18 - Fantastico

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17 febbraio 2001

Di fronte alla grande finestra che dà sul cortile innevato, un uomo anziano e un bambino siedono uno di fronte all'altro.

Il vecchio porge una tazza di tè al bimbo, con un gesto gentile, che porta qualche eco della complessa ritualità della cerimonia cha no yu. Aspetta che il nipote abbia bevuto almeno un paio di sorsi, prima di parlare.

«Va tutto meglio di fronte a una tazza di tè, vero Te-chan?»

Tetsurou annuisce senza parlare. Il suo corpo avrebbe bisogno di muoversi, e invece restare inginocchiato di fronte al tavolino basso lo costringe a una relativa immobilità. Per questo, le sue mani irrequiete stropicciano i vestiti, grattano il tatami, si infilano fra i capelli.

«Ho saputo che hai litigato con la nonna.»

«Mi ha sgridato.» Ingiustamente, pensa Tetsurou, ma non ha il coraggio di dirlo.

«Vuoi raccontarmi come mai? Lei mi ha già dato la sua versione, ma vorrei sentire anche la tua.»

Tetsurou scuote la testa risolutamente. Non crede molto nel dialogo, perché mamma non li ascolta mai. Va bene anche che non ascolti lui che è piccolo, ma non sta a sentire neanche Yu-chan, che invece è grande e dice sempre cose giuste.

«La nonna mi ha riferito che hai detto una cosa brutta. E quando ha cercato di farti ragionare tu le hai tirato addosso i tuoi pennarelli. E' la verità?»

Tetsurou sospira. La nonna è scaltra: il riassunto è accurato, ma non tanto completo.

«Lei...»

«Coraggio Te-chan, vai avanti!» lo sprona il nonno, sorbendo un sorso di tè dalla propria tazza.

Tetsurou si imbroncia, incrocia le braccia al petto e scuote la testa risolutamente. Che il nonno stia sorridendo non può vederlo, perché si ostina a fissarsi i calzini.

«Ti dico cosa penso io. Penso che tu abbia frainteso il motivo per cui la nonna ti ha sgridato. La cosa che hai detto è che odi la tua mamma, è così?»

«E' la verità! La odio!» Tetsurou non ne può più di stare seduto composto. Si alza sulle ginocchia, stringe i pugni. I suoi occhi sfidano quelli del nonno, identici, a parte l'inclemenza del tempo.

«L'odio è un sentimento molto velenoso Te-chan. Tua nonna non vuole che tu ti avveleni. Neanche io. E nemmeno tuo padre o Yu-chan.»

«Lei se n'è andata e ci ha lasciati qui!» urla Tetsurou, paonazzo, sporgendosi verso il nonno attraverso il tavolo. La tazzina si rovescia, il tè caldo crea una larga chiazza che si muove sul tavolo e comincia a gocciolare sul tatami. Nessuno dei due se ne preoccupa.

«Questo non è vero, Te-chan. Siete qui perché tuo padre pensa che sia il posto migliore per voi. E io sono d'accordo con lui. Pensaci: se foste rimasti a Osaka, per tutto il tempo in cui papà è in mare, a te avrebbe dovuto badare un estraneo. Non è meglio stare con i nonni?»

«Potevo stare con Yu-chan. Sarei stato buonissimo!» grida Tetsurou. Non sta ragionando. E' solo arrabbiato.

«E quindi tua sorella, che ha solo quattordici anni, si sarebbe dovuta sacrificare per te? Non vuoi che lei frequenti una bella scuola? Che si diverta con i suoi amici? Che vada a lezione di violino?»

I pugni di Tetsurou si aprono. Ama la sorella più di chiunque altro e vuole che sia contenta. Che suoni il violino. Che vada in una bella scuola. Se però avrà troppi amici non giocherà più con lui. Tetsurou si affloscia sul tatami con un lungo sospiro.

«Ti trovi male qui con noi? C'è qualcosa che io e tua nonna possiamo fare per farti stare meglio?»

La ragionevolezza del nonno è allo stesso tempo irritante e confortante. Tetsurou non risponde. Spinge un polpastrello sulla chiazza di tè rovesciato.

Tsuki No Hikary (#KuroTsuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora