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📌17 Febbraio 2017, Torino

Il pubblico esulta quando, al 40', la loro Joya segna il secondo goal della partita, già sbloccata da Marchisio dopo i primi dieci minuti. Paulo, però, non esulta contro la sua vecchia squadra, il Palermo, e si limita ad abbracciare i suoi compagni e a fermarsi quando viene dichiarata la fine del secondo tempo.

"Sta diventando sempre più forte." commenta Noemi, seduta al suo solito posto mentre osserva il ragazzo salutare i tifosi palermitani.

"Mi stupisco che tu te ne sia accorta." ride Claudio. "E comunque si, è un vero portento."

Sorride e, quando inizia il secondo tempo, si perde ad osservarlo, trovandolo terribilmente bello anche quando corre, cade, suda, si rialza, riprende a correre, si avvicina alla porta e segna la sua doppietta.
È passato un mese da quando si sono messi insieme e non hanno fatto altro che far migliorare le cose tra di loro, anzi, sembra quasi che stiano insieme da un bel po'. Ogni tanto, spesso più che altro, lui la va a prendere a scuola e lei, quando gioca in casa e può, va allo stadio a vederlo giocare e si innamora del suo calcio.

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"Ciao cariño." gli butta le braccia al collo non appena esce dallo stadio, quando tutti i tifosi sembrano essere andati via e dopo essersi sistemato.

"Ciao." ricambia lui, rubandole un veloce bacio per poi prenderla per mano e salire in macchina. "Sono stanco morto." sospira mentre mette in moto.

"Adesso torni a casa e ti riposi." accarezza il dorso della sua mano, poggiata sul freno a mano e restano in silenzio durante il tragitto, non vuole riempirgli la testa piena di chiacchiere dato che sta per addormentarsi.

È la seconda volta che Noemi va a dormire a casa di Paulo, questo perché i suoi fratelli e sua madre le hanno categoricamente proibito di seguirlo a Biella dove, per le pratiche del divorzio, avrebbero perso molto tempo dato che il padre abitava ormai lì da anni. Le andava bene restare anche a casa sua, ma il ragazzo ha insistito: non avrebbe dormito la notte al pensiero di lei da sola e quindi l'ha convinta a stare da lui. Nel mentre tornano a casa, vengono sorpresi da una terribile pioggia ma, per fortuna, avevano dietro degli ombrelli.

"Casa dolce casa." mormora il ragazzo, togliendosi il cappotto e passando una mano sul viso. "Nena vieni a dormire?"

"Arrivo, prima sistemo le cose per domani." risponde e lui storce le labbra, non sa se riuscirà a stare sveglio fino a quando non arriverà ma sa che domani uscirebbe di testa all'idea di dover sistemare tutto. Si avvicina e la da un bacio, accarezzandole il fianco e camminando verso la camera da letto, dove si mette più comodo e chiude gli occhi.

Dopo aver sistemato i vestiti che Paulo ha lasciato a terra per la foga di voler andare a letto, preparato la cartella con i libri per domani e sistemato l'uniforme, Noemi si chiude in bagno dove si cambia, si strucca e mette una crema che che Marika le ha dato un po' di tempo fa. Lega i capelli ed entra nella stanza da letto, si imbarazza un po' all'idea di dormire nello stesso letto di Paulo, ma oltre a sonnecchiare, non hanno mai fatto altro. Cerca di fare piano, vedendolo già con gli occhi chiusi e spegne l'abat-jour, sistemandosi sotto il caldo piumone, lasciando un bacio sulla fronte del ragazzo che, pochi secondi dopo, apre gli occhi e poggia la testa sul petto della ragazza, abbracciandola.

"Allora sei sveglio." sussurra, accarezzando i suoi capelli.

"Ti stavo aspettando." si accoccola di più a lei.

"Adesso sono qui, dormi." risponde ed affonda il naso tra i suoi ciuffi ancora un po' impregnati dal gel.

"E come si farà quando tu tornerai a casa tua?" le bacia la spalla e lei ridacchia, continuando a coccolarlo fino quando, entrambi, non prendono sonno.

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Il fastidioso rumore di una suoneria fa svegliare Noemi che apre gli occhi, sentendoli terribilmente pesanti e rendendosi conto che è il suo di telefono. Sbuffa e allunga un braccio per prenderlo dal comodino, osserva chi è e porta poi il dispositivo all'orecchio.

"Pronto?" risponde con una voce rauca.

"Noe? Dormivi?" la voce della sua migliore amica le arriva chiaramente alle orecchie.

"No, stavo cercando di capire se vedo con gli occhi chiusi." sbadiglia.

"Oh, scusa." ride.

"Perché mi chiami alle.. 5:30? Perché sei sveglia?"

"Ripassavo." spiega molto brevemente. "Ma è tutto inutile."

"Perché?"

"Immaginavo non sapessi niente, puoi togliere la sveglia per alzarti tra poco."

"È saltata in aria la scuola?"

"No, ma si sta verificando una catastrofe climatica fuori. Hanno emanato allerta rossa e consigliano a tutti di restare a casa."

"Ah." mormora. "Va bene, grazie."

"Torno a dormire anche io, notte."

Chiude la chiamata e toglie davvero la sveglia delle sei e mezza, tornando a dormire e poggiare le mani sulla schiena di Paulo che si trova ancora nella stessa posizione di ieri sera.

"È saltata in aria la scuola?" domanda a bassa voce.

"Scusa, ti ho svegliato." mormora lei.

"Fa niente, mi sarei dovuto alzare comunque presto." si schiarisce la voce.

"Non credo ce ne sarà bisogno."

"Perché?" prima di far aprire bocca a lei, un forte tuono arriva alle loro orecchie.

"Ti basta come risposta? Hanno emanato allerta rossa ed hanno detto a tutti che sarebbe meglio se nessuno uscisse di casa."

Paulo prende il telefono e legge il messaggio che li staff ha inviato ai ragazzi: nemmeno lui dovrà preoccuparsi di svegliarsi presto. Sbadiglia e torna come prima, riaddormentandosi poco dopo.

Favola / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now