30 - I baffi del gatto

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17 novembre 2012

Il primissimo piano di metà faccia di Bokuto occupa quasi tutto lo schermo del cellulare.

«Hai già iniziato a resgistrare, Akaashi?»

«Sì sì, ma tu non te ne preoccupare Bokuto-san, fai finta di niente, vai avanti.»

«Okay!» risponde Bokuto gioioso, ma ancora un po' impacciato.

La telecamera segue la schiena di Bokuto lungo un corridoio anonimo.

«In fondo a sinistra» suggerisce Akaashi sottovoce.

Bokuto accelera e apre la porta scorrevole con uno strattone potente, che rischia di farla uscire dalle guide.

«Hey hey hey!» urla, catapultandosi all'interno, ormai dimentico della videocamera.

Diverse paia d'occhi si voltano verso gli ultimi arrivati e parte un coro di saluti, sorrisi, mani alzate. La stanza è semplice e spaziosa, dipinta di bianco, con due divanetti lungo le pareti, tavoli e sedie sparsi. In un angolo, due ragazze, una molto alta e l'altra molto bassa, stanno sistemando dei vassoi pieni di cibo. 

L'obiettivo si sposta su Haiba Lev, in equilibrio precario su un panchetto traballante, che tenta di attaccare uno striscione sull'architrave; poi passa su Yamamoto che si strofina i capelli e oscilla da un piede all'altro, nel disperato tentativo di fare conversazione con due ragazze carine; scivola su Inuoka e Fukunaga che parlano fra loro e infine si ferma su Yaku Morisuke, che sta guardando dubbioso lo schermo di un portatile.

«Va bene così, Yaku-senpai?» grida Lev dal suo panchetto.

«Se cadi da quel coso, giuro che... » gli grida Kai, che sta entrando in quel momento nella stanza.

«Tanto non può diventare più stupido di così» completa la frase Yaku, scocciato. «Scendi subito, o ti prendo a calci, Lev!»

Lev interpreta la minaccia come un completo assenso e scende tutto soddisfatto. La scritta "Happy Birhtday Capitain!", a parte la disastrosa ortografia, pende tutta storta da una parte.

«Ma come lo avete scritto!» Una delle ragazze si è staccata dal gruppetto di Yamamoto ed è entrata nell'obiettivo, rivolta di schiena. Ha lo sguardo alzato verso lo striscione e ride, con la mano appoggiata sul fianco. E' una bella ragazza, alta e ben fatta, che comunica un'impressione immediata di femminilità appena sbocciata e di gioventù sana e felice. «Qualcuno ha un pennarello?» chiede ad alta voce.

Nessuno le risponde.

«Yaku-san? Kai-san?» I due interpellati scuotono la testa. «Nessuno?»

La ragazza si volta, in un turbinio di lunghi capelli neri sciolti. «Kouta-san tu ce l'hai un pennarello per Mami-chan?» domanda, rivolta a Bokuto, con un gran sorriso e una malizia negli occhi più naturale che volontaria.

Akaashi vorrebbe spararle, ma ha in mano il telefono. La punisce con un primissimo piano crudele, che mette in mostra il correttore accumulato su un brufolo al lato del mento.

«Akaashi, abbiamo un pennarello?» L'inventario della vita di Bokuto ha una sola fonte. 

«No, Mami-san, mi dispiace, niente pennarelli» risponde Akaashi cortese.

Mami sbuffa. Possibile che a una festa nessuno pensi di portare un pennarello? «Fumi-chan, mi passi la mia borsa?» chiede alla sua amica, con una bella zazzera di capelli tagliati ad arte.

Fumi si guarda intorno e poi lancia verso Mami una borsetta rosa rotonda, che le atterra fra le mani in una parabola perfetta. «Nice serve» commenta Mami con il pollice rivolto in alto. Fumi ride, avvicinandosi.

Tsuki No Hikary (#KuroTsuki)Where stories live. Discover now