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× × ×

"Ciao!" esclama entusiasta quando sale in macchina del ragazzo, dandogli un bacio.

"Come mai sei così di buonumore?" domanda lui.

"È andata inaspettatamente bene." sorride ancora di più.

"Brava nena." gli da un bacio sulla fronte e parte poi in macchina.

"Pranzi da me?" domanda lei.

"Dipende, cucina Claudio?"

"Claudio non c'è."

"Allora si." risponde positivamente.

"Ha fatto provare anche a te il suo pessimo tentativo di cucinare indiano?"

"Non avrei motivo di lamentarmi altrimenti." commenta con un sorriso.

"Giusto." annuisce. "Quindi è un si?"

"Non lo so, non è che sei come lui in cucina?"

"Questo mi offende."

"Dai sto scherzando, certo che vengo."

Si sporge per un bacio, facendole tornare il sorriso mentre percorrono la via per arrivare a casa. Rientrati in casa, Noemi abbandona lo zaino sul divano e sale poi al piano di sopra per mettere qualcosa di comodo.

"Fammi pensare, se ti faccio qualcosa con troppe calorie dopo mi strozzi però ieri hai giocato e domani torni ad allenarti." osserva il frigo. "Ok, ci sono."

Prende delle cose e poggia tutto sul bancone, iniziando a darsi da fare dato che sono già passate le due e avrebbero già dovuto mangiare da un pezzo. Paulo si alza e la abbraccia da dietro, baciando la sua tempia ripetute volte e facendola sorridere.

"Mi rallenti."

"Fa' niente." la stringe di più. "Ti posso dare una mano?"

"No, ti metti sul divano ed aspetti in silenzio." risponde lei.

"Perché no? Guarda che so cucinare."

"Non lo metto in dubbio, ma ieri sei tornato tardi, questa mattina ti sei svegliato presto per portarmi a scuola, ti sei allenato per i fatti tuoi e poi sei venuto a prendermi. Riposati un po'."

"Mmmhh, non mi convince." assottiglia lo sguardo.

"Ti ci porto con la forza sul divano." mormora ridendo.

"E come?"

"Ho i miei trucchetti." risponde semplicemente.

"Dato che ci tengo a giocare la partita a cui verrai, mi metto seduto e ti assecondo. Ma rimango qui."

"Come vuoi, basta che non mi tocchi più." lo supera ed accende il gas, mettendoci sopra una pentola con dell'acqua dentro.

Apre vari sportelli e prende altrettante cose, non sembra essere intimidita dallo sguardo del ragazzo, anzi, ogni tanto alza lo sguardo per fargli delle smorfie, facendolo ridere. Quando finisce di preparare, apparecchia la tavola e fa cenno lui di sedersi.

"Allora?" domanda.

"È buona." risponde lui con un sorriso. "Si vede che non hai la 'bravura' di tuo fratello."

"Già, grazie per avermi creduto sulla parola." inizia a mangiare anche lei e guardano la TV nel mentre, o meglio, quei canali sportivi di cui lei non conosceva nemmeno l'esistenza per ascoltare le parole che hanno da spendere su di lui.

🦋

"Il mio lettino!" esclama quando ci si sdraia sopra, abbracciando il suo amato cuscino.

"Deve piacerti parecchio l'azzurro." constata Paulo quando si guarda intorno, ogni dettaglio della stanza riprende quel colore o il blu, l'indaco e simili.

"È il mio colore preferito." risponde, facendogli segno di sedersi anche lui. "Ti sembra una camera maschile?"

"Non direi dato che ci sono farfalle appese ovunque, fiori finti e trucchi." ride, sdraiandosi accanto a lei.

"Claudio dice che lo è."

"Ma Claudio non capisce niente." ride lui, abbracciandola e accarezzando i suoi capelli mentre lei gioca con le sue mani.

"Hai le mani morbide." mormora mentre le accarezza. "Anche più delle mie."

Si coccolano un po' e, quando stanno per darsi un bacio, la suoneria del telefono di Noemi li ferma e, dopo aver roteato gli occhi al cielo, si alza e risponde quando nota di non aver salvato quel numero, portandolo poi all'orecchio.

"Pronto?"

"Noe." la chiama una voce conosciuta. "Ciao Noe, come stai?"

"Ciao, sto bene." risponde, sospirando. "Ti serve qualcosa?"

"Non posso più nemmeno chiamarti adesso?"

"Direi di no dato che poi tua madre se la prende con me." risponde secca, appoggiandosi contro il muro.

papà che mi dice di chiamarti."

"Beh, di' a tuo padre che può anche smetterla di obbligarti a chiamarmi." quelle parole fanno allarmare Paulo che si volta in sua direzione e la guarda mentre si morde nervosamente un labbro.

"Guarda che è anche tuo padre."

"Non mi interessa." risponde. "Scusa, adesso devo andare." e dopo chiude la chiamata, passando le mani sul viso e sospirando. Manda un veloce messaggio a Davide e non aspetta sua risposta, ritorna a tavola.

"Scusa." mormora e torna a sdraiarsi, portando un braccio davanti agli occhi.

"Chi era?" domanda lui, poggiando una mano sulla sua pancia.

"Un rompiscatole, non farci caso." sbuffa.

"Non puoi dirmelo." fa sì che possa guardarla negli occhi. "C'è di mezzo un uomo adulto."

Lei prende un profondo respiro e si mette su un fianco, attaccando a lui e poggiando la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi quando Paulo le bacia la fronte.

"È il padre della persona che ha chiamato ma è anche mio padre." spiega.

"Tuo padre?"

Se c'è una cosa che sa è che Noemi non ha un padre, o meglio, lo ha ma se n'è andato tanti anni fa e non ha più cercato la sua famiglia. Claudio gli ha parlato di un tradimento, di tanti casini e di un continuo rifiuto di firmare le carte del divorzio che, dopo anni, sta arrivando solo adesso. Ricorda di una volta, erano seduti in un locale e con loro c'era anche Antonella, al tempo fidanzata ancora con lui, e Claudio gli parlò di come la sua sorellina avesse reagito male a quell'abbandono. Ha conosciuto Noemi dopo aver saputo di quella storia e ricorda di aver pensato ai suoi occhi per parecchio tempo, sembravano tristi e brillavano di felicità solo quando era con gli amici, con la sua famiglia. "È stata male a lungo, adesso ha l'umorismo dalla sua parte ma, se un giorno dovesse cedere, non so nemmeno io cosa dovrei fare per farle dimenticare il dolore."

Favola / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now