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× × ×

"Noe." la madre bussa prima di entrare. "Amore mio, è pronta la cena."

"Non ho voglia di mangiare." risponde mentre asciuga velocemente gli occhi.

"Ma devi mangiare, è da ieri che non metti nulla nello stomaco. Così ti sentirai male, non puoi sempre fare in questo modo quando litighi con Paulo."

"Perfavore mamma, non ti ci mettere anche tu." poggia una mano sul viso e si risdraia sul letto, ignorando completamente i sospiri di sua madre.

Riapre gli occhi quando è da sola e si gira su un fianco, abbraccia il suo cuscino ancora bagnaticcio dal lungo pianto di prima. Prende il telefono nella speranza di aver ricevuto risposta ai messaggi che ha inviato a Paulo, ma nulla. Solo Marika che le dice di non preoccuparsi. Non le piace litigare, con nessuno, con Paulo poi, proprio no. Odia quando quegli occhi verdi così belli diventano più scuri e detesta altrettanto quando le voci si alzano così da diventare urla. Odia i litigi, da morire. Sospira e guarda fuori dalla finestra, vorrebbe almeno sapere se sta bene, dov'è e se è ancora arrabbiato con lei, ma come potrebbe saperlo se lui non risponde alle sue chiamate o ai suoi messaggi?

"Noemi." è Davide ad entrare e tiene in mano un piatto che appoggia sul suo comodino, sedendosi poi sul letto. "Abbiamo dovuto aspettare il gioiello dall'Argentina per vederti stare male per qualsiasi cosa vi riguardi." ridacchia.

"Non è divertente." mormora lei.

"Direi di no dato che avete litigato, ma non puoi rifiutarti di mangiare." le accarezza il fianco e lei chiude per un attimo gli occhi.

"Non mi piace litigare con lui." mormora, mettendosi poi seduta e togliendo i capelli che le ricadono sul viso.

"A nessuno piace litigare con i propri fidanzati, nemmeno a me, eppure con Giorgia litigo sempre."

"Perché?" domanda, forse, però, non vuole una risposta.

"Perché è normale, il mondo sarebbe una noia mortale se andassimo tutti sempre e solo d'accordo. Litighiamo e poi facciamo la pace, così capiamo che ci amiamo." spiega. "È normale discutere, quante volte lo abbiamo fatto io e te? Ma questo non vuol vuol che io non ti voglia bene."

La stringe in un abbraccio e le bacia la testa, lei sospira ed odora il profumo di tabacco e colonia che emanano i vestiti del fratello.

"Però da un lato è bello sapere che sei così sensibile alle vostre sfuriate, mi fa pensare che tieni davvero a lui."

"Certo che tengo a lui." risponde lei.

"Quanto è brutto quando li vedi crescere, prima Claudio ed adesso tu." sospira. "State diventando troppo grandi."

"Pensa che io non ti ho quasi mai visto bambino, sei sempre stato il più grande."

"A te sembravo sempre grande, ma mica lo ero davvero." bacia la sua guancia. "Che dici? Lo facciamo entrare a quel poveraccio di tuo fratello Claudio che se ne sta dietro la porta a fissarci come un cane abbandonato perché si sente in colpa per essersi fatto sgamare da Paulo perché non è capace a mentire?" domanda ed osserva Claudio che cerca inutilmente di nascondersi.

"Non ce l'ho con lui." dice la minore e lui sporge la testa.

"Quindi me lo posso prendere anche io un abbraccio?" domanda e lei annuisce, aprendo le braccia e stringendo poi il suo amato fratello chiacchierone.

"Dai scricciolo, adesso mangia." Claudio le passa il piatto e lei prende una forchettata del cibo.

"Povero gabbiano, hai perduto la compaaagna." canta Davide, imitando un discutibile accento napoletano, facendoli ridere. "Era da tanto che non eravamo noi tre da soli." li abbraccia.

"Siete bellissimi." mormora lei, baciando le loro guance.

"Aw, allora vedi che ci vuoi bene e fingi solamente di odiarci." mormora il più piccolo dei due fratelli.

"Ogni tanto ti odio sul serio, ma niente che non mi passi ogni volta."

"Sempre meglio di niente." ride mentre si stacca un po' dalla sua presa. "Ti ha risposto?"

"No." torna triste. "Ho paura che gli sia successo qualcosa."

"Non essere paranoica, non gli è successo niente. Dopo la vostra discussione è tornato a casa, si è allenato e circa 30 minuti fa si è messo a letto."

"È ancora tanto arrabbiato?"

"Solo arrabbiato, ma domani gli passa, è sempre così con lui e lo scoprirai anche tu." la consola.

Annuisce e continua poi a mangiare, chiacchiera un po' con i suoi fratelli che le tirano su il morale e si separano quando lei inzia ad accusare i primi segni di stanchezza. Torna dal bagno, spegne la luce e si siede sul letto, sbadigliando e prendendo fra le mani il suo telefono. Apre ancora la chat con il fidanzato e vede che, qualche ora fa, all'ora in cui Claudio le aveva detto di essersi messo a letto, ha visto i suoi messaggi anche se non ha risposto. È indecisa sul digitare, ma lo fa e lo invia, restando a guardare per un po', ma sarà già andato a dormire. Sospira, mette il telefono in carica e si mette poi sotto le coperte.

"Buonanotte, ti amo."

Favola / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now