31 - Dire, fare, baciare

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20 novembre 2012

«Allora Yamaguchi-kun, non hai niente da dire al tuo senpai?» la voce di Sugawara è suadente mentre arriva da dietro e circonda con il braccio le spalle di Tadashi, infilandosi fra lui e Kei che camminano in discesa. Dietro di loro, un bel tramonto rosato inizia a scivolare giù dalle cime dei monti.

Stanno andando via da scuola insieme al resto della squadra, diretti al Sakanoshita, dove Daichi-san, che ha perso l'ennesima scommessa contro Suga-san, comprerà i nikuman per tutti.

«No, Suga-senpai... niente...cosa devo dirti?» 

Yama è sulla difensiva, Kei lo sente chiaramente nell'eccesso di convinzione che ha messo in quella risposta, tuttavia, continua a guardare davanti a sé, fingendosi disinteressato.

Gli altri camminano in gruppetti sparsi, più avanti o più indietro di loro.

«Ti do un indizio» prosegue Sugawara, piegandosi verso Tadashi, come se dovesse parlargli all'orecchio. «Venerdì scorso, dopo gli allenamenti...»

Il telefono di Kei vibra: sullo schermo compaiono una serie di foto dell'allenamento del Nekoma, due selfie di Kuroo, un dettaglio inutile delle sue scarpe nere e un'inquadratura, altrettanto inutile ma bellissima, della sua mano che tiene la palla rivolta verso il basso, con l'indice teso in avanti.

Tadashi sta scuotendo la testa. «Non so proprio di cosa parli Suga-senpai.» Le parole suonano evidentemente false.

Anche Sugawara se ne accorge e reagisce con una pacca sulla schiena che fa tossire Tadashi. «Ho capito: vuoi fare il misterioso» sorride. «Ma guarda che i senpai servono anche per questo genere di cose... sicuro sicuro di non volermi raccontare niente?»

«Sicurissimo.»

«Vuol dire che mi toccherà mettere sotto torchio Tsukki...»

Quando Kei mette a fuoco il proprio nome, si accorge di stare sorridendo come un cretino di fronte all'ultima foto. Coglie il movimento del braccio di Suga, pronto a sfilargli di mano il telefono, all'ultimo momento utile per premere il tasto di blocco ed evitare il peggio. Copre il sollievo con un'espressione infastidita. 

«Sugawara-san, meglio per te se non ci riprovi» ringhia, infilandosi il cellulare in tasca.

Il vice-capitano sbuffa, ma riparte subito all'attacco. «Quindi ci sono dei veri segreti lì dentro. Lo sai, Tsukishima-kun, che da un paio di giorni a questa parte non fai che guardare il telefono e sorridere?»

Kei reagisce con una smorfia annoiata, ma dentro di sé vorrebbe dare un paio di testate contro il muro più vicino. Come ha potuto essere così incauto, con quei pettegoli molesti sempre intorno?

«Cosa significherà mai?» continua Suga, rivolto a Yamaguchi, rimettendo il braccio intorno alle sue spalle.

Yama si infila le mani in tasca e affonda il viso nella sciarpa.

«Che persino lo spam del telefono è meglio che dare retta a voi» risponde Kei, col mento in alto e la solita espressione tagliente.

Per fortuna, sono già arrivati in fondo alla discesa. Tanaka sta armeggiando alla macchinetta delle bibite, Hinata e Nishinoya gli saltellano intorno, Kageyama regge con una mano la bicicletta di Hinata e con l'altra il telefono. Ennoshita e Kinoshita stanno entrando nel negozio.

Daichi e Azumane sono gli unici rimasti indietro. Guardano insieme un quaderno aperto e intanto parlano animatamente, indicando le pagine mentre camminano.

«Si sanno già le date del Senta*?» chiede Kei a Koushi.

[* NdA i Daigaku Nyūshi Sentā Shiken sono gli esami nazionali per l'ammissione all'università, che vengono somministrati ai diplomandi nelle stesse date in tutto il paese. A seconda del prestigio dell'università a cui si aspira si devono sostenere un certo numero di Senta di materie specifiche, superati i quali le università più prestigiose richiedono anche saggi, colloqui o esami interni. Non è possibile frequentare alcuna università se si falliscono i Senta.]

Tsuki No Hikary (#KuroTsuki)Where stories live. Discover now