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📌18 Dicembre 2016, Torino

"Hey frena! Dove mi stai portando?" domanda Marika quando Noemi l'ha presa per il polso mentre parlava con delle compagne e l'ha trascinata fuori.

"Devo dirti una cosa." mormora e tossisce per schiarirsi la gola.

Giunto il sabato pomeriggio e il risveglio accompagnato dagli effetti collaterali della bevuta della sera prima, Noemi ha avuto l'occasione di ripensare a quello che è successo alle prime luci di quella stessa giornata sulla terrazza del locale, giocando in continuazione con la catenina che porta al collo. Avrebbe voluto prendersi a schiaffi ma il malessere del mal di testa e del bruciore allo stomaco sono stati più che abbastanza, per non parlare della stanchezza. Si è rinchiusa nella sua stanza ed ha cercato in tutti i modi d non pensarci, ma, ogni mezzo secondo, il ricordo di quel bacio le tornava alla testa. La domenica è stata peggio, ha accettato di accompagnare da sua nonna ed ascoltare i suoi discorsi senza senso pur di non restare a casa con Claudio e ricevere Paulo che sarebbe arrivato lì per scambiare due chiacchiere nel pomeriggio. La scusa del "nonna vuole vederti perché non vi siete viste al compleanno" è stata convincente, ha fatto finta di infastifirsi un po' quando sua madre gliel'ha chiesto ed ha tirato un sospiro di sollievo quando ha sentito la voce dell'anziana che credeva di essere tornata al 1986 per qualche strano motivo.
Quella stessa mattina ha fatto i salti mortali per uscire il più in fretta possibile di casa, evitando lo sguardo dei fratelli lì riuniti per la colazione e temendo che, una volta aperta la porta, si sarebbe ritrovata quegli occhi verdi bellissimi davanti.

"Mi stai facendo preoccupare, cos'è successo?" la bionda si siede e la osserva, incitandola ad andare avanti.

"Riguarda venerdì, anzi, sabato più che altro."

"Dopo che me ne sono andata?"

"No, prima. Molto prima." gioca con le mani.

"Non posso leggerti nella testa, Noe, sputa il rospo."

"Ecco.. mentre tu parlavi con Claudio di feste e questa roba, io sono uscita a prendere dell'aria fresca."

"Si, me l'hanno detto. Eri con Paulo, no?"

"Ecco, questo è il punto."

"Che eri con lui? E quale sarebbe il problema?"

"Che, come dire, potremmo esserci.. baciati o qualcosa del genere." sputa fuori velocemente.

A quelle parole l'amica strabuzza gli occhi e schiude le labbra, piegando il capo.

"Vi siete baciati?" ripete.

"Si." sussurra mentre continua a giocare con le sue dita.

"HA! Ho vinto la scommessa!"

"Che scommessa?"

"Niente di importante, una scommessa con me stessa. Da un lato dicevo 'no Mari, non succederà mai, sono troppo diversi' mentre dall'altra ero più tipo 'ma si, accadrà'." ride mentre Noe passa una mano sulla sua fronte in segno di disperazione.

"Sai credevo di essere io quella più disturbata delle due, ma a quanto pare mi sbagliavo."

"Perché saresti disturbata? Perché hai baciato quel gran figo di Paulo?"

"Sshh, abbassa la voce!"

"Hai capito cosa intendo, dai Noe sii onesta: sarebbe accaduto prima o poi, vi siete avvicinati tantissimo nell'ultimo periodo."

"Si però.."

"Aspetta, ne hai almeno parlato con lui?"

"Oh si, diciamo che.. l'ho evitato come la peste, perché me lo chiedi se mi conosci fin troppo bene e sai che non sono capace di fare cose del genere?" tuona l'amica.

"Ma sei scema? Devi parlargliene!"

"Fallo tu se ci tieni così tanto, io preferirei sotterrarmi piuttosto!"

"Dai Noe, devi farlo." sospira. "E da quando hai quella collana?"

"Questo è il suo regalo." accenna un sorriso e torna ad accarezzare il ciondolo.

"È bellissimo." sorride mentre lo guarda.

"Dico sul serio Noe, parlaci."

"Posso provarci." si siede. "Ma cosa dovrei dirgli?"

Ed ecco che torna quello sguardo terribilmente preoccupato per qualsiasi cosa, Marika la affianca ancora una volta sul muretto sporgente e poggia una mano sulla sua spalla.

"Prima devi capire come ti ha fatta sentire quel bacio, se non lo hai respinto vuol dire che c'è qualcosa, no?"

"Ehm.. a dire il vero, sono stata io a baciarlo la prima volta."

"Bene, allora perché lo hai baciato e perché non lo hai respinto dopo."

"In che senso?"

"Nel senso se ti è piaciuto o no, hai baciato qualche ragazzo prima di lui, no? Ecco, ripensaci e vedi se ci sono differenze, analogie.. come ti ha fatto sentire e tutto il resto."

Ci riflette un po', anche se la campanella suona ed annuncia la fine dell'intervallo. Passa le successive tre ore a quegli occhi verdi, alla sensazione che quel bacio le ha lasciato sulla bocca e al sapore che percepisce ancora a qualche giorno di distanza. Sospira e si sente terribilmente strana ogni volta che ci pensa: è sicura che Luca le sia piaciuto da morire, per non parlare di Emanuele che le ha rubato il cuore per un anno, ma questa volta è totalmente diverso.
Non sta parlando di un 15enne dal sorriso innocente o di un 18enne dal cattivo carattere, si parla di una persona più grande e non un compagno di scuola. Parliamo di un calciatore, di una persona che tutti conoscono e che si è presentato a lei, per la prima volta, come amico di suo fratello maggiore.

"Paulo mi piace o è solo la foga del momento a farmi sentire così?" sbuffa ogni volta che ci pensa, non sa cosa rispondersi e pensa che sbattere la testa contro il muro sarebbe la scelta ideale, ma qualcuno inevitabilmente si chiederebbe a cos'è dovuta questa crisi.

Paulo lo avrebbe detto a Claudio? Sono amici e si sono sempre detti tutto.
Noemi dovrebbe dirlo a suo fratello? Infondo stiamo parlando di un suo carissimo amico, ma ha paura di quale potrebbe essere la sua reazione e che, in un modo o nell'altro, avrebbe perso la possibilità di rivederlo ancora una volta.
Le manca l'aria al sol pensiero di non vederlo più, ma per oggi ha bisogno di calmarsi un altro po' e di pensarci a fondo. Anche per tutta la notte.
Forse è meglio che oggi sia venuto Davide all'uscita di scuola, anche se le manca quel forte accento spagnolo.

Favola / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now