31. Revelations ☆

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"Amami forte
tutta la notte".

P.D

Carmen continuava a fissarmi con aria interrogativa.

"Perché non parli più con me?" chiese, imbronciata, dalla poltroncina rosa.

La sua frase mi spezzò il cuore.

Non potevo darle torto, non volevo fingere, anche perché mi conosceva troppo bene, ma non riuscivo a parlarle di Kevin, temevo il suo giudizio.

"Selene, lo so che lo ami, sei innamorata di lui dalle elementari!" proruppe, cercando di cavarmi qualche parola.

"E anche lui è innamorato di te sin da allora! Pensi che non mi sia mai accorta di come ti guardava?
Di come ti guarda, ancora adesso..." asserì, esasperata.

Sapevo come mi guardava, come se io fossi il centro dell'universo, come se l'intero esistente confluisse sul mio viso e riposasse sulle mie labbra.

Adoravo i suoi occhi su di me.

Solo che...

Era sempre stato così sfuggente, taciturno, mi aveva sempre tenuta lontana, aveva sempre rifuggito la mia vicinanza.

E ora sapevo perché.

Era lo stesso motivo che frenava anche me.

Tutti ci consideravano fratelli.

"Io lo amo, Carmen" confessai, all'improvviso.

Era inutile tacere adesso, soprattutto con lei che c'era sempre stata, che mi aveva sempre capito.

"Lo so, l'ho sempre saputo" affermò.

Si alzò e si tuffò su letto, vicino a me, poi mi stritolò in un abbraccio.

"Sono felice che hai trovato il coraggio di dirlo ad alta voce e se si azzarda a farti soffrire... io... lo strangolo!".

Scoppiammo entrambe a ridere.

"È tutto così strano, lui è così diverso, mi sembra uno sconosciuto, eppure lo conosco da sempre" rivelai, emozionata.

Il mio cuore non smetteva di battere e quando pensavo a lui mi girava la testa.

"Credo che anche per lui sia stato difficile ammettere quello che ha sempre provato" proferì lei, saggiamente.

A dire il vero non sapevo cosa sentiva per me, non me l'aveva ancora detto.

Il suo cellulare vibrò, distraendomi dai miei pensieri.

La vidi avventarsi sul telefono con impazienza, mentre uno strano sorriso si disegnava sul suo volto.

"Tutto bene?" domandai, curiosa.

"Oh, non potrebbe andare meglio".

Digitò frenetica sui tasti, poi arrossì.

"Cosa stai confabulando?" domandai.

Lei ripose il cellulare in tasca, poi mi lanciò un'occhiata maliziosa.

UCCIDIMI DOLCEMENTEWhere stories live. Discover now