8. Stand by me ☆

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"Quando un grido d'amore
riecheggia oltre
l'oblio".

P. D

10 ANNI PRIMA...

Kevin osservava Selene da lontano.

Erano nel cortile della nuova casa, avevano traslocato da poco. Carola e Sofia erano sedute sulle poltroncine di vimini sotto al patio e Kevin, poco più sotto, era accovacciato sui gradini che davano accesso al piccolo spiazzo di cemento recintato.

E la guardava.

Guardava quella bambina esile dai lunghi capelli neri rincorrere una farfalla, nel vano tentativo di acciuffarla.

Ogni tanto anche lei lanciava qualche occhiata fugace nella sua direzione, ma lui, prontamente, abbassava lo sguardo sul laser giocattolo che gli aveva regalato Sofia.

Avevano sette anni.

Erano passati pochi mesi dall'incidente, e Sofia e Carola, di comune accordo, avevano deciso di lasciare la città e trasferirsi in un posto più tranquillo, nella provincia.

Le aveva sentite discuterne un mese dopo la tragedia, pensavano che lasciare Roma avesse contribuito a dimenticare l'accaduto, dicevano che Kevin e Selene avrebbero dimenticato più in fretta.

Ma loro non avrebbero mai dimenticato.

Tuttavia, Selene, si era adattata subito alla nuova casa, a lui, invece, piaceva il suo vecchio quartiere. Ci aveva abitato fino a cinque mesi prima, lì c'erano i suoi amici, la sua scuola, il centro sportivo che tanto adorava.

Non era uno dei quartieri più ricchi di Roma, ma era abitato da gente per bene.

Al pomeriggio poteva uscire tranquillo con la sua bici e sfrecciare per la strada insieme agli altri bambini, oppure giocare a calcio con i suoi amici.

Quella era casa sua, lì aveva vissuto giorni felici, coccolato dal suo patrigno e da sua madre.

A dire il vero, aveva scoperto che Roberto non era il suo vero padre dopo che la leucemia se l'era portato via.

Quello era stato uno dei giorni più tristi della sua vita.

Era affezionato a Roberto, lui l'aveva sempre trattato come se Kevin fosse realmente suo figlio, poi, la sua morte, aveva svelato una nuova realtà.

Roberto non era suo padre, il suo vero papà, quello biologico, si chiamava Alessandro Colonna e abitava dall'altra parte della città, nella Roma bene.

Era un noto architetto della zona, benestante e... sposato.

Con gli anni Carola aveva raccontato a suo figlio tutta la storia, lo aveva fatto con un certo tatto, ma ciò non toglie che per un periodo l'aveva odiata lo stesso.

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now