28 - Grazie per questa partita

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25 luglio 2010.

Fuori piove. Un temporale estivo scrosciante che promette di liberare la città dalla morsa del caldo, almeno per qualche ora. Dalle finestre aperte entra un odore pungente di ozono, di terra umida e di asfalto bagnato. Ogni tanto Tetsurou getta uno sguardo sconsolato ai goccioloni che rimbalzano nelle pozzanghere del cortile. 

«Tocca a te, Te-chan, non ti distrarre» lo riprende il nonno, con il tono di una pazienza sovrumana che però si sta esaurendo.

Siedono uno davanti all'altro, inginocchiati di fronte allo shogiban, come ogni domenica pomeriggio.

Il ventilatore acceso muove i capelli di Tetsurou in tutte le direzioni; ogni tanto lui se li riavvia con la mano. E' un gesto inutile, ma ormai quasi automatico, mutuato da uno spudorato, e comico, dizionario di atteggiamenti disinvolti di cui Te-chan si è armato per affrontare il liceo. Il nonno lo spia di sottecchi, diviso fra il divertimento e il rammarico per la rapidità di tutti quei cambiamenti.

Tetsurou muove una delle sue lance.

Il nonno scuote il capo e risponde con una mossa semplice, che però lo porta subito in vantaggio. Una cosa di cui Kuroo Tomo non si capacita, è di non essere riuscito a tirare su, in due generazioni, neanche un giocatore decente.

Ayumi, con la sua intelligenza analitica, unita a un carattere granitico, è un'avversaria determinata ed estremamente affidabile. Come dire terribilmente noiosa. Ogni tanto vince.

Tetsurou tutto il contrario: perde regolarmente, perché non riesce a concentrarsi abbastanza da anticipare le mosse altrui. Pianifica con cura e intelligenza gli attacchi, è temerario, è fantasioso, ma è troppo abituato all'idea di piegare gli altri alla sua volontà e finisce per convincersi che l'avversario gli farà il favore di muovere come pare a lui. La cosa buffa è che ci resta male, quando poi non succede.

Se non altro, giocare con lui di solito è divertente. Sempre che decida di accendere il cervello.

«Kuroo Tetsurou, se stacchi le dita da quella tessera te le taglio!» sibila il nonno, insofferente.

Tetsurou stringe convulsamente la presa intorno al suo generale argento e lo riporta lentamente nella casella di partenza. In effetti, era una mossa cretina.

«Che ti prende, Te-chan?»

«Niente. Era solo un errore di valutazione» si giustifica, fingendo indifferenza, mentre sposta un pedone in avanti, praticamente a caso.

Il nonno sospira e fa la sua mossa. «Dai, concentrati!»

Tetsurou guarda la scacchiera. Ma quello che vede in realtà sono le labbra rosa di Nagatomo Yuki, la curva della sua spalla nuda. Serra le palpebre e cerca di pensare ai pezzi nelle caselle. Se adesso muovesse il cavallo, allora il nonno sicuramente sposterebbe il generale oro a sinistra, e poi... di nuovo le labbra rosa di Yuki, strette intorno a...

«Non ci riesco!» sbuffa, sbattendo la tessera di punta sulla scacchiera. Una cosa che suo nonno detesta. «Scusa, nonno. Possiamo giocare un altro giorno?»

«Dichiara la tua sconfitta, allora.»

«Giochiamo domani, riprendiamo da qui... »

«La partita è adesso, non un altro giorno, non quando pare a te. Se ti tiri indietro, hai perso, non importa il motivo. Dichiara la tua sconfitta, Te-chan» ribadisce accigliato.

Quando il nonno fa così è insopportabile. Come se a qualcuno, a parte lui, fregasse qualcosa di vincere o perdere a una stupida partita di shogi. E' incredibile che non abbia ancora capito che sia lui che Yu-chan ci giocano solo per fargli piacere.

Tsuki No Hikary (#KuroTsuki)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant