri due. L'immagine degli occhi di Kuroo dietro la visiera del casco integrale si disegna nella mente di Kei con dolorosa precisione.

«Ascoltami, Akaashi-senpai. E' importante: Kuroo-san non deve guidare. Anche se ha preso la moto. Non farlo guidare. Per nessun motivo. Dove siete?»

E' una domanda del tutto inutile: ovunque siano, a Tokyo, non c'è nulla che Kei possa fare. Se lo ripete, e intanto riflette: in caso di emergenza, potrebbe sempre chiedere aiuto ad Akiteru.

«Perché dovrebbe prendere la moto per venire proprio a casa sua?» Akaashi ride. «Ma che domande fai, Tsukki? E' sera, no?»

«E quindi?»

«Kuroo-san non esce, di sera.»

Al sollievo subentra la curiosità. «In che senso non esce?»

«In che senso in che senso? Che deve fare le notti.»

«Quali notti?»

«Ma che, sei ubriaco pure tu, Tsukki? Sua nonna è malata. Kuroo-san resta a casa sempre, di sera, per aiutare il nonno.»

Affettuoso. Generoso. Devoto. E' troppo.

Kei è tentato di riattaccare e ubriacarsi anche lui. Il suo ultimo baluardo è una solida armatura di sarcasmo. «Sta a casa a fare le notti e poi si ubriaca? Molto responsabile.»

«Ma quanto sei stronzo, Tsukki. Tu non sai niente, dovresti tenere chiusa quella boccaccia. Sono stronzo pure io che ti racconto queste cose.»

Sono le prime parole scurrili che Kei abbia mai sentito uscire dalla bocca di Akaashi.

«Siamo un po' stronzi tutti e due, Akaashi-senpai, hai ragione. Raccontami come mai questo festino alcolico.»

Un altro singhiozzo, evidentemente riflessivo. «Stiamo festeggiando, no? Andiamo tutti ai nazionali! Anche tu ci vieni!»

Kei sospira. Ha passato metà del pomeriggio a costringersi a non cercare su internet i risultati delle partite delle qualifiche interliceali del girone di Tokyo.

Tsuki No Hikary (#KuroTsuki)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang