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× × ×

"Devo dire che mi sono preoccupata tanto per niente." parla Noemi quando, alle 2 di notte, torna a casa di Paulo dopo una serata passata insieme alla sua famiglia.

"Te l'avevo detto." sorride lui. "Adesso sei talmente amica di mia madre da sparlare di me. Ce la vedo insieme a te e Marika a spettegolare sedute al bar del centro commerciale di Torino."

"Ma smettila." scoppia a ridere. "Poi mi ha detto cose bellissime su di te per la maggior parte del tempo."

"Tipo?" domanda mentre si toglie le scarpe.

"Tipo che sai essere inaspettatamente dolce alle volte." lo abbraccia da dietro quando finisce di mettersi il pigiama. "O che sai essere teneramente affettuoso alle volte." gli da un bacio sulla nuca. "Ma diciamo che ho già avuto modo di notare queste cose."

Si alza per andare a togliersi il filo di trucco che ha indosso, pettinando i capelli e legandoli poi in una coda alta.

"Trattandosi di mia madre mi sarei aspettato qualcosa in più." passa una mano tra il ciuffo ribelle.

"Mi ha anche detto qualcosa di interessante." si sdraia sul letto mentre spegne la luce.

Ad illuminare la stanza c'è solo la luce del televisore che sta trasmettendo uno strano cartone che non ha mai visto.

"Che cosa?" la riporta sulla terra quando la vede distratta.

Lei sorride e si avvicina a lui, sedendosi sulla sua pancia, baciando dolcemente la sua bocca.

"È vero che non hai dormito tutta la notte quando sei tornato qui dopo che ci siamo baciati la sera del mio compleanno?"

Lui ride imbarazzato e sposta lo sguardo, tornando poi a studiare il viso di lei.

"Non dovresti nemmeno saperlo."

"Perché no?" gli da un altro bacio. "È una cosa carinissima."

"Sarà ma è anche parecchio imbarazzante." gioca con i ciuffi che fuoriescono dalla coda.

"Perché non hai dormito? Credevo di essere stata l'unica dei due a passare la notte senza dormire."

"Perché non sono riuscito a parlarti e non sapevo nemmeno cosa sarebbe successo quando sarei tornato da te in Italia. In più non facevo altro che pensare a te, un po' brilla, con i capelli che ondeggiavano al vento e gli occhi che brillavano che mi sorridi e poi mi baci."

Lei sorride, ricordando perfettamente i dettagli risalenti a quella volta.

"È stata la prima volta che ho baciato qualcuno di mia iniziativa." confessa. "Non che abbia mai baciato chissà quante persone."

"Morivo anche io dalla voglia di baciarti, specialmente quando ti sei staccata e mi hai sorriso. Mi hai fatto girare la testa."

"Tu mi fai sempre girare la testa."

Lui le accarezza i fianchi e si avvicina poi per un bacio più dolce e romantico.

"Però adesso devo dirti una cosa." parla lui, accarezzando la sua guancia.

"Che cosa?" chiede.

"Tu adesso inizierai l'università e mi avevi accennato di voler trovare un lavoro part-time."

"È vero." annuisce. "E che cosa c'entra?"

"Dato che sarà difficile vederti spesso come abbiamo sempre fatto finora, volevo chiederti se ti andava di stare a casa con me." abbassa lo sguardo mentre si lecca le labbra, aspettando una risposta.

Favola / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora